
Relief: il podcast.
Relief è il primo servizio di sollievo psicologico rapido dedicato alle emergenze emotive e al benessere quotidiano. Ha sede a Milano e funziona dal vivo in metropolitana (MM5, fermata Isola) e on line su www.reliefpsicologico.it.
Questo podcast racchiude storie di persone, consigli psicologici pratici e tecnici per affrontare meglio la vita di tutti i giorni, letteratura scientifica, consigli di lettura e buone notizie.
Conduce Alessandro Calderoni, psicologo e psicoterapeuta, ideatore del servizio, già voce a RMC e Virgin Radio.
Relief: il podcast.
#5-6 Pressione, Razzismo e Resilienza. Ospite: Mario Balotelli
Che cosa significa davvero affrontare la pressione costante dei riflettori, gli insulti razzisti e le critiche spietate? Ospite dello psicoterapeuta Alessandro Calderoni, Mario Balotelli, uno dei calciatori più amati e discussi della sua generazione, ci porta oltre l'immagine pubblica per rivelare l'uomo dietro il personaggio.
In questa conversazione sorprendentemente intima, Balotelli condivide come l'esperienza dell'adozione e le sfide dell'infanzia abbiano plasmato la sua sensibilità verso gli altri, rendendolo "una persona fondamentalmente buona, che non riesce a vedere soffrire il prossimo". Scopriamo un lato raramente mostrato del campione quando rivela: "La famiglia è stato il mio punto di forza nei momenti dove perdevo il mio equilibrio".
Forse la rivelazione più potente arriva quando parla del suo percorso psicologico: "Ho fatto quattro anni di terapia e ho imparato a conoscermi". Questa consapevolezza gli permette oggi di gestire ansia e rabbia con una nuova serenità, dimostrando come la crescita personale sia un viaggio che continua ben oltre il campo da gioco.
L'episodio si arricchisce con preziosi "trucchi del mestiere" per sviluppare resilienza attraverso la visualizzazione, l'apprendimento dalle sfide e la celebrazione dei propri traguardi. Completano il quadro stimolanti riflessioni sulla cultura della nostalgia con Davide Burchiellaro, sulle frontiere della neuroergonomia con Gianluca Riccio.
Le tre ricerche scientifiche della puntata parlano di sincronizzazione cerebrale tra umani e cani, connessioni neurali nei giovani depressi, meditazione per ridurre il craving.
Infine, le tre “belle notizie” riguardano un'intelligenza artificiale di Stanford per diagnosticare precocemente l'Alzheimer, l'aumento del numero di tigri selvatiche nel mondo e alcuni progetti di architettura sostenibile e inclusiva tra Romania e Paesi Bassi.
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il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi, le interviste e i racconti di alessandro calderoni, in collaborazione con genteit ben ritrovati.
Speaker 2:Nuova puntata di relief, il podcast collegato al servizio di sollievo psicologico rapido che ha sede fisicamente a milano, in metropolitana, fermata isola della linea lilla, oppure per tutti online a partire da wwwreliefpsicologicoit. In questa puntata l'ospite è Mario Balotelli. Durante il nostro colloquio Mario condividerà le esperienze riguardo alla pressione emotiva del giocare in tanti paesi che hanno caratterizzato la sua brillantissima carriera calcistica. E poi parleremo con lui anche della gestione delle critiche e delle difficoltà legate alla discriminazione raziale, nonché alla sua visione del futuro dopo il calcio. Gli esercizi, cioè i trucchi del mestiere di questa puntata includono il potere della visualizzazione, cioè visualizzare un obiettivo raggiunto per rafforzare la fiducia e la motivazione, sviluppare la resilienza attraverso le sfide, riflettere su eventi difficili per identificare le lezioni apprese e celebrare i tuoi traguardi, cioè prenderti del tempo per riconoscere e celebrare i successi personali che hai raggiunto.
Speaker 2:Con davide burchiella, rodigente, punto it, il tema riguarda la nostalgia, il revival degli anni 90 e 2000, spesso visto come un rifugio a causa della mancanza di idee nuove. Questo ritorno al passato è un po interpretato come un modo di ritrovare le proprie radici e di cercare sicurezza in tempi storici precedenti. Con gianluca riccio di futuro prossimoit, invece, il tema è la neuroergonomia nel lavoro, cioè l'uso di dispositivi per monitorare e aumentare l'efficienza lavorativa tramite la lettura dell'attività cerebrale. Le tre ricerche scientifiche che vi proponiamo sono sincronizzazione cerebrale tra umani e cani.
