Relief: il podcast.

#5-11 Il suono della resilienza - Ospite: Pietro Morello

Alessandro Calderoni Season 5 Episode 11

Quando la musica incontra il cuore e la comunicazione, nascono storie che toccano profondamente le persone e fanno numeri rilevanti. In questa puntata Alessandro Calderoni ospita il talentuoso Pietro Morello, che ci apre le porte della sua "anima", rivelando il lato nascosto della popolarità sui social media e l'impatto trasformativo delle sue missioni umanitarie.

Pietro, pianista autodidatta classe 1999 con milioni di follower, ci sorprende con una confessione inaspettata: le sue missioni umanitarie non sono nate da puro altruismo. "Lo facevo per me", ammette con disarmante onestà, "avevo bisogno di stare con i bambini, di ascoltare le loro risposte". Una rivelazione che sfida la narrativa convenzionale dell'aiuto umanitario e ci invita a riflettere sulle nostre motivazioni più profonde quando aiutiamo gli altri.

La sua straordinaria capacità di trasformare oggetti quotidiani in strumenti musicali diventa metafora potente di resilienza e creatività umana. Pietro racconta come questa abilità sia nata dalla necessità di comunicare attraverso la musica in luoghi dove non aveva nulla a disposizione, insegnandoci che le limitazioni possono diventare catalizzatori di innovazione.

Poi le altre sezioni del podcast. I "Trucchi del mestiere" proposti in questa puntata si concentrano sul superare momenti difficili, includendo pratiche come il potere del perdono e l'accettazione radicale del presente per alleggerire il peso emotivo e trovare pace interiore.

 Con Davide Burchiellaro di Gente.it, il podcast esplora il tema dei viaggi, esaminando come le generazioni più giovani stanno reinventando il modo di viaggiare, privilegiando soluzioni economiche e spontanee.

 Con Gianluca Riccio di Futuroprossimo, invece, si parla di innovazioni tecnologiche nel campo dei wearable, come i pigiami tech ideati dall'Università di Cambridge, che monitorano parametri del sonno in modo non invasivo.

 Infine, la puntata condivide tre ricerche scientifiche: il potenziale dei chatbot come consulenti sociali, l'analisi delle connessioni cerebrali per predire l'intelligenza e l'uso di biofeedback e realtà virtuale per trattare ansia e depressione. 

Le belle notizie finali riguardano la riforestazione della foresta atlantica in Brasile, il ritorno delle foche in UK grazie a protezioni marine efficaci e i progressi nell'eradicazione della malattia del verme di Guinea.

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Speaker 2:

il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi.

Speaker 1:

Le interviste e i racconti di alessandro calderoni, in collaborazione con genteit rieccoci va ritrovato in questa nuova puntata di relief, il podcast collegato all'omonimo servizio di sollievo psicologico rapido, che ha fisicamente sede in metropolitana milano, linea Lilla, fermata isola, e per tutti online a partire da wwwreliefpsicologicoit. In questa puntata l'ospite è l'artista e creator torinese Pietro Morello, classe 1999,. Ha iniziato a suonare il pianoforte da ragazzino, da autodidatta, e oggi conta milioni di follower sui social media. Esploreremo con lui le sfide emotive della notorietà e il suo impegno nelle missioni umanitarie che caratterizzano per l'appunto la sua quotidianità e l'unione del versante artistico con un versante per l'appunto impegnato, civile e sociale. Come queste esperienze abbiano cambiato la sua percezione della felicità è il centro del nostro dialogo, oltre anche alla sua curiosa capacità di trasformare gli oggetti quotidiani in strumenti musicali.

Speaker 1:

C'è poi lo spazio trucchi del mestiere, cioè gli esercizi che vi proponiamo a ogni puntata. In questa puntata ci concentriamo sul superare momenti difficili, includendo pratiche come il potere del perdono e l'accettazione radicale del presente come vere e proprie tecniche per alleggerire il peso emotivo e trovare un po' di pace interiore. Con Davide Burchiellaro, il responsabile di Genteit, nel suo spazio Millennials. Come sempre, esploriamo il tema dell'intelligence generazionale, applicata questa volta ai vi, perché esamineremo come le generazioni più giovani stiano reinventando il modo di viaggiare, privilegiando soluzioni economiche e spontanee. Wearable, cioè degli oggetti indossabili come i pigiami tech, ideati dall'Università di Cambridge, che monitorano parametri del sonno in modo non invasivo.

Speaker 1:

Infine, questa puntata condivide, come al solito, anche alcune ricerche scientifiche il potenziare dei chatbot come consulenti sociali, l'analisi delle connessioni cerebrali per predire l'intelligenza e l'uso di biofeedback e realtà virtuale per trattare ansia e depressione. A concludere, sempre saranno le belle notizie che riguardano quest'oggi la riforestazione della foresta atlantica in Brasile, il ritorno delle foche in UK grazie a protezioni marine efficaci e i progressi nella eradicazione della malattia del verme di Guinea, che magari non conosciamo ma è comunque, oltre che rara, gravissima. Cominciamo Il caso In questa puntata di Relief. Sono molto contento di accogliere e ospitare Pietro Morello. Ciao, pietro, e benvenuto.

Speaker 3:

Grazie, ragazzi per l'opportunità. Sono contentissimo di essere qua con voi. Pietro è benvenuto. Grazie, ragazzi per l'opportunità.

Speaker 1:

sono contentissimo di essere qua con voi no-transcript.

Speaker 3:

Giovani e non era neanche magari quello che aspettavi all'inizio. È affascinante e quella bosta di adrenalina incredibile. E poi devi fare i conti col fatto che devi comunque costruire, devi capire il senso di responsabilità che devi avere pedagogica, perché stai parlando a un pubblico giovane, stai parlando a un pubblico che imita, emula, scopre grazie a te, imita anche il tuo modo di parlare spesso. Quindi, entrare nel concetto del fatto che tu hai una responsabilità quando hai un megafono così grande, sai se hai un megaf grande e puoi passare dei messaggi, ma se dici cagate, dici cagate dal tuo volume, e quindi cercare di capire un pochino come vivere quel contrasto di emozioni, di super botta iniziale fighissima e poi ok, come la usiamo.

Speaker 1:

Quindi fa anche un po' paura, ovviamente e a proposito di come la usiamo, c'è anche oltre alla musica, quindi mi fa anche un po' paura, ovviamente. Ecco cosa si prova nel portare musica in contesti così delicati. E poi, secondo te, com'è che la musica può influenzare il benessere emotivo delle persone?

Speaker 3:

ma mi occupo proprio di recupero dell'infanzia e devo fare un preambolo perché se continuassimo a raccontarci il grande altruismo dietro questo mondo, continueremo a portare avanti una delle più grandi idiozie che è stata creata principalmente dall'Occidente. Io non sono altruista. Non lo faccio perché non ho iniziato a farlo, perché sognavo di cambiare il mondo e di risolvere la vita dei bambini. Io lo facevo per me, lo facevo perché avevo bisogno di stare con i bambini, avevo bisogno di parlare con loro, di ascoltare le loro risposte. Avevo anche bisogno, per essere sinceri e onesti, cosa che manca ad oggi, la sincerità io avevo anche bisogno di tornare a casa e dire al mondo io ho fatto una missione umanitaria, sono più bello di tutti.

Speaker 3:

E poi, dopo questa fase di egoismo che all'inizio era proprio sfrenato, ovviamente ci si innamora.

Speaker 3:

Ci si innamora dei bambini, delle opportunità del mondo, ci si innamora anche dei contesti di guerra. Dopo che si vede la guerra e che la guerra ti crea quel trauma gigantesco che noi non siamo in grado di capire, e vedi quanto i bambini ci siano e quanto i bambini abbiano una forza di vita, una forza di cambiare, una forza di futuro, una fame incredibile, lì ti innamori e capisci che tu puoi essere un ago della bilancia nelle opportunità che dai a questi bambini, principalmente nello scoprire quali possono essere talenti, nel dare opportunità culturali, nel dare opportunità scolastiche e quindi nel garantire un futuro emancipato ai bambini che sono nati con delle porte chiuse. Quindi anche lì è un mondo di emozioni che si contrastano ed è un mondo di cui adesso non posso più fare a meno, sempre mantenendo quella vena di egoismo che dobbiamo riconoscerci, per viverla nel modo giusto, del fatto che tanto bene fai, ma investi nella felicità degli altri per trovare la tua tant'è che nel tuo libro Io ho un piano racconti proprio le lezioni di felicità che hai imparato da questi bimbi nelle parti più disparate.

Speaker 1:

Ecco com'è che è cambiata la tua percezione della felicità, grazie a loro.

Speaker 3:

È diventata, ha avuto due step. La prima volta io ho pensato che la felicità fosse una scelta incondizionata. La prima volta io ho pensato che la felicità è tanto importante quanto tutto il resto, perché se non sei triste sempre frasi non mie, ma dei bambini se non sei triste non sai neanche cos'è la felicità, perché se non vai giù, non sai che stai andando su. E quindi capire che la felicità va bene anche se sei triste, la felicità c'è anche se sei triste. È solo dietro l'angolo ed è latente. Si è felici sotto la pioggia, si è felici quando si piange. Quindi, capire il senso un pochino più intrinseco della felicità è stato qualcosa che i bambini mi hanno regalato e che io non posso fare a meno di portare il più avanti possibile.

Speaker 1:

Hai cominciato a farci vedere, condividendole sui social media performance musicali in cui trasformavi oggetti quotidiani in veri e propri strumenti. È, come dire, un po' una specie di house music in senso etimologico. Poi, tra l'altro, questo stile ha spopolato proprio a partire da quegli anni, in giro per i social tanto che ci sono un sacco di performance specializzate proprio in questo.

Speaker 3:

Come è nata l'idea? e non voglio essere retorico, ma i bambini, i bambini. Perché quando sei in contesti di enorme povertà o di guerra per cui non puoi suonare con niente e la musica è comunque il mio linguaggio, ed è un linguaggio molto semplice, molto accessibile, molto orizzontale io avevo bisogno di fare musica per poter prendere i bambini con me e poi fare una lezione anche di una materia che non c'entrasse niente con la musica, ma usando la musica come strumento per comunicare non hai niente da suonare? e creiamolo, costruiamolo. E alcune idee sono proprio nate dai bambini che hanno preso una cannuccia e l'hanno fatta suonare come una trombetta e allora poi riportare sui social le idee geniali che i bambini hanno come senso di necessità e di risposta a una necessità.

Speaker 1:

Ha spopolato in un modo gigantesco e sono immensamente felice, però è nato da un'esigenza parlando che tra le nostre emozioni fondamentali ce ne sono alcune più disturbanti di altre quando le proviamo, e le tre più grosse, più universali, sono ansia, rabbia e tristezza. Tra queste tre, con quale ti sei più confrontato nella tua vita?

Speaker 3:

io sono una persona molto ansiosa, molto ansiosa della propria performance, molto ansiosa di come appaio agli altri, motivo per cui questa ansia mi ha creato insicurezza. Io, per carità, i numeri sembrano una grande conferma. quando hai i numeri e la notorietà, e allora sembra che puoi spaccare il mondo, sei sicuro di te? No, non è vero. Io ho sempre la paura di non essere abbastanza.

Speaker 1:

Quindi diciamo che l'ansia è stata la tua più grande sfida. Come la tieni a bado? Come l'hai tenuta a bada? Con che tipo di strategie o con che modalità?

Speaker 3:

Ho una brava psicologa, una fidanzata meravigliosa e, per fortuna, tante persone intorno a me di amicizia, di persone che lavorano con me, che sono in grado di ascoltarmi e, a volte, di ritirarmi un pochino su dai miei momenti di ansia.

Speaker 1:

Pietro Morello, grazie per essere stato con noi e ovviamente ci seguiamo sui social.

Speaker 1:

Grazie a voi, ragazzi, un abbraccio. Trucchi del mestiere. Il titolo degli esercizi di questa puntata potrebbe essere superare i momenti difficili. Eccoti il primo, che si chiama Il potere del perdono. Perdonare non significa dimenticare o giustificare, ma liberarsi dal peso emotivo che il rancore porta con sé. Questo esercizio è pensato per aiutarti a lasciare andare emozioni negative e ricostruire uno spazio di pace interiore. Allora numero uno identifica la persona o la situazione che ti ha causato dolore. Potrebbe essere un amico, un familiare, un collega, persino te stesso. Numero due scrivigli una lettera di perdono. Trova un momento tranquillo per riflettere e scrivere una lettera dettagliata, che però non invierai. Esprimi come ti sei sentito, cosa hai vissuto e perché questa situazione o questa persona ti ha ferito. Non avere paura di essere onesto. Questa lettera è solo per te. Terzo rifletti su come il perdono potrebbe liberarti. Infatti, spiega come il perdono potrebbe aiutarti a lasciare andare la tensione e permetterti di andare avanti. Potresti scrivere qualcosa come perdonarti. Non significa che approvo ciò che è successo, ma che scelgo di non lasciare che questo peso condizioni ulteriormente la mia vita. Quarto chiudi la lettera con un atto di perdono. Scrivi proprio ti perdono e spiega a te stesso perché questa scelta è importante per il tuo benessere emotivo. Ripeti questo esercizio ogni volta che senti il peso del risentimento. Col tempo la tua prospettiva su quella situazione potrebbe cambiare, donandoti una sensazione di leggerezza e di libertà. Il secondo esercizio è accetta il presente con gentilezza. L'accettazione radicale significa accogliere il presente senza giudizio. Non significa arrendersi o approvare quello che è successo, ma riconoscere che, anche se non possiamo cambiare il passato, possiamo scegliere come rispondere al presente. Ora vorrei che per prima cosa pensassi a una situazione recente che hai trovato difficile o stressante. Potrebbe essere un conflitto con un amico, una giornata di lavoro impegnativa, un evento imprevisto. Secondo, osserva la tua reazione. Chiediti ho cercato di resistere alla situazione o di negarla? terzo, ripeti una di queste affermazioni questo momento è come deve essere oppure non posso cambiare ciò che è già successo, ma posso scegliere come rispondere. Quarto, respira profondamente e lascia andare la lotta interiore. Immagina di lasciare andare il peso della resistenza e accogliere la realtà così com'è. Inizia con situazioni meno stressanti, per favore, per praticare questa abilità per esempio, accettare un lieve ritardo, un piccolo errore e poi, col tempo, prova ad applicare l'accettazione radicale anche ai momenti più difficili. Questo esercizio ti aiuta a ridurre la resistenza interiore e a trovare maggiore pace, anche nelle situazioni più complesse.

Speaker 1:

Il terzo esercizio si chiama pratica l'accettazione radicale. L'accettazione radicale è una delle abilità più potenti per ridurre la sofferenza emotiva, ma ovviamente richiede pratica e pazienza. Numero uno scegli una situazione che trovi particolarmente difficile da accettare un conflitto familiare, un errore passato, una perdita importante. Numero due scrivi una breve descrizione di quella situazione, includendo anche le tue emozioni e le tue reazioni iniziali. Numero tre ripeti a te stesso una delle seguenti frasi Non posso cambiare ciò che è successo, ma posso scegliere come rispondere ora.

Speaker 1:

Oppure, accettare non significa approvare, ma smettere di combattere ciò che non posso controllare. Quarto e ultimo punto elenca tre azioni che puoi intraprendere per migliorare la tua situazione. Per esempio, potresti decidere di parlare con qualcuno di fiducia, dedicarti a un'attività che ti rilassa, praticare una tecnica di respirazione per calmarti Se l'accettazione ti sembra particolarmente difficile. Prova a iniziare con situazioni meno complesse. Costruisci gradualmente la tua capacità di accettare anche le sfide più grandi.

Speaker 1:

Scrivi i tuoi progressi, scrivi le tue riflessioni e nota come questa pratica ti aiuta a trovare maggiore pace interiore e a ridurre il peso emotivo che porti con te. Ancora una volta, diamo il benvenuto a Davide Burchiellaro, il responsabile di Genteit, per parlare di intelligence generazionale. Davide, ben ritrovato, ben ritrovati a tutti voi. Allora parliamo di viaggi questa volta perché un tempo, come forse gli over 50 si ricorderanno se ci sta ascoltando qualcuno di quest'età e viaggiare era una cosa da iper ricchi? no. Poi è arrivato il mondo del low cost e allora tutti hanno iniziato ad andare un po' ovunque. Poi è arrivata la pacchettizzazione con tutti i tour operator digitali e quindi è stato un po' il macello per i tour operator tradizionali e le agenzie viaggi, e poi si sono elaborati diversi stili di viaggio. Quindi ci sono ovviamente viaggi di lusso, ci sono viaggi di gruppo, ci sono viaggi esplorativi da Indiana Jones o De Noantri e invece ci sono viaggi per chi vuole stare comodo ci sono viaggi di ogni tipo per ogni età.

Speaker 4:

E proprio questo è il punto vi, nel senso che sicuramente la generazione Z e i millennial sono più interessati a capire come viaggiare spendendo poco e su questo abbiamo dei numeri che parlano molto chiaramente. Del resto, era abbastanza inevitabile che dopo la pandemia aumentasse l'interesse per il viaggio, che è aumentato dell'85,5%. Quindi naturalmente è una reazione, tra le tante che ancora stiamo sperimentando, del post-Covid e la reclusione che peraltro i giovani a quell'età hanno vissuto in maniera molto più pesante. A quell'età hanno vissuto in maniera molto più pesante. Però parallelamente c'è un 67,3% degli intervistati da questa indagine di Intribe che es, tanto per cominciare, l'incertezza economica, il fatto di avere dei lavori che non consent oggi un po' dettata dalla necessità che è quella del backpacking, cioè di andare in giro con lo zaino e la tenda.

Speaker 4:

Poi questo, siccome il mondo è globalizzato, naturalmente ha generato una serie di riscontri non sempre positivi, nel senso che, per esempio, in alcuni paesi che hanno difficoltà economiche, come la Thailandia o altri, questi backpacker che poi vanno lì e si mantengono, magari facendo i prestigiatori o vendendo cose, naturalmente fanno concorrenza a una microeconomia locale e quindi non sono tanto ben visti. Quindi c'è questa cosa di conoscere il mondo che bello, tutto bello. Poi in realtà creano un piccolo squilibrio socio economico anche loro ma secondo te

Speaker 1:

è una questione di disponibilità finanziaria quindi crescendo aumenta la disponibilità e cambia lo stile di viaggio oppure proprio una questione di nuova mentalità?

Speaker 4:

Dunque dai dati sembrerebbe una questione di nuova mentalità, nel senso che la generazione di millennia, in modo particolare, è cresciuta con Airbnb e quindi ha una disponibilità ad arrangiarsi tra virgolette viaggiando, e quindi ha una disponibilità ad arrangiarsi, tra virgolette viaggiando. Quindi, tra l'altro, i dati parlano di un 17,2% di questa fascia di età che si rivolge alle agenzie. Quindi è proprio una questione di mentalità organizzarsi da solo il viaggio, andare proprio, anzi, è diventata un'attività sostitutiva della televisione, penso, mentre si lia, pianificare un viaggio, cercare i ristoranti migliori, cercare le esperienze migliori, che sono un po sempre stata il chiodo fisso della generazione di millennia. Ma anche, ovviamente, questo incontra il discorso della disponibilità economica. Questo per quello che riguarda il viaggiare anche in Italia, dove un altro fenomeno è diventato stimolante l'apertura, per esempio, dagli over 50 in realtà toglie però la voglia di andare in altri posti, evidentemente perché calano le destinazioni come New York, come le grandi capitali, anche oltreoceano, e quelle americane o anche quelle sudamericane, mentre salgono magari le città dove fare un weekend, come Barcellona, come Praga, come Porto, magari sfruttando il fatto che gli aerei low cost in realtà arrivano in dei posti che non sono particolarmente conosciuti e questo aggiunge un po' di sale al viaggio.

Speaker 4:

Detto questo, anche questo era un fenomeno che era già pre-pandemico. Oggi sicuramente l'aspetto economico e anche le difficoltà dovute al fatto che non è più così semplice viaggiare anche con il low cost, portano anche una fetta di queste persone a scegliere invece le destinazioni di prossimità, cioè quelle classiche situazioni in cui a me capita spesso quando vado in Appennino. Da me, sopra Bologna è pieno di specie di locali che si sono reinventati, postazioni da picnic, cose che veramente non si vedevano dagli anni 50, quindi evidentemente soprattutto d'estate, e quindi evidentemente c'è anche la voglia di capire che non è tutto lontano da noi anche la voglia di capire che non è tutto lontano da noi, globalizzati, che poi sfruttano i locals, ma andando direttamente dai locali che tra l'altro hanno tariffe più convenienti, e poi fai guadagnare persone del luogo.

Speaker 1:

Seconda tendenza, invece, sulla prossimità su Instagram e anche su TikTok ci sono moltissimi micro influencer che ti spiegano come passare il weekend o le giornate proprio con queste gite fuori porta, segnalandoti i posti da vedere, dove fare esperienza e emozionarti con cose che magari non sapevi che ci fossero, ma sono a poche decine di chilometri certo, infatti, è proprio così.

Speaker 4:

E in questo hanno giocato un ruolo molto importante anche i mezzi. I mezzi tecnologici, no, perché oggi tu una cascata che c'è a pochi chilometri da Milano, tra un drone e un altro sistema riesce a rendere spettacolare qualsiasi location. Questo senza nulla togliere alle location di cui parliamo.

Speaker 1:

Davide Burchiellaro di Genteit. Grazie per essere stato con noi, come sempre.

Speaker 4:

Grazie a voi.

Speaker 1:

La letteratura scientifica. In questa puntata, il tema è tecnologia e neuroscienze. Grazie per essere stato con noi, come sempre. Grazie a voi come consulenti. Nelle interazioni sociali. L'intelligenza predetta dall'intelligenza artificiale, l'intelligenza generale può essere predetta analizzando le connessioni cerebrali. Questo approccio innovativo sfida i modelli tradizionali e apre la strada a nuove ricerche sull'intelligenza umana. Biofeedback e realtà virtuale per depressione e ansia. Ambienti immersivi di realtà virtuale combinati con biofeedback e realtà virtuale per depressione e ansia. Ambienti immersivi di realtà virtuale combinati con biofeedback migliorano l'impegno terapeutico e riducono i sintomi di ansia e depressione. Futuro prossimo Siamo felici di ospitare ancora una volta Gianluca Riccio per FuturoProssimoit. Ciao, gianluca, benvenuto.

Speaker 1:

Ciao, alessandro sulla nostra fisiologia, su quanto siamo carichi, quanto siamo stressati, quanto bene o male dormiamo, come batte il nostro cuore, com'è la nostra resistenza e com'è, in fin dei conti, la nostra resilienza, e che rapporto c'è tra la nostra età vera, l'età cardiaca e tutte queste altre cose interessanti. Poi non so come andiate a dormire voi. Alcuni andranno a dormire, come capita, perché si addormentano davanti alla tv, altri con la maglietta, altri con una goccia di Chanel numero 5, ma ci sono dei meravigliosi e nuovissimi e innovativi Pijamitec che di fatto ci permettono di avere un sacco di informazioni a livello praticamente medico su come dormiamo e su come stiamo Racconta un po' Certo facendo un passo indietro.

Speaker 2:

parliamo delle persone che vogliono anzitutto capire cosa succede quando dormono. Ci sono persone che soffrono di una serie di disturbi. Meglio forse non pensarci, però comunque apnee notturne, bruxismo. Paradossalmente, questa è una cosa che almeno io ho scoperto da non molto. Per capire esattamente cosa succede al nostro corpo non basta semplicemente avere un wearable, ma bisogna dormire una o più notti in un cosiddetto laboratorio del sonno, uno di quei centri di ricerca che analizzano cosa succede quando dormiamo con decine di fili attaccate al corpo, il che non è esattamente il massimo del comfort. Per cui può tornare utile una notizia come questa, cioè che un team di scienziati dell'Università di Cambridge ha creato un pigiama in grado di registrare tutti i parametri del sonno e di evitarci trasferte in dei laboratori dove forse la qualità stessa del sonno è un po' difficile. Non è facile prendere sonno, visto l'ambiente poco familiare.

Speaker 1:

Esatto. Magari c'è quella tipica infermiera con accento tedesco che dice non si muova tanto, che stacca cavi, ma faccia buonanotte.

Speaker 2:

È il perfetto incipit di un incubo. Questo qua, per quanto mi riguarda.

Speaker 1:

Ma ha già una sua prospettiva di commercializzazione?

Speaker 2:

Sì, ha una prospettiva di commercializzazione? Sì, ha una prospettiva di commercializzazione. Gli stessi ricercatori, come spesso accade, hanno già un piede nel mercato, perché creano poi delle start-up che si occupano di tradurre queste ricerche in dei prodotti. Non è ancora sul mercato, ma c'è una prima avanguardia che è importante, e cioè un software, che è il software che farà funzionare questo pigiama high tech, che si chiama slip net. È un algoritmo che, opportunamente addestrato, è in grado di classificare con precisione sei diversi stati di salute legati al sonno, cioè la respirazione nasale, quella orale, la, quindi il russamento, il bruxismo e i due tipi di apnea, quella centrale e quella ostruttiva. Niente male per conoscere il proprio stato di salute anche quando si dorme.

Speaker 1:

Ma diventerà un progetto tipo Kickstarter, oppure si sa già quanto potrebbe costare una cosa del genere e quando arriverà?

Speaker 2:

Attualmente non c'è prezzo una cosa del genere. E quando arriverà Attualmente non c'è prezzo. Il professore, che si chiama Luigi Occhipinti, tra l'altro è italiano, è un coordinatore dello studio racconta che naturalmente le economie di scala faranno in modo che questo abito perché poi in effetti è proprio un pigiama potrà essere usato a casa, quindi abbatterà dei costi e raggiungerà un costo che sarà di poco, nelle sue intenzioni superiore a quello di un abito normale. Ma qui il discorso diventa più ampio, proprio quello sugli smart fabrics, quindi sui tessuti intelligenti e gli abiti intelligenti, perché il pigiama sarà soltanto uno sospetto dei capi che potremo vestire per avere più coscienza del nostro stato di salute I pigiami, ma anche i pantaloni o le sonno più leggero e ci aiuterà a svegliarci con delle luci più soffuse, con una temperatura più umide in casa o una giusta umidità, quindi saremo connessi con tutti gli oggetti che ci circondano, fondamentalmente, il che forse ci toglie ancora un altro po di sonno, pensandoci poi arriva la signora pulizie, te lo schiaffa in lavatrice a 60 gradi e tu butti via il tuo meraviglioso pigiano tecnologico.

Speaker 1:

Peraltro, ogni volta che si parla di questi sensori di cui io sono abbastanza fan sia in termini clinici che in termini di monitoraggio personale bisogna sempre considerare che ci sono due tipi di utenti. No uno, un po, quello interessato a vedere come funziona il sistema mente, corpo e che traduce anche queste indicazioni in modificazioni di stile di vita. Poi però ci sono anche tutti i soggetti di carattere ossessivo, oppure ansiosi per la salute, che continuano ad andare a controllare, a controllarsi, e di fatto per loro non è che sia esattamente un tipo di device consigliabile, perché crea un circuito ansioso tra la verifica di quello che sta accadendo e il timore che possa accadere altro.

Speaker 2:

Però, insomma, vedremo di normalizzare anche questa situazione dovrebbero calcolare anche quanta vita ci tolgono certi dispositivi. Ci vuole il fisico giusto anche per potersi connettere con un device di questo tipo, perché altrimenti il rischio è che diventi un'altra compulsione, voglio dire esattamente Gianluca Riccia.

Speaker 1:

Futuro prossimo punto it.

Speaker 1:

Grazie, grazie a te belle notizie rinasce la natura. Cala un'antica piaga foresta atlantica. Belle notizie costiero un tempo devastato da secoli di deforestazione, sta lentamente tornando a vivere. La riforestazione su larga scala sta aumentando la biodiversità locale e contribuendo al benessere delle comunità con nuovi servizi ecosistemici come acqua pulita e impollinazione. Il ritorno delle foche in UK. In Gran Bretagna si assiste a un vero baby boom di foche grigie. In una riserva costiera dove in passato non si avvistava nessun cucciolo, all'improvviso ne sono comparsi circa 200 in una sola stagione. La ricomparsa di colonie riproduttive di foche dopo decenni mostra l'efficacia delle protezioni marine. È incredibile ora il posto pullula di vita, commentano gli operatori del santuario, segnalando un trend positivo per la fauna marina locale.

Speaker 1:

Eradicazione della Guinea Worm. La Dracunculiasi, o malattia del verme di Guinea, è vicinissima all'eradicazione mondiale. Dai 3 milioni e mezzo di casi registrati negli anni 80, si è passati soltanto a 14 casi nel 2023, distribuiti in poche aree rurali dell'Africa. Si tratta di una riduzione pari al 99,99% di questa malattia parassitaria debilitante, grazie al Carter Center e agli sforzi locali. Un risultato straordinario che fa sperare che presto questa quasi impronunciabile dragonculiasi diventi la seconda malattia umana dopo il vaiolo a essere completamente debellata.