Relief: il podcast.

#5-3 Affrontare le maree emotive. Ospite: Tommy Vee

Alessandro Calderoni

Quanto può essere potente la musica nel superare le proprie insicurezze? Tommy Vee, DJ e produttore affermato, ci apre il suo cuore in questa puntata del podcast condotto dallo psicoterapeuta Alessandro Calderoni, raccontando come i giradischi abbiano trasformato un'adolescenza segnata dall'esclusione in un percorso di scoperta e valorizzazione personale.

La musica diventa per Tommy non solo una passione, ma un vero e proprio linguaggio attraverso cui comunicare con il mondo quando le parole non bastano. "La musica per me è un filtro per far vedere agli altri chi sono", ci confida, ripercorrendo il viaggio che l'ha portato dal sentirsi ai margini a trovare il suo centro nella consolle. La sua testimonianza ci ricorda quanto sia importante trovare quel canale espressivo che ci permette di brillare nonostante le difficoltà.  Il dialogo tocca momenti cruciali della sua vita: l'esperienza al Grande Fratello che gli ha rivelato una percezione di sé inaspettata, la dolorosa perdita del padre che l'ha costretto a confrontarsi con la rabbia e a diventare "veramente adulto", fino alla gioia sorprendente della paternità.

**Trucchi del mestiere**: vengono presentati tre esercizi per rafforzare l'autostima:

1. **L'elenco delle qualità**: Scrivere dieci qualità personali e rileggere l'elenco quando ci si sente giù.

2. **Riscopri il tuo valore**: Identificare tre qualità importanti e trovare modi per esprimerle quotidianamente.

3. **Riconoscere i propri punti di forza**: Chiedere a tre persone di descrivere qualità positive osservate in noi per rafforzare la consapevolezza del proprio valore.

**Millennials, con Davide Burchiellaro di Gente.it**: L'uso dell'intelligenza artificiale tra diverse generazioni, con un'attenzione particolare sull'impatto e le applicazioni dell'IA nella vita quotidiana.

**Futuro Prossimo con Gianluca Riccio**: La "tecnologia calma" e il concetto di certificazione per i device che non sovrastimolano gli utenti, cercando un equilibrio nel rapporto con i dispositivi tecnologici.

**Temi delle tre ricerche scientifiche**:

1. **Placebo senza inganno**: Dimostra che i placebo somministrati con trasparenza possono ridurre ansia e depressione.

2. **Neuroscienze e trauma**: Esplora come il disturbo da stress post traumatico altera la connettività cerebrale.

3. **AI nella diagnosi dell'ADHD**: L'introduzione di un sistema IA capace di analizzare video con alta precisione, migliorando il processo diagnostico.

**Temi delle tre belle notizie**:

1. **Cura rivoluzionaria per l'asma**: Un nuovo trattamento con anticorpi monoclonali dimostratosi efficace nelle crisi asmatiche.

2. **Case in 3D in Irlanda**: Completato il primo progetto europeo di edilizia sociale tramite stampa 3D, riducendo tempi di costruzione.

3. **Energia solare da record a New York**: Lo stato di New York ha superato gli obiettivi di installazione di energia solare, promuovendo l'espansione delle rinnovabili.

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Speaker 2:

il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi, le interviste e i racconti di alessandro calderoni, in collaborazione con genteit rieccoci ben ritrovati in relief, il podcast collegato all'omonimo servizio di sollievo psicologico rapido che sorge fisicamente a Milano in metropolitana, fermata isola della linea Lilla, oppure per tutti online a partire da wwwreliefpsicologicoit, presa l'antica partecipazione al Grande Fratello ed evidenziando come la musica abbia costituito una via di espressione e di conforto per lui durante la sua crescita, prima personale e poi professionale. Gli esercizi, cioè i trucchi del mestiere di questa puntata sono l'elenco delle qualità, scrivere 10 qualità personali e rileggere l'elenco quando ci si sente giù. Riscopri il tuo valore, identifica tre qualità importanti e trova modi per esprimere quotidianamente e riconosci i tuoi punti di forza. Chiedi a tre persone di descrivere qualità positive osservate in noi per rafforzare la consapevolezza del valore. Poi parleremo, come sempre, con Davide Burchiellaro di genteit.