Speaker 2:Connessioni cerebrali nei giovani depressi, studiando la connettività alterata per migliorare le diagnosi e le terapie. Mindfulness e dipendenza, dove la meditazione migliora il controllo cerebrale e riduce il craving. Tre belle notizie, invece, che riguardano un'intelligenza artificiale di Stanford per diagnosticare precocemente l'Alzheimer, un aumento del 74% nel numero di tigri selvatiche nel mondo e il New European Bauhaus, che di fatto è un concorso che premia progetti di architettura sostenibile e inclusiva, ad esempio il Parco Forestale in Romania, che di fatto è davvero qualcosa di interessantissimo. Cominciamo Il caso. In questa puntata di Relief ospitiamo Mario Balotelli. Ciao, mario, benvenuto e grazie per essere qui con noi.
Speaker 3:Buonasera. A tutti un abbraccio.
Speaker 2:Allora tu hai giocato in un sacco di squadre prestigiosissime in Italia, all'estero, oltre che naturalmente in nazionale. Ecco, è una pressione emotiva continua, anche se uno poi si abitua sin da giovanissimo ad avere sempre un pubblico che ti incita, ma che pretende anche delle cose da te. Però è sempre una pressione. Inoltre, cambiare pubblico quando si cambia squadra moltiplica questa pressione. E poi, se hai anche andato all'estero, a seconda del paese in cui sei stato, c'è un modo diverso di fare tifo, c'è un modo diverso di accoglierti, eccetera, eccetera. Ecco, adattarti a tanti modi e a tante culture è stato faticoso nella tua carriera o è stato divertente nella tua?
Speaker 3:carriera o è stato divertente. ti dirò per me è stato abbastanza divertente perché scoprire persone nuove, costumi nuovi a me ha sempre interessato e incuriosito, mentre a livello calcistico alla fine cambia ben poco, perché nel campo devi fare quello che fai in Italia, lo devi fare in Turchia, lo devi fare in Inghilterra, lo devi fare in Svizzera o in Francia o in Spagna che sia. Quindi in campo diciamo che è sempre stato l'obiettivo mio di far bene, di far gol e non cambiare il paese dove stessi giocando, mentre i costumi e le culture sì, è assolutamente stata una cosa curiosa e molto bella da scoprire.
Speaker 2:Qual è il pubblico peggiore da gestire? A?
Speaker 3:gestire.
Speaker 2:Sì, nel senso quello che magari ti mette più pressione.
Speaker 3:Per dove ho giocato. Io penso Allora più pressione, sinceramente, a me, per come sono fatto. Io non so se dirti abbastanza o molto. Bene, però una via di mezzo. Diciamo che sono bravo a gestire le pressioni, anzi, do il meglio di me sotto pressione. Però ti direi l'Italia, ti direi l'Italia poi, tra l'altro, il ruolo dell'attaccante.
Speaker 2:Poi dell'attaccante puro è uno dei ruoli in cui la pressione si sente di più, perché ovviamente è uno dei ruoli in cui la pressione si sente di più perché è ovviamente uno dei ruoli in cui viene richiesta più performance.
Speaker 3:Questo tipo invece di responsabilità è una cosa alla quale ti abitui, come con l'esperienza, o semplicemente perché uno deve esserci un po' tagliato secondo me uno deve esserci un po' tagliato e poi prendi col tempo anche più fiducia in te stesso e sei più consapevole dei tuoi mezzi. Però sì, diciamo che dopo due anni, che magari giochi in Serie A, hai più convinzione dei primi esordi. Diciamo cosìiamo, così. Quella viene col tempo ovviamente.
Speaker 2:La tua carriera è stata spesso sotto i riflettori, non soltanto per le performance in campo, ma anche per eventi fuori campo. A volte sono piovute anche critiche, magari per comportamenti ogni tanto un po' discontrollati piuttosto che impulsivi. Ecco lì, quando sono arrivate queste critiche, come hai fatto poi a mantenere o ritrovare equilibrio?
