Relief: il podcast.

#5-7 Creare abitudini sane (è facile). Ospite: Filippo Ongaro

Alessandro Calderoni Season 4 Episode 7

Ospite dello psicoterapeuta Alessandro Calderoni in questa puntata di Relief è Filippo Ongaro, medico e influencer, che ci porta in un affascinante viaggio tra spazio e longevità, rivelando come la sua esperienza di medico degli astronauti dell'ESA, all'inizio della sua carriera, abbia plasmato il suo approccio rivoluzionario alla medicina anti-aging e alla gestione dello stress.

Da lì nasce il "Metodo Ongaro", un sistema che trasforma i consigli di salute in abitudini sostenibili attraverso piccoli cambiamenti incrementali che possono produrre risultati straordinari nel tempo.

La dimensione emotiva emerge come protagonista indiscussa del benessere fisico: "La sfera emotiva ha un impatto diretto sui processi dell'invecchiamento biologico", afferma Ongaro, sottolineando come la medicina moderna stia finalmente superando la tradizionale separazione tra psiche e corpo. 

Esploriamo anche la nostalgia generazionale con Davide Burchiellaro di Gente.it, che analizza l'ossessione della Generazione X per gli anni '80 e lo "specchio a senso unico" che distorce la percezione del tempo che passa. Completa questo viaggio multidisciplinare un'interessante discussione sui benefici cognitivi della scrittura a mano rispetto alla digitazione, con Gianluca Riccio di Futuroprossimo.it. 

Gli esercizi proposti nella puntata includono:

1. Creare una routine di consapevolezza praticando la mindfulness durante attività quotidiane.

2. Un rituale di concentrazione per migliorare il focus nei momenti di distrazione.

3. Tre respiri di consapevolezza, un esercizio per interrompere il comportamento automatico e portare consapevolezza.

 Le ricerche scientifiche menzionate riguardano:

1. L'uso di social media tra adolescenti e la correlazione con l'uso di sostanze.

2. Maggiori sintomi di psicosi e stress negli adolescenti che usano cannabis.

3. L’effetto di orari di sonno irregolari sulla regolazione emotiva nei bambini.

 Le "belle notizie" della puntata sono:

1. Introduzione di un nuovo farmaco per prevenire l'infezione da HIV con un'efficacia del 99,9%.

2. Un minimo storico nella mortalità infantile globale nel 2022 

3. Un aumento del tasso di scolarizzazione primaria mondiale, con progressi significativi in Africa subsahariana.

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Speaker 2:

in collaborazione con genteit ben ritrovati in questa nuova puntata di Relief, il podcast collegato al servizio di sollievo psicologico rapido, che fisicamente si trova a Milano, in metropolitana fermata isola della linea Lilla e, e per tutti, da ovunque, online a partire dal sito wwwreliefpsicologicoit. In questa puntata l'ospite è Filippo Ongaro, medico, coach e influencer molto noto online per il suo lavoro passato con gli astronauti dell'ESA e il suo focus sulla medicina anti-aging. Parleremo con lui della gestione dello stress, del rapporto mente-corpo e di come queste esperienze, anche quelle con gli astronauti, lo abbiano avvicinato alla medicina della longevità e poi a diventare un vero e proprio influencer. Esercizi di questa puntata, cioè i trucchi del mestiere, includono il creare una routine di consapevolezza, un rituale di concentrazione per migliorare il focus nei momenti di distrazione e tre respiri consapevoli, cioè un piccolo esercizio che ci permette di interrompere i comportamenti automatici e portare consapevolezza in tutti i momenti, specie quelli più critici della nostra vita quotidiana. Con Davide Burchiellaro affrontiamo il tema della nostalgia generazionale.