Speaker 2:

Tema l'uso dell'intelligenza artificiale tra diverse generazioni, con un'attenzione particolare sull'impatto e le applicazioni nella vita quotidiana, con gianluca riccio di futuro. Prossimo punto it la tecnologia che calma. Questo è un concetto interessante che riguarda una certificazione per i device che non sovrastimolano gli utenti, cercando un equilibrio nel rapporto tra umani e dispositivi tecnologici. Le tre ricerche scientifiche di questa puntata placebo senza inganno e placebo somministrati con trasparenza possono ridurre ansia e depressione. Neuroscienze e trauma il disturbo da stress post-traumatico altera la connettività cerebrale e intelligenza artificiale come aiuto in alcune diagnosi, tra cui quella di ADHD. I temi delle tre belle notizie di questa puntata, invece la cura rivoluzionaria per l'asma con un trattamento a base di anticorpi monoclonali, le case tridimensionali in Irlanda, con il primo progetto europeo di edilizia sociale tramite stampa 3D di case, e energia solare da record a New York, con questo stato che ha superato gli obiettivi di installazione di energia solare promuovendo l'espansione delle rinnovabili.

Speaker 2:

Cominciamo Il caso. Ospite di questa puntata di Relief è Tommy V, dj e produttore. Ciao e benvenuto, ciao. Hai iniziato la tua carriera a 14 anni, leggevo, quando hai ricevuto il tuo primo giradischi. Sostanzialmente, ecco come ha influenzato questa tua passione precoce la tua crescita personale ed emotiva, cioè come ha accompagnato la tua adolescenza e poi la tua giovane età adulta il mondo della musica professionalizzato.

Speaker 3:

Guarda, il mio approccio alla musica è stato, secondo me, fortemente sostenuto e spinto da, diciamo, non direi bullismo, ma io quando ero ragazzino ero sovrappeso e portavo anche degli occhiali correttivi. Ma io quando ero ragazzino ero sovrappeso e portavo anche degli occhiali correttivi. Questo mi aveva messo in una condizione emotiva sarebbe sbagliato a dire di bullismo, perché nessuno poi mi ha fatto veramente del male, se non delle cose da ragazzini, hai capito. Però per via del mio, della mia fisicità, venivo quasi sempre escluso da attività ludico, sportive, perché non ero bravo a giocare a calcio, perché ero lento a giocare a basket, e quindi ho ritrovato invece nella musica una dimensione confortevole che mi dava l'occasione di esprimermi, mi appassionava e poteva essere uno strumento anche per trasmettere le mie emozioni agli altri. E poteva essere uno strumento anche per trasmettere le mie emozioni agli altri. In realtà la musica per me non è che un filtro per far vedere agli altri chi sono, per mandare dei messaggi, è uno strumento comunicativo.

Speaker 3:

Per me la musica Oltretutto quando metti i dischi non sei neanche costretto a stare in mezzo alle persone. Quindi a quell'età da ragazzino era un modo per essere escluso, ma con un movente esatto anche, per esempio, o comunque poteva essere un modo per essere finalmente magari al centro dell'attenzione, capito, cioè per dire va beh, a calcio sei bravo tu, a basket sei bravo tu. A fare quello che si fa con la musica il più bravo sono io. No, hai capito, per trovare un posto nel mondo anche una collocazione che è quella età, lì è importante avere un senso.

Speaker 3:

A un certo punto, in preda allo sviluppo, sono diventato quello che sono oggi, che non è che sono un adone, però sono cambiato, mi sono sviluppato. Questo sviluppo mi ha portato un po' di imbarazzo, no, e quindi le cose che facevo prima non mi stavano più addosso certo non eri poi non eri abituato a gestire la nuova fisicità bravo.