Speaker 3:Io ho sempre avuto tanta forza da parte della mia famiglia. Sono sincero, nei momenti dove tra virgolette perdevo un po' più il controllo interno mio, cioè che perdevo il mio equilibrio, diciamo mi rinchiudevo con la famiglia, con mio fratello, con mia mamma, con mio papà, con i miei fratelli e con gli altri fratelli, e diciamo che la famiglia è stato il mio punto di forza. Anche pochi amici che avevo e che ho ancora, e magari nel giorno libero lo passavo con loro senza toccare il telefono e sentivo un po' le opinioni di tutti si ride, si scherza, si parla di altre cose e mi rigeneravo le forze. Io così, perché se ti concentri troppo sul mondo esterno, soprattutto quando giochi a calcio, penso che diventi pazzo.
Speaker 2:Penso, quando giochi a calcio penso che diventi pazzo, penso tu hai iniziato a giocare giovanissimo e di fatto hai costituito anche uno dei primi baluardi di calcio internazionale, e con pelle di colore diverso in Italia, però con accento bresciano, il che non ti ha risparmiato a volte da attacchi chiaramente di discriminazione. Oggi queste cose sembrano un pochino differenti, perché la cultura è in qualche modo cambiata, anche se in ambito calcistico, quando c'è l'odio del tifo avverso, non sempre, come ci insegna la cronaca, tutto cambia. Ma quello che mi interessa capire è invece, rispetto a quel tipo di insulti o di discriminazione, che strategia hai adottato tu per affrontare quelle esperienze e anche che messaggio vorresti trasmettere a livello di difficoltà e di inclusione sicuramente il razzismo esiste, perché non sarebbe stupido negarlo.
Speaker 3:Però nel calcio so anche che il più delle volte viene usato un insulto che poi è razzista.
Speaker 3:Però viene usato più come insulto, non tanto per il razzismo, perché sanno che lì ti possono far male. Io non credo che tutti quelli che usano determinati insulti siano veramente razzisti. Ovviamente è sbagliato, è giusto reagire in maniera. Ovviamente io ho avuto delle reazioni anche un po' così impulsive in passato rispetto al razzismo nello stadio, però poi capisci che devi mobilitare più persone, persone anche importanti, la Lega e cose del genere per avere dei risultati, perché arrabbiarsi singolarmente alla fine non porta a niente. Quindi è sempre meglio ragionare e pensare per le persone, i giocatori o comunque anche nella società, per le persone che non possono difendersi, e dare una mano anche a loro, perché una reazione mia singolare non può aiutarle, mentre sedendosi con persone che possono cambiare determinate cose e cercando di cambiare, come poi hanno provato a fare, e visualizzando chi faceva un insulto bannandolo dal campo o dallo stadio, così può aiutare un po' di più. Però ti dico che quando sei in mezzo a campo non è facile. La prima cosa che ti viene è o la vai via dal campo o li mandi a quel paese.
Speaker 2:Questa è la verità le sfide più significative, però, sono forse arrivate dalla tua infanzia, inclusa anche l'adozione da parte poi della tua famiglia italiana, quindi proprio dalla famiglia Balotelli. In che modo le esperienze della tua infanzia hanno influenzato poi la tua crescita, sia a livello di emozioni sia a livello di carriera? Cioè, in cosa aver avuto esperienze difficili ti ha aiutato, magari formandoti, e in cosa invece magari ti ha ostacolato?
Speaker 3:a formarmi come calciatore o come persona no, come persona, e quindi anche come come umano che affronta sfide anche professionali beh, come persona, sicuramente mi ha aiutato a essere un po' una persona fondamentalmente buona, che cerca sempre di aiutare gli altri, che non riesce a vedere soffrire il prossimo. Faccio fatica, soprattutto se sono persone vicine a me, alle quali voglio bene, che cerca di evitare quello che ho passato io agli altri. Ecco, questo ha compurato a me. Poi è normale che a livello mio personale ho dovuto fare un lavoro, perché, appunto, sia nel calcio che nella vita mi ha dato dei pro, tra virgolette ma mi ha dato anche tanti contro a livello caratteriale, perché quando ero più giovane ero impulsivo, mi arrabbiavo facilmente, avevo dei vuoti non colmati all'interno, quindi che venivano fuori, magari nei momenti che non me lo aspettavo.
Speaker 2:è un essere umano che va tendenzialmente in pensione in un momento della vita molto lontano dalla vecchiaia. Cioè, noi che facciamo lavori normali sempre che abbiamo una pensione ci andiamo quando siamo anziani. Lo sportivo, invece, dalla sua attività tende, ovviamente, per ragioni fisiche, a smettere molto, molto prima e questo a volte crea dei momenti di stallo, di vuoto, di crisi o di necessità di reimmaginare il proprio futuro. Ecco, tu sei over 30 e quindi, di fatto, in un modo o nell'altro, quel momento si avvicina. anche se sei un giocatore attualmente attivo, una parte della tua mente ci penserà Come lo vedi in qualche modo, non tanto sotto il punto di vista professionale, ma sotto il punto di vista proprio emotivo il tuo futuro lo vedo con la famiglia, con i bambini.
Speaker 3:Non ho tutta questa paura di lasciare poi un giorno il calcio. Sono sincero anche perché l'ho vissuto veramente a 360 gradi. Quindi sono certo, tutti possono sempre fare un qualcosa in più. Se si guardano indietro, si può sempre migliorare. Però il giorno che lo lascerò sarò soddisfatto di quello che ho fatto e penserò a quello che non ho potuto. Non è che non ho potuto fare, però non ho potuto farlo a 360 gradi perché c'era il calcio, quindi c'erano i viaggi, c'erano le partite, c'erano gli allenamenti, e mi dedicherò a quello, a una vita normale.
Speaker 2:Non ho la paura di un giorno lasciare il calcio, sinceramente voglio chiederti un'ultima cosa, che riguarda proprio le emozioni che ci danno di solito più fastidio, che sono o sul fronte dell'ansia, o sul fronte della rabbia, o sul fronte della tristezza. Tra queste tre con quale ti sei dovuto confrontare maggiormente nella tua vita?
Speaker 3:ansia, tristezza e rabbia, e lo metterei tutte e tre. Sinceramente le dico direi tutte e tre. Mi sono dovuto misurare con tutte e tre tante volte c'è qualcuna che ti ha fatto tristezza un po di meno, probabilmente la rabbia, probabilmente la rabbia proprio capo. Scusami, mi sto dimenticando. Tristezza, rabbia e ansia e anche ansia, capo ansia. Tutte e tre le metto lì, perché se non era una era l'altra, se non era l'altra era l'altra ancora e oggi come oggi oggi come oggi ansia, forse rabbia.
Speaker 3:Non ne ho tristezza neanche perché ho trovato il mio equilibrio. Ansia forse l'ansia, l'ansia di in questo momento, magari di voler giocare. Magari qua dove sono adesso ho un allenatore un po' particolare. Non gioco, quindi vorrei cambiare. Non sapere ancora il futuro, cosa mi riserva. Mi mi reca un po' di ansia, però la gestisco abbastanza bene. Non è un'ansia brutta, la riesco a gestire abbastanza bene. Sinceramente.
Speaker 2:Come la gestisci?
Speaker 3:Ho fatto quattro anni di percorso psicologico e ho imparato? la cosa migliore che ho imparato è conoscermi e quindi capire che una determinata emozione a me crea un determinato modo di comportarmi o di reagire. Un determinato modo di comportarmi o di reagire e non perché magari io sono fatto così, ma perché mi porta fuori delle cose passate che sono quasi nel mio inconscio. Capito quindi già sapendo, avendo coscienza di questo, reagisci diversamente disinneschi il meccanismo. Esattamente.
Speaker 2:Mario Balotelli. Intanto grazie per essere stato con noi e in bocca al lupo per tutto.
Speaker 2:Grazie mille un abbraccio e a presto. Allora, trucchi del mestiere. Questa puntata la dedichiamo all'affrontare le sfide. Il primo esercizio che ti propongo si intitola Il potere della visualizzazione. Hai mai provato a immaginare te stesso mentre raggiungi un obiettivo? Questo esercizio ti aiuterà a usare la tua immaginazione per rafforzare la fiducia e la motivazione. Trova un posto tranquillo, siediti comodamente e chiudi gli occhi. Visualizza un momento futuro in cui hai già raggiunto qualcosa che desideri. Potrebbe essere un successo lavorativo o, che ne so, un miglioramento personale o magari una relazione più appagante. Immagina ogni dettaglio di questo successo e del momento in cui lo raggiungi, quindi proprio cosa indossi, chi c'è con te, che emozioni provi Mentre visualizzi, con tutti i dettagli di cui sei capace, cerca di percepire la soddisfazione e la gioia come se tutto stesse accadendo davvero. Ripeti questo esercizio ogni giorno per una settimana, dedicandogli almeno 10 minuti 10 minuti di immaginazione. La visualizzazione non solo ti aiuta a mantenere il focus sui tuoi obiettivi, ma stimola anche il tuo cervello a riconoscere le opportunità per trasformare i tuoi desideri in realtà. Annota poi queste esperienze in un diario, perché così rendi l'esercizio ancora più potente, non solo perché lo immagini e lo ripensi, ma anche perché lo scrivi, e infine puoi avere proprio una traccia concreta dei tuoi progressi.
Speaker 2:Esercizio numero due è sviluppa la resilienza attraverso le sfide, perché ogni difficoltà porta con sé un'opportunità di crescita. Non è che c'è qualcosa di difficile e dobbiamo sempre dirci ah, ci picchia, ma è una roba facile. Sempre tutto in salita. Ecco, se siamo disposti a riflettere su ciò che abbiamo imparato, ogni evento difficile, ogni sfida della nostra vita è davvero un'opportunità per apprendere qualcosa. Allora, pensa a una recente sfida che hai affrontato e scrivi una breve descrizione della situazione.
Speaker 2:Cerca di identificare i tuoi pensieri e le tue emozioni durante quell'esperienza. Cosa ho provato? Prova a chiederti Cosa ho pensato di me stesso. Continua E poi chiediti anche cosa ho imparato da quell'esperienza. Come posso applicare questa lezione in futuro? Successivamente, identifica un'azione concreta che puoi intraprendere per rafforzare la tua resilienza. Per esempio, potresti decidere di migliorare una competenza che ritieni utile, di costruire un'abitudine positiva o di cercare supporto quando ne hai bisogno. Tieni traccia delle tue riflessioni in un diario. Rivedile regolarmente per notare i tuoi progressi. Col tempo ti accorgerai di come la tua capacità di affrontare le difficoltà migliora e di come queste esperienze ti aiutano a crescere sia emotivamente che mentalmente.
Speaker 2:Terzo esercizio celebra i tuoi traguardi. Troppo spesso raggiungiamo un obiettivo e passiamo subito al successivo, senza nemmeno prenderci il tempo di festeggiarci, di celebrare. Questo succede soprattutto alle persone che hanno un tot di perfezionismo dentro di sé. No, vado, vado, vado, ottengo, ok, qual è la prossima vetta? vado, vado, vado, e così via. Ogni settimana. Invece, vorrei che dedicassi un momento a riflettere sui tuoi traguardi, grandi o piccoli. Scrivi una lista di quello che hai realizzato e descrivi come ti sei sentito in quei momenti. Poi trovo un modo per celebrare. Potrebbe essere un gesto semplice, come condividere il successo con un amico o dedicarti a una serata speciale, o magari acquistare un piccolo oggetto simbolico o fare una cosa che ti piace, ma che non fai da tanto. Cerca di collegare ogni piccolo rito, ogni celebrazione a un'emozione positiva, come gratitudine, orgoglio o gioia. Alla fine del mese, rileggi tutte le tue celebrazioni e rifletti su come ti hanno aiutato a rafforzare la tua motivazione e il tuo senso di realizzazione. Di nuovo appuntamento con l'intelligence generazionale e quindi di nuovo appuntamento con Davide Burchiellaro, che torniamo a salutare da Agenteit. Ciao, davide.
Speaker 2:Ciao, alessandroandro, ben trovati allora a un certo punto mi faceva impressione che il revival non fosse più anni 70, ma anni 80. Non so dirti quanta impressione mi faccia adesso che il revival è anche anni 90. Poi vedo che hanno rifatto Goldrake, vedo che ci sono un sacco di cover nel mondo della dance quasi non si riescono a sparare fuori pezzi nuovi perché sono tutte cover, appunto anni 90, addirittura anni 2000.
Speaker 4:Insomma, mi sembra che sia un periodo che sa un po' di nostalgico da molte parti, da molti studi veniva fuori che stava crescendo una generazione di cosiddetti rimbambini. Perché rimbambini? perché in qualche modo noi già da partire da noi della generazione X, siamo comunque vittima di una giocosità imposta dai cartoni animati, da tantissime situazioni, per cui amiamo riportarci e tornare indietro, regredire un po' e riscoprire il lato che il nostro cervello riconosce come bello e appagante di quegli anni e attiviamo queste bombette, che sono delle bombette che fanno poi esplodere il nostro piacere ritrovando, per esempio, nel nostro caso ci sono stati i paninari che noi abbiamo poi ricelebrato, oppure il heavy metal, oppure certi oggetti. Pensiamo alla nascita di alcuni oggetti che sono diventati poi di culto, i primi gratta e vinci, una serie di situazioni che noi adesso addirittura sono state fatte canzoni su alcuni tipi di Nokia perché erano la nostra prima, la nostra prima protesi tecnologica, in qualche modo, che poi è diventata tutt'altro.
Speaker 2:Però vorrei ricordarti i Microtac, quei mattoncini apribili. Certo i.
Speaker 4:Microtac sì, però anche il Nokia 3310 che sono stati 25 anni fa. Erano cose assurde, che la gente a forza di pestare sui tasti faceva anche esplodere. Successo realmente perché si surriscaldavano troppo per mandare messaggio. Detto questo, comunque, questo fattore impatta molto perché poi può essere cavalcato, perché tutto l'heritage delle aziende diventa, come si diceva anche nel scorso podcast, diventa sfruttabile commercialmente e non ha bisogno di idee, non ha bisogno di idee nuove, non ha bisogno di novità, perché forse la scarcity maggiore che noi abbiamo in questo momento storico è quella delle idee. È già stato fatto molto, quasi tutto stiamo delegando tantissimo all'intelligenza artificiale, che non ci stupisce neanche più. E quindi dove ci rifugiamo? e quindi dove? dove ci rifugiamo? nel passato? ci rifugiamo nel passato noi.
Speaker 4:Si rifugiano nel passato i millennial, che ovviamente hanno il culto degli anni 90 e addirittura anche qui ci sono anni come il 96, e vengono continuamente citati perché sono stati anni particolari, dove sono usciti dei film particolari o che no? anche addirittura nella canzone di elisa sembra l'estate del 96, come dire. Cioè ci sono delle mitologie che dipendono probabilmente da come sono stati vissuti socialmente, ma anche individualmente. Naturalmente questo e anche questo può essere un rifugio, un modo per rifugiarsi. Però è singolare come la storia si ripeta, per cui per noi, come dicevi tu, gli anni 80,. Per i nostri fratelli più grandi, sicuramente gli anni 70,. Adesso gli anni 90, ma siamo già agli anni dieci. Per cui, chiaramente, la generazione che viaggia verso i 30 anni, cioè la generazione z, ovviamente, che cosa fa?
Speaker 2:comincia a ripescare prodotti degli anni dieci che sono quelli della loro infanzia d'altronde, anche nelle arti figurative e nella musica classica molto spesso gli artisti hanno guardato il passato per costruire nuovi pezzi di futuro. Prendiamola così per farci un complimento alla fine.
Speaker 4:Sì, naturalmente. Certo, c'è anche da dire che queste sono modalità per ritrovarsi tu me lo insegni per ricostruire la propria identità, per avere delle radici. Esatto, per eliminare la parte negativa perché, come diceva Oscar Wilde, tutti i tempi andati sono buoni, ma quando sono andati? come erano belli i tempi andati, ma erano belli perché se ne sono andati. Però, fondamentalmente, le selezioni che fa il nostro cervellino, queste rimando a te che ne sai di più- Sì, sì, ma guarda, io abdico completamente, lascio che il nostro cervellino faccia le sue selezioni.
Speaker 2:L'unica cosa che mi piacerebbe vedere è, in questo periodo, effettivamente, ogni tanto, qualcosa di completamente, anche casualmente, innovativo.
Speaker 4:Ma siamo proprio in un pezzettino di storia in cui mi sembra che ci sia più citazionismo e furbacchioneria che innovazione beh, sono contento che abbiamo la stessa visione, che siamo arrivati alle stesse conclusioni, in effetti, e deve essere molto evidente per tutti, forse, grazie, davide Burchellaro.
Speaker 2:Genteit. Ovviamente ci risentiremo alla prossima puntata, sempre per parlare di intelligence generazionale. Ciao. Grazie, alessandro, ciao La letteratura scientifica. In questa puntata il tema è cervello e connessioni. Sincronizzazione con i cani. Le interazioni uomo-cane non solo sincronizzano le attività cerebrali, ma rafforzano anche il legame emotivo e fisiologico tra le specie. Questo suggerisce che gli animali domestici possano avere un ruolo terapeutico significativo. Connessioni cerebrali nei giovani depressi. Nei giovani con depressione, la connettività alterata è collegata alla gravità dei sintomi, offrendo marcatori diagnostici utili per terapie personalizzate. Questi risultati aprono la strada a nuove modalità di intervento precoce. Effetti della mindfulness sulla dipendenza. La meditazione mindfulness migliora le connessioni cerebrali legate al controllo, riducendo il craving e stabilizzando l'attività cerebrale. Questo approccio si dimostra efficace anche in casi di dipendenze severe futuro prossimo siamo con gianluca, riccio di futuro prossimo, appunto it.
Speaker 2:Ciao, gianluca, ben ritrovato ciao alle buonasera a tutti.
Speaker 2:Eccoci qui a parlare di come è possibile modificare la nostra esperienza lavorativa o creativa, o il nostro livello di concentrazione, o di applicarci alle cose, semplicemente utilizzando dei device che imparano in tempo reale dal nostro cervello come funziona e ciò di cui ha bisogno. Come si fa? beh, leggendo il funzionamento del cervello. Come funziona e ciò di cui ha bisogno? Come si fa Beh, leggendo il funzionamento del cervello, il che può essere fatto con diverse tecnologie, tra cui quelle più semplici, già abbastanza diffuse. Sono semplicemente dei rilevatori encefalografici che possono prendere questi segnali dallo scalpo, dalle orecchie, dalla nuca, dalla fronte e così via. Ma si va verso cose anche più evolute. Si chiama neuroergonomia e ci permette per l'appunto di adattare il cervello al mondo, o adattare il mondo al cervello, gianluca eccomi, hai detto tutto bene.
Speaker 1:E andava tutto bene finché non hanno deciso di applicare la neuroergonomia al mondo del lavoro, quindi di mettere questi dispositivi a disposizione di un datore di lavoro per in qualche modo ottimizzare le prestazioni della sua forza lavoro o, come direbbe qualche maligno, per monitorare la sua attività cerebrale. E ancora una volta, questa applicazione specifica non è un'esercitazione, come si diceva una volta. È un mercato molto florido che raggiungerà addirittura i 21 miliardi di dollari entro il prossimo anno. È come se ogni ufficio stesse per trasformarsi in un piccolo laboratorio di neuroscienze. È una tecnologia che sul lavoro potrebbe davvero cambiare molte cose.
Speaker 2:Posso sapere se quel tipo di lavoratore in questo momento è concentrato, è rilassato o se ha il tipo di applicazione o di dotazione neurale necessario per fare quel tipo di mansione?
Speaker 1:Assolutamente sì. La prospettiva è quella di riuscire a capire se c'è una vocazione specifica all'attività che viene assegnata ad un lavoratore, cioè se questa persona si sente soddisfatta di ciò che sta facendo o se invece il lavoro lo deprime, lo rende un pochettino triste o un po, diciamo, apatico. Proprio come un fitness tracker, diciamo, ci aiuterebbe a capire quanti passi stiamo facendo, se stiamo dormendo abbastanza, se siamo stressati. Questi strumenti terranno d'occhio la nostra attività cerebrale mentre lavoriamo nello specifico. E questo naturalmente va anche in un'altra direzione, cioè quella di sviluppare delle tecniche di stimolazione cerebrale per migliorare le performance, quindi avere un piccolo personal trainer che ci dice se stiamo andando bene, ci dice come possiamo fare a migliorare la situazione.
Speaker 2:Cosa che in questo momento già si vede un po' per nerd, ma sono diffusi diversi device sia per i gamers, che utilizzano spesso degli stimolatori prefrontali in modo tale da aumentare il livello di concentrazione per i videogames, sia anche per i meditanti, perché ci sono molti device in giro che aiutano la meditazione, convogliando, magari con procedure di neurofeedback, le onde cerebrali su onde più favorevoli, appunto, alla meditazione stessa.
Speaker 1:C'è però anche un versante più oscuro, che è quello del monitoraggio sì, ti assicuro che la parte positiva mi esalterebbe se non mi facessi delle domande etiche che sono forse necessarie, mi chiedo un datore di lavoro potrebbe usare questi dati per discriminare i dipendenti? licenziare qualcuno perché il suo cervello tende ad abbattersi un po' alla prima difficoltà o non è abbastanza performante? ci sono delle leggi, per esempio, che combattono la discriminazione genetica nelle aziende, ma non c'è niente di simile ancora per i dati cerebrali, quindi per aiutare le persone a difendersi da chi in qualche modo può leggerci nella mente e decide anche del nostro futuro professionale. questo è abbastanza inquietante, se ci pensi molto inquietante.
Speaker 2:Tra l'altro, giusto per aumentarti un po l'inquietudine, esistono procedure sperimentali anche per vedere l'efficacia della pubblicità sui potenziali spettatori rispetto ai gruppi di controllo tipici di una volta, o nel viso, sia letture encefalografiche per capire se determinate narrazioni o determinate immagini suscitano effettivamente le emozioni che quel tipo di messaggio desidererebbe suscitare, oppure per capire quale tra vari messaggi è più potente di altri.
Speaker 1:Ma su questo sei maestro tu io più che altro mi sentivo in realtà sollevato dal fatto che tu non avessi citato i divaricatori, che servono a tenere gli occhi aperti e a obbligare alla visione, ma questo credo che sia pubblico.
Speaker 3:Esatto, esatto.
Speaker 1:E c'è un saluto alla pubblicità. C'è poco a che vedere.
Speaker 2:Gianluca Riccio e futuro prossimo punto IT.
Speaker 1:grazie, Grazie a te.
Speaker 2:Belle notizie. Belle notizie Intelligenza artificiale, biodiversità e architettura sostenibile Ecco gli ingredienti di questa puntata. Diagnosi precoce dell'Alzheimer Un team di Stanford ha addestrato un'intelligenza artificiale capace di individuare i primi segni del morbo di Alzheimer con un'accuratezza del 94%, migliorando nettamente rispetto ai modelli precedenti, che erano fermi all'80%. Questa tecnologia potrebbe consentire di diagnosticare la demenza anni prima della comparsa dei sintomi gravi, permettendo interventi anticipati e terapie più efficaci per rallentare la malattia. Tigri in ripresa Grazie agli sforzi globali di conservazione, il numero di tigri selvatici nel mondo è salito a circa 5.574 esemplari, un incremento del 74% rispetto al 2010. In particolare, paesi come l'India, il Nepal, il Bhutan e la Thailandia hanno registrato notevoli aumenti delle popolazioni di tigri, superando l'obiettivo internazionale di raddoppiare questi grandi felini entro il 2022.
Speaker 2:Premi New European Bauhaus 2024. La Commissione europea ha annunciato i 20 progetti vincitori del premio New European Bauhaus, scelti per sostenibilità, inclusione ed estetica. Parliamo naturalmente di architettura sostenibile. Tra i premiati spiccano iniziative come il Parco Forestale di Fagheti in Romania, che è un polmone verde urbano gestito in modo partecipativo. Ci sono anche i Community Garden Set nei Paesi Bassi, che hanno unito generazioni diverse tramite orti urbani e centri di permacultura. Questi esempi mostrano come l'architettura e il design possano migliorare la qualità della vita e accelerare la transizione ecologica nelle città allievo psicologico rapido per le emergenze emotive di tutti i giorni.