Speaker 2:

Davide da Genteit conduce da sempre con noi millennials questa rubrica che di fatto si occupa di intelligence generazionale, e parleremo di come la generazione X percepisce il passare del tempo e l'influenza degli anni di FuturoProssimoit. Discuteremo invece l'importanza della scrittura a mano rispetto alla digitazione. Perché la scrittura a mano, sostengono alcuni studi, è molto utile per attivare connessioni cerebrali più elaborate che favoriscono la memoria e la comprensione. L'uso dei social media tra gli adolescenti e la correlazione con l'uso di sostanze maggiori sintomi di psicosi e di stress nei ragazzi che usano cannabis. L'effetto di orari di sonno irregolari sulla regolazione emotiva nei bambini. Le belle notizie della puntata sono introduzione di nuovo farmaco per prevenire l'infezione d'HIV, efficace quasi al 100%. Minimo storico nella mortalità infantile globale. Aumento del tasso di scolarizzazione primaria mondiale, con progressi significativi in Africa subsahariana. Cominciamo Il caso. Ospitiamo in questa puntata di Relief Filippo Ongaro, medico, coach e influencer. Ciao, filippo, e benvenuto.

Speaker 3:

Ciao, grazie dell'invito e ciao a tutti.

Speaker 2:

Senti, tu ti promuovi da sempre. come medico che fu degli astronauti nell'ESA, l'ente Spaziale Europeo, in effetti appena specializzato, ti è capitato di lavorare con loro. Intanto, che esperienza è stata? e poi come hai supportato, come si lavora con gli astronauti, sotto il punto di vista della gestione anche del rapporto mente corpo e quindi dello stress?

Speaker 3:

no-transcript, soprattutto nelle missioni di lunga durata, sono esposti a un processo di invecchiamento accelerato. E poi è un lavoro molto stimolante perché hai pochissimi pazienti, come ci si può immaginare, e invece una grande possibilità di dialogare con il mondo scientifico, con centri di ricerca. Quindi è un po' come se fossi sempre quasi in un progetto sperimentale in costante evoluzione e quindi per me è stato un imprinting veramente molto, molto importante.

Speaker 2:

Stavo pensando sotto il punto di vista emotivo. Astronauti hanno, diciamo, un loro bagaglio specifico, perché avranno forme particolari ed esponenziali di solitudine, forme di accesso al rischio e al timore di disperdersi, così come anche al timore di morire o di non tornare un terrestre sulla Terra, difficile che provi.

Speaker 3:

Sì, sicuramente c'è questo. Poi c'è anche da dire che è talmente lungo il percorso di selezione per arrivare poi effettivamente a volare nello spazio che c'è una naturale preparazione, un naturale addestramento a tutto questo anche negli anni precedenti. Molti degli astronauti vengono dal mondo militare, sono militari d'élite, sono piloti, collaudatori e quindi sono persone che hanno iniziato a coltivare questo profilo psicologico addirittura molti anni prima di entrare all'Agenzia Spaziale. Poi, chiaramente, il processo di addestramento è effettivamente la persona giusta. Infatti gli americani fin dagli anni 60 dissero la roba giusta che devi avere per essere effettivamente un astronauta.

Speaker 2:

Prima tu hai citato la parola invecchiamento e tu, in effetti, sei stato forse uno dei primi, se non il primo medico italiano a ottenere una certificazione in medicina anti-aging negli Stati Uniti. Ecco, a parte l'aspetto business, cosa ti ha spinto a specializzarti in questo campo?

Speaker 3:

e poi, com'è che l'invecchiamento influisce anche sulla sfera emotiva delle persone. Ma allora l'interesse è venuto proprio per via degli astronauti. Quando io ho iniziato a lavorare all'Agenzia Spaziale Europea, eravamo agli inizi della Stazione Spaziale Internazionale, che adesso invece è ormai nella sua fase finale, e quindi ci si preparava alle missioni di lunga durata. E appunto, c'era uno di questi grandi temi è come si fa a sostenere la salute e la prestazione degli astronauti a lungo nello spazio e quindi a prevenire questo processo di invecchiamento accelerato. Tanto per darti dei numeri sei mesi nello spazio, se un astronauta non fa attività fisica, non fa esercizio, non viene nutrito bene, equivalgono a dieci anni a terra come velocità di invecchiamento. Quindi il programma che effettivamente si costruisce per ogni astronauta per prevenire questo processo è molto dettagliato ed è molto specifico.

Speaker 3:

Questo mi ha avvicinato al tema dell'invecchiamento. Poi negli Stati Uniti, stando molto negli Stati Uniti, sono stato testimone della nascita di questa medicina anti aging, la medicina medicina funzionale, la medicina della longevità, e quindi ho pensato che effettivamente non è forse questo anche uno dei più grandi temi per la società di oggi sulla Terra, come far invecchiare le persone in una condizione di maggior salute? e per cui ho poi preso questa strada. Ho poi preso questa strada.

Speaker 3:

La sfera emotiva, sai, guarda, non voglio esagerare perché sto parlando, ovviamente con uno psicologo, però mi viene quasi da dire che è tutto. Sai, perché è anche la ragione, come tu ben sai, è anche la ragione fondamentale per cui le persone scelgono comportamenti poi diciamo distruttivi o dannosi, e la ragione anche per cui invece sono in grado di non scegliere, di evitarli e di seguire un percorso di vita diciamo più lineare. Per quello che riguarda la salute, quindi, la sfera emotiva è fondamentale. Oggi ci sono tanti dati che ci indicano anche quanto la sfera emotiva abbia un impatto diretto anche sui processi dell'invecchiamento biologico. Quindi non è soltanto l'aspetto del benessere psico emotivo, ma è proprio che il benessere psico emotivo influisce sulla funzionalità delle nostre cellule e dei nostri organi.

Speaker 2:

Anche perché è chimica.

Speaker 3:

È certo, infatti, e credo, tutto sommato, che se ne parli ancora troppo poco, di questo C'è ancora, sai, la medicina moderna. C'è ancora, sai, la medicina moderna. C'è ancora un po, insomma, questa suddivisione, no, questa distanza tra la sfera psicologica e la sfera organica, in realtà, insomma, la medicina integrata, l'apnea esatto, la psico neuro endocrinologia, dagli anni 90 comunque, ha fatto convergere i temi sì, sì, esatto, però sai, nella pratica, poi quotidiana, la tendenza a dimenticarsi di questa cosa. Invece, io credo che sia importante ricordarsela.

Speaker 2:

Hai fondato un metodo che porta il tuo cognome, per l'appunto il metodo Ongaro, che è un approccio integrato al benessere psicofisico, come stavamo dicendo poco fa, in sostanza, come aiuti le persone a gestire meglio se stesse e le proprie emozioni all'interno del proprio corpo meglio se stesse, le proprie emozioni all'interno del proprio corpo.

Speaker 3:

Ma guarda, noi lavoriamo in principal modo sul tema delle abitudini, cioè il fuoco del nostro lavoro è cercare di trasformare quello che viene suggerito a una persona o da specialisti che collaborano con noi, o da specialisti invece che non conosciamo nemmeno nell'ambito della nutrizione, dell'attività fisica, della gestione dello stress, trasformare queste prescrizioni in abitudini quotidiane.

Speaker 3:

Questo è un po il centro della nostra attività e credo che, diciamo, molti elementi che nascono dalle neuroscienze oggi ci aiutano a capire meglio cosa sono le abitudini, come funziona la ricerca di gratificazione, tutto il discorso che ruota attorno alla dopamina, e quindi hanno anche smontato un po' la tesi che chi si applica in un regime di salute è per forza uno devoto al sacrificio, alla rinuncia, eccetera, e invece gli altri sono persone pericolose, pigre, che non riescono mai a darsi da fare.

Speaker 3:

Ecco, tutto questo viene un po' smontato oggi, perché in realtà il traino di qualsiasi comportamento è poi, alla fine, la ricerca di gratificazione e noi cerchiamo quindi, in un certo senso, di sostituire delle gratificazioni che fanno a lungo termine male con un percorso che ti porta ad apprezzare delle cose. Quindi sentiti gratificato anche quando a lungo termine in realtà ti fanno bene. È un po il tema del piacere immediato. Il ritardo della gratificazione non è facile, ma credo che sia una variabile su cui ancora pochi lavorano. Ed è di grande importanza perché alla fine, se no, la prescrizione rimane un pezzo di carta che una persona ogni tanto guarda, ma che non riesce però a mettere in pratica.

Speaker 2:

Ecco chi legge il tuo libro che si chiama come il tuo metodo. Che tipo di pratiche si trova di fronte? Cosa potresti consigliare in maniera spicciola, così a chi ci ascolta?

Speaker 3:

Beh, allora diciamo noi lavoriamo fondamentalmente su tre assi, che sono appunto la nutrizione, l'allenamento fisico e quello che noi chiamiamo il lavoro interiore, che è, diciamo, un prendere anche maggior consapevolezza della propria, delle proprie emozioni, di come si sta, dei livelli di stress che si vive. E poi noi abbiamo, ma non abbiamo inventato niente. Alla fine abbiamo tradotto determinate conoscenze che emergono dalle neuroscienze in dei protocolli di lavoro che possiamo aiutare la persona a mettere in pratica. Tutti, quando iniziano a fare attività fisica, pensano già al risultato che vogliono avere sull'organismo e quindi iniziano subito con un dosaggio molto elevato che li porta in genere a mollare pochi giorni dopo perché è insostenibile. Quindi noi li aiutiamo a partire con dei dosaggi che sono quasi dei giochi. Vuoi camminare tutti i giorni? Sì, ma inizia a camminare solo per diecii. Però quei 10 minuti non saltarli mai sull'alimentazione, anche se possono usare tante di queste strategie.

Speaker 3:

Cioè invece di dire da lunedì cambierò tutta la mia nutrizione, che poi è sempre lunedì, il famoso lunedì, che non arriva mai, tra l'altro esatto e invece magari dire inizia tutti i pasti con un piatto di verdure, poi al resto ci penseremo dopo, o addirittura inserire delle gratificazioni pilotate, cioè vuoi sviluppare l'abitudine a fare l'attività fisica? ok, ti dico bene, ogni volta che ti alleni ti puoi concedere una piccola porzione di qualcosa di dolce, se proprio ce la fai. Poi a lungo termine queste cose possono essere ulteriormente modificate, ma la fase cruciale sono i primi tre, sei mesi, perché è lì che le abitudini si formano ed è lì che anche la maggior parte delle persone poi molla. In realtà.

Speaker 2:

Insomma, ecco, tutti quelli che come noi fanno professioni d'aiuto e si trovano a dare consigli più o meno pratici alle persone, poi si devono mettere anche davanti allo specchio. Tu hai uno specchio quotidiano, che è quello, per esempio, dei social media. Sei molto seguito dai consigli, ovviamente il tuo lavoro, ma poi alla fine tu i consigli riesce a darli anche a te stesso, cioè predichi bene e razzoli bene.

Speaker 3:

Beh no, posso dire di sì assolutamente, ma non perché sono perfetto, perché è lungi da me da dire questo, ma perché io in realtà sono arrivato alla medicina attraverso la pratica. Io sono sempre stato uno sportivo e quindi ho fatto delle abitudini quotidiane della mia vita il mio sistema di ancoraggio, per cui posso dire assolutamente di predicare quello che pratico, e se qualcuno mi viene a trovare a casa sa che sia io che mia moglie Sonia, insomma, quelle cose che suggeriamo le mettiamo in pratica tutti i giorni. Poi, certo che noi ci concediamo, come è giusto che sia, il riposo, lo sgarro, il divertimento, perché fa parte della vita. Ci mancherebbe altro. Però le cose importanti che suggeriamo alle persone sono cose che conosciamo bene, che mettiamo in pratica tutti i giorni.

Speaker 2:

Filippo Ongaro grazie per essere stato con noi.

Speaker 3:

Grazie mille.

Speaker 2:

Trucchi del mestiere. Il tema di questa puntata è costruire abitudini positive. Il primo esercizio è crea una routine di consapevolezza. La mindfulness è una pratica potente che ti aiuta a vivere nel momento presente, a ridurre lo stress. Vorrei che iniziassi scegliendo un'attività quotidiana, come magari lavarti i denti o fare il caffè, o camminare per andare a lavorare, e vorrei che ti impegnassi a farla con piena consapevolezza, cioè nota proprio i dettagli sensoriali mentre la fai. Che ne so? il sapore del dentifricio, il suono della macchinetta del caffè, il ritmo dei tuoi passi o la sensazione del piede che si appoggia sul marciapiede o sulla strada, che non è sempre regolare. Ogni volta che la tua mente si distrae da questa attività di consapevolezza, quando lo noti, riportala gentilmente all'attività che stai svolgendo. Man mano che ti abitui, estendi la pratica di consapevolezza a più momenti della giornata, come magari durante i pasti o mentre ascolti qualcuno che parla. Puoi anche dedicare 10 minuti al giorno a una sessione di meditazione formale, sedendoti in un luogo tranquillo e concentrandoti sul respiro. La mindfulness non solo ti aiuta a gestire meglio lo stress, ma ti permette anche di apprezzare di più i momenti semplici della tua vita. Il secondo esercizio di questa puntata è il rituale di concentrazione Quando ti senti disperso tra mille impegni. Crea un rituale per riportare il focus, per riconcentrarti. Per esempio, ogni volta che inizi un compito importante, chiudi gli occhi per qualche secondo, fai un respiro profondo e ripeti mentalmente sono concentrato su questo momento. Questo piccolo atto può fare la differenza nella qualità del lavoro e della presenza mentale. Puoi personalizzare il rituale aggiungendo un gesto specifico, come bere un sorso d'acqua o accendere una candela prima di iniziare un'attività. Dopo un mese di pratica, osserva se il tuo livello di concentrazione è migliorato e se hai ridotto il tempo che perdevi in distrazioni inutili.

Speaker 2:

Terzo esercizio di questa puntata lo chiamiamo tre respiri di consapevolezza. Se ti trovi a scorrere in modo compulsivo il telefono, magari con quella roba che si chiama doom scrolling, o a procrastinare, fermati Quando te ne accorgi. Fermati, non indugiare. Fermati e fai tre respiri profondi. Inspira contando fino a quattro e espira contando fino a sei. Durante questi respiri, osserva cosa stavi facendo e chiediti la cosa che sto facendo mi è utile, mi sta facendo bene». Questo esercizio aiuta a spezzare i comportamenti automatici portando delle piccole isole di consapevolezza mentre li metti in atto, e ti aiuta quindi anche a prendere decisioni più consapevoli. Dopo aver praticato più volte, prova a notare se hai sviluppato maggiore consapevolezza sui momenti in cui perdi il controllo sulle tue azioni. Usa questa tecnica anche prima di prendere decisioni importanti, come rispondere a un messaggio difficile o iniziare una nuova attività, e poi valuta i risultati nel tempo, il che ti permette ancora una volta di aumentare la consapevolezza su quello che ti succede. Ancora una volta diamo il benvenuto a Davide Burchiellaro, responsabile di Genteit. Ciao, davide, ben ritrovato.

Speaker 4:

Buongiorno a tutti e ben ritrovati anche a voi.

Speaker 2:

Parliamo, come sempre, di intelligence generazionale, cioè andiamo a vedere che cosa succede tra una generazione e l'altra. Nel tuo mirino questa volta la generazione x, che insomma è pietosamente la nostra, diciamo quella intorno ai 50, perché, come avevamo notato in altre puntate, effettivamente la nostalgia è ormai una caratteristica di gusto, di spesa, di marketing, di profilo delle generazioni più giovani, che hanno nostalgia di qualcosa che poi magari era il nostro passato prossimo o remoto, e per loro è una cosa quasi sconosciuta. Ma a noi chi ci pensa? Cioè la generazione X che fine fa? Galleggia su una nostalgia lontanissima, non ha diritto di cittadinanza? che cosa passa nelle zucche e nelle vite di quelli che hanno più o meno?

Speaker 4:

45-50 anni. Hai detto bene, siamo alla ricerca di un diritto di cittadinanza, che è sempre difficile. È stato sempre difficile per la generazione hicks da trovare, in quanto è una generazione che ha sempre avuto dei tipi, le difficoltà a imporsi, anche perché viene dopo una generazione che era stata mitologica, cioè quella dei boomer che avevano preso tutti i posti di potere. È stata una generazione abbastanza distrattata. Detto questo, è una generazione che adesso si sente vecchia, no, e scopre però ad ogni piè sospinto di essere vecchia, cioè basta pochissimo per rendersi conto che che qualcosa è finito, che un pezzo della propria vita è finita. E questo getta abbastanza nella depressione, però fa anche ridere in alcuni aspetti, per esempio.

Speaker 4:

Per esempio, siamo ossessionati dalla mistica degli anni 80, come dice un sondaggio che è stato fatto dalla KMG, che racconta appunto di quanto noi siamo totalmente presi e ossessionati da tutto quello che è successo negli anni 80, e ancora però lo percepiamo come presente. Che questa è una cosa strana, però lo percepiamo come presente e addirittura lo si vede, questo, in come vestiamo i marchi a cui siamo affezionati, cosa che magari i boomer no, perché si adeguano di più. Oggi invece noi siamo ancora legati se qualcuno ci vende qualcosa che portavano i paninari, sicuramente noi lo andiamo a prendere. Oppure recentemente abbiamo visto gruppi che sono tornati a suonare dai Metallica a Milano, ai Duran Duran, e anche lì grande nostalgia, grande voglia di rivivere quelle situazioni. La differenza forse con le generazioni precedenti è proprio la volontà di riviverle quelle situazioni, mentre a livello di boomer è più difficile che ci sia voglia di rivivere a un concerto, con un modo di vestire, eccetera. Quindi è proprio caratteristica della generazione X avere un'ossessione, l'ossessione di invecchiare.

Speaker 2:

Che poi, tra l'altro, dà anche uno strano fenomeno, che è quello dello specchio a senso unico. Dello specchio a senso unico, cioè questo legame molto forte con le ere della propria vita in cui di fatto si funzionava o si facevano cose completamente diverse, ha un po' sclerotizzato nella nostra mente l'autopercezione, cioè l'immagine proprio anche corporea, come se ci fosse un avatar bloccato nel tempo. Ecco, la cosa singolare è che questo avatar si sblocca quando vedi l'evoluzione che il tempo ha comportato sugli altri. Per esempio i gruppi musicali che citavi tu prima, o anche altri. Li vedi dal vivo su un palco lontano, no problem, perché tanto l'energia è la stessa, la lontananza e la miopia fanno il resto. Ma se tu li vedi in televisione o li vedi in fotografia, e abbastanza da vicino, magari in maniera un po' impietosa, ti scattano delle affermazioni che ti dicono guarda che roba incredibile, ma com'è invecchiato. Ma non lo dici per prenderlo in giro, lo dici perché credevi di mettere un po' il tuo avatar bloccato anche su tutto quello che aveva la stessa età.

Speaker 4:

E poi invece questa roba frana esattamente così, è proprio esattamente questo che succede ed è singolare perché fa franare anche un po' tutto il nostro sistema, il sistema anche di come ci vediamo prima e anche di come ci relazioniamo agli altri non capire che per esempio un certo brand, un certo brand aveva un senso a quell'epoca e adesso non ce l'ha più, oppure gioire, paradossalmente, al contrario, gioire perché un certo brand è stato rieditato, ritirato fuori, proprio per sfruttare questo effetto nostalgia ti faccio un esempio su tutti, perché fa molto ridere.

Speaker 2:

Guarda, qualche tempo fa mi è venuto in mente, ti ricordi quelle cinture con il patacone, che erano del charro. Certo, il charro. Allora, io sono andato su Amazon a guardare se esiste ancora il charro. no, e sai cosa mi è venuto fuori Gli occhiali da presbite del charro. Beh, fantastico, è esattamente questa cosa qui.

Speaker 4:

Assolutamente è proprio questo, è questo che succede. Però ecco, questa è la dice lunga perché non succede con le generazioni precedenti la nostra. Quindi la dice lunga anche su come noi elaboriamo le cose, forse più lentamente di altre.

Speaker 2:

Davide Burchiellaro, responsabile di Genteit. Grazie per essere stato con noi. Grazie a voi. La letteratura scientifica. In questa puntata il tema è adolescenza e salute mentale, screen time e sperimentazione di sostanze. Gli adolescenti che passano più tempo sui social media inviando messaggi o video chattando hanno una probabilità maggiore di sperimentare alcol, nicotina o cannabis. Questo suggerisce che una gestione consapevole del tempo trascorso online potrebbe essere cruciale per prevenire comportamenti a rischio, cannabis e psicosi. Gli adolescenti che usano cannabis mostrano maggiori sintomi di psicosi e di stress, supportando l'ipotesi di una vulnerabilità condivisa e l'uso della sostanza come automedicazione. Interventi educativi mirati potrebbero mitigare tali rischi. Sonno irregolare e regolazione emotiva nei bambini. Orari di sonno incoerenti nei bambini sono legati a una regolazione emotiva meno efficace, maggiore impulsività e difficoltà sociali. Interventi precoci possono migliorare il benessere emotivo e comportamentale. Futuro prossimo. Salutiamo come sempre Gianluca Riccio di futuroprossimoit. Ciao e benvenuto.

Speaker 2:

Ciao, ale, buonasera a tutti, salve a tutti, allora una cosa interessante per chi fa psicoterapie scientifiche e moderne è poter dare degli esercizi forti, come per esempio una tristezza veramente intensa, pari a quella di un lutto, oppure una rabbia particolarmente intensa o in fase acuta. Gli esercizi che si danno da fare ai pazienti sono carta e penna, cioè si chiede al paziente di scrivere o di scrivere tutto sommato quello che è accaduto e che l'ha traumatizzato e continuare a scriverlo e poi magari scriverlo dalla fine all'inizio, o di scrivere come se potesse scrivere una lettera al caro estinto, o di scrivere usando la penna come se fosseivamente diteggiare virtuosamente su una tastiera, come facciamo più o meno tutto il giorno con la messaggistica istantanea. Non ha lo stesso tipo di effetto sulla modulazione delle emozioni. Questo per quanto riguarda la terapia, ma in generale, fuori dalla terapia e dai documenti ufficiali, chi scrive ancora a mano? e ha senso continuare a scrivere a mano? oppure basta anche la scrittura digitale? Gianluca?

Speaker 1:

La tua garbata domanda negli ambienti accademici è diventata una rissa vera e propria, sempre a colpi di studi e di ricerche, intendiamoci. Ma ha veramente carattere bellicoso perché nel 2024, appena trascorso, c'è stato uno studio molto interessante di alcuni ricercatori norvegesi che avrebbe confermato quello che dicevi prima in qualche modo, cioè che la scrittura a mano abbia comunque un valore profondo perché attiva connessioni cerebrali significativamente più elaborate rispetto alla digitazione. Ma ad inizio di quest'anno è arrivata una doccia fredda per quello studio, perché altre due scienziate per un'università spagnola ed una francese, hanno smontato pezzo per pezzo questa ricerca, definendola un garbuio metodologico. Ecco chi ha ragione tra questi due gruppi e perché? questa disputa in realtà potrebbe cambiare i programmi scolastici? Molto semplicemente, il primo studio. Facciamo un passo indietro.

Speaker 1:

Il primo studio dell'Università Norvegese di Scienza e Tecnologia osservava 36 studenti mentre scrivevano alcune parole, prima con una penna digitale e poi con un dito su una tastiera, insomma, scrivendo sui tasti. Gli elettroencefalogrammi hanno rivelato un picco di attività nelle aree del cervello legate alla memoria, al movimento, solo durante la scrittura a mano. Ok, quindi il cervello riceverebbe dei feedback unici dalla pressione della penna, dalla forma delle lettere e come viaggiare attraverso una parola, spiega l'autrice di questo studio, audrey van der Mer. Ma c'è un problema, però nessuno ha chiesto agli studenti di imparare quelle parole nello studio. Questi hanno solo copiato dei termini che erano già noti. Quindi l'obiezione mossa da Svetlana Pinet dell'università francese e Marieke Lonkamp dell'università di Montpellier, è metodologica sì, in uno studio rispondono e dicono qui ci sono tre punti deboli.

Speaker 1:

Sostanzialmente gli studenti digitavano con un solo dito, che è un metodo innaturale, perché si scrive di solito anche con una mano o con entrambe le mani. Anche sulla tastiera scrivevano senza staccare la penna dallo schermo, che è un'azione rara nella vita reale, e il campione poi convolgeva degli adulti, non dei ragazzi in via di sviluppo, insomma in fase di sviluppo, un guazza buio, e loro dicevano che servono dei test un po' più precisi. Ma non è l'ultima parola questa qui, perché la Van Der Mer, l'autrice norvegese, sta conducendo un nuovo studio su adolescenti che usano scrittura a mano direttamente sul foglio di carta e ci sono già delle prime anteprime, diciamo non ufficiali, che trapelano e che confermano il valore chi scrive appena ricorda meglio i concetti a distanza di una settimana, ad esempio, mentre chi digita produce testi più lunghi ma meno strutturati. Questo è importante perché in questo modo noi non santifichiamo la tecnologia né la demonizziamo. Semplicemente la utilizziamo per quello che serve.

Speaker 1:

Per cui eliminare la scrittura a mano dalle scuole, come sostiene qualcuno, sarebbe come smettere di insegnare a nuotare, perché ormai esistono i salvagenti. Saper utilizzare la penna nei momenti in cui c'è più utile per memorizzare delle cose o dei concetti chiave e usare la tastiera in altri momenti potrebbe essere il bingo, e questo sia nella realtà di tutti i giorni sia nei programmi scolastici.

Speaker 2:

Che è un po' quello che è successo anche con la matematica. no, smettere di fare calcoli a mente, perché prima tanto c'erano le calcolatrici e poi adesso ci sono tutti gli altri device, ha un po' atrofizzato la mente logica e matematica, risollevata magari soltanto da una sua effazione all'informatica no-transcript, li chiamano così, cioè si scrive con una penna su carta digitale che però converte gli appunti in un testo modificabile.

Speaker 1:

In qualche modo è un device che non cattura l'attenzione, non è stressogeno, adatto a chi va a scuola. Si preservano i benefici neurali della scrittura a mano.

Speaker 2:

Eropuntini all'interno della pagina del quaderno preposto, ma dal 2025 è nata una prima penna che è in grado di scrivere con dei sensori e delle microcamere su qualunque tipo di foglio, eliminando quindi anche il business del dover comprare per forza quei quaderni con i micropuntini anche il business del dover comprare per forza quei quaderni con i micropuntini.

Speaker 1:

Fantastico, può essere il primo passo verso una democratizzazione di questa tecnologia. Vediamo se le scuole ricorderanno questa cosa che ci stiamo dicendo. Magari, se la scrivono da qualche parte, la ricordano Gianluca Riccio FuturoProssimoit grazie.

Speaker 2:

Grazie a te. Belle notizie, salute globale e progresso sociale. Grazie a te. a lunga durata d'azione, il lena capovir, che ha dimostrato un'efficacia del 99,9 per cento nel prevenire l'infezione da capiv. questa terapia preventiva, da somministrare solo due volte l'anno, potrebbe rivoluzionare la lotta all'ids, fornendo un'opzione molto più semplice e accessibile su larga scala rispetto alle pillole quotidiane di naturalmente prevenzione. Meno morti infantili che mai.

Speaker 2:

la mortalità infantile globale ha toccato un minimo storico. Stando agli ultimi dati disponibili, nel 2022 il numero di decessi sotto i 5 anni è sceso sotto i 5 milioni per la prima volta, dimezzandosi rispetto ai primi anni 2000. Il tasso mondiale di mortalità under 5 è passato da 93 per mille nati vivi nel 90 a circa 37 nel 2022, grazie ai miglioramenti nell'accesso ai vaccini, alle cure neonatali e alla sanità di base in molte aree del mondo. Istruzione in crescita la scolarizzazione primaria a livello mondiale è in costante aumento. L'UNESCO riferisce che il tasso netto di iscrizione alla scuola primaria ha raggiunto il 95% nel 2024, in crescita rispetto al 91% del 2020. Progressi notevoli si registrano in Africa subsahariana, dove la quota di bambini a scuola è salita dall'80% all'88% nello stesso periodo. Questo significa che sempre più bambini, ovunque nel mondo, iniziano la vita con una educazione fondamentale, ponendo le basi per un futuro migliore.

Speaker 2:

Relief è il primo servizio di sollievo psicologico rapido per le emergenze emotive di tutti i giorni.