Speaker 3:

Sono passato da attore comico, da attore brillante, non so come dire, no, sono passato da essere, che ne so, il Massimo Boldi, all'essere Christian De Siga, cioè sempre simpatico, ma con un'altra fisicità. Questa nuova fisicità, che non sapevo come gestire, mi aveva messo un po' in imbarazzo in queste attività che io svolgevo quando ero in compagnia di amici, cose eccetera, nelle gite tra i compagni, e quindi la musica è stato il mio filtro, le gite tra i compagni, e quindi la musica è stato il mio filtro.

Speaker 2:

Poi tutti hanno un po' scoperto chi eri, in qualche modo, ovviamente con l'esplosione mediatica del Grande Fratello.

Speaker 3:

La mia percezione di me stesso non era quella che poi ho scoperto avere gli altri di me quando sono andato al GF. Ti faccio un esempio andiamo proprio sul banale. Stiamo parlando di esteticità, di essere attraenti, bellocci, carini. Io non è che sono chissà che roba, per me era una cosa abbastanza ridimensionata. Io non avevo questa percezione, cosa che invece a GF, da questo punto di vista io ho dovuto rivedere forse questa posizione, ho dovuto capire che magari agli altri arrivavo in una maniera diversa, forse non solo per il mio aspetto, ma anche per il mio comportamento, per il mio modo di affrontare le cose. E sicuramente il GF, dal punto di vista emotivo, è stata l'esperienza più provante e più anche per molti versi costruttiva della mia vita. Perché tu entri, quando l'ho fatto io sai cioè si sapeva che cos'era, io non sapevo che cos'era, cioè sei entrato in un frullatore praticamente io praticamente ero presissimo dal mio lavoro, che andava anche molto bene.

Speaker 3:

Avevo appena fatto una hit mondiale, anche ero produttore di un disco che aveva un successoiale. Stavo benissimo, cioè tutto andava molto bene. Avevo un'amica però che insisteva perché io facessi questa cosa che io non ero mai riuscito a vedere perché facevo una vita proprio da DJ. Quindi io mi svegliavo all'ora di pranzo, mangiavo, andavo in studio, stavo in studio. Al pomeriggio poi cenavo fuori e ritornavo in studio. Stavo in studio fino alle 3-4 di notte. Quindi ho la televisione per 6, 7, 8 anni serale. Non l'ho mai guardata, non guardavo mai niente capito. Quindi non sapevo neanche cosa fosse. I weekend lavoravo e vivevo proprio in un'altra orbita, ero in un altro pianeta.

Speaker 3:

Questa mia amica però, che lavorava in TV e lavorava con me alla Villa delle Rose, mi diceva notte devi fare questa cosa devi fare? ah, se ti vedono, eccetera. Tant'è che furono loro a chiamare me, incuriositi da lei, e mi dissero se passi per Milano, noi siamo curiosi e vogliamo vederti. Ecco, dopo, vabbè, da cosa nasce cosa? e mi sono preso bene da loro, da chi faceva il programma, non dal programma, da chi c'era dietro le quinte, perché sono persone molto in gamba, molto, e ho deciso di fare questa esperienza. Questa esperienza però è un'esperienza che tu entri, che io sono entrato, che boh era una persona comunque normale, nel senso che, vabbè, avevo il mio livello di popolarità perché ero un DJ, sicuramente in Veneto, molto popolare già all'epoca, e non c'erano i social. Ricordiamoci che non c'erano i social non c'era.

Speaker 3:

Facebook non c'era un cazzo. Scusami, ma non c'era niente. Quindi, per diventare famoso dovevi andare nei posti, lavorare bene. La gente parlava bene di te.

Speaker 2:

Il passaparola ti faceva ovviamente promozioni.

Speaker 3:

Esatto. Quindi io lavoravo il muretto a Ieso, lavoravo all'Altenevo a Verona, lavoravo alla Villa delle Rose. Stavo conquistando un po' alcune regioni dell'Italia. Stavo scendendo verso il sud, perché al nord ero messo abbastanza bene, e mi stavo avvicinando al sud e cominciavo a lavorare a Nafla. Avevo fatto questo disco che mi aveva permesso di lavorare in Inza. Il mio nome stava crescendo, quindi avevo sì una popolarità, ma locale, cioè una roba ridotta, quasi underground. E invece questa roba, qua dopo tu esci, stai dentro lì, quando l'ho fatto io non avevi nessuna consapevolezza, cioè eri completamente ignaro. E poi, quando sono uscito, mi sono trovato travolto da questo affetto, per me anche in buona parte ingiustificato, gradito e che mi ha sempre lusingato, ma che io ho sempre trovato anche abbastanza ingiustificato.

Speaker 2:

Altra grande rivoluzione emotiva della tua vita è arrivata nel 2021, quando sei diventato papà.

Speaker 3:

Lì, com'è cambiata la tua percezione giovane a 67 anni, inaspettatamente, nel giro di qualche mese, 5, 6 mesi? no, e questa cosa per uno che è razionale come me, che io sono anche uno che abbastanza programmatore, no, che cerca di avere un po tutto sotto controllo.

Speaker 3:

La mancanza di controllo e la mia incapacità di risolvere questo problema, no, ti ha fatto un po saltare è certo, e questa cosa qui ha avuto un rinculo nella mia vita che secondo me è durato almeno un paio, due, tre anni per digerire la situazione e cercare di metabolizzarla, perché poi ti parte, o non per morti naturali, per malattia. Così possono aver provato, ho sensazioni che sicuramente non sono l'unico che ha provato, perdendo uno degli elementi fondamentali della mia vita, che era mio padre, che poi è stato per anni il mio consigliere, il mio braccio destro. Questo mi ha obbligato a sedermette, metaforicamente, e a valutare la mia vita e a capire ok, adesso what's next? Cioè diventi? io avevo letto questa cosa, ma non ci avevo mai dato il peso necessario. Ma tu diventi veramente adulto quando ti muore il primo genitore. E quindi mi sono ripreso la mia vita in mano, ho cercato di guardarmi dentro E quindi alla fine sei diventato papà.

Speaker 2:

Esatto, è lì, proprio è stato, è lì. Adesso c'ho sta creatura che mi gira per casa e mi dice ti voglio bene, papà ciao. Ogni tanto mi commuovo da solo con cui ci troviamo più dolorosamente a confrontarci. Di solito sono ansia, tristezza e rabbia. Tra queste, tu con quale hai avuto maggiori difficoltà nella tua vita.

Speaker 3:

L'ansia, direi di no. L'ansia vera intesa come l'ansia, proprio no, l'ansia lo stress, l'ansia perché devo fare una cosa, magari difficile, o perché ho tre serate di fila, allora ho un po' di ansia, ma per modo di dire, ma non l'ansia quella che ti manca il fiato, hai capito. Ma la tristezza e la rabbia. La rabbia l'ho provata intensamente quando è mancato mio padre. La rabbia l'ho provata intensamente quando è mancato mio padre, perché mio padre è uno dei tanti che è mancato, quando ha dato in pensione, capito, e questo mi ha trovato molto frustrante. Sì, l'altro trovato una profonda ingiustizia, mi sono incazzato, ecco, quella la rabbia l'ho provata lì. Poi sono io, sono di mio un sono un po iroso, sono fumantino, ma mi passa dopo 5 minuti. Ma non è rabbia, quella, hai capito, è il mio carattere.

Speaker 2:

Tommy V grazie per essere stato con noi, naturalmente, grazie a te.

Speaker 2:

Trucchi del mestiere concentrarsi sui propri difetti dimenticando di apprezzare anche le proprie qualità. Questo esercizio, invece, ti aiuta a invertire questa tendenza. Prendi un foglio e scrivi almeno dieci qualità che ti descrivono. Potrebbero essere la tua gentilezza, il tuo senso dell'umorismo, la tua capacità di ascoltare, la tua creatività e così via. Se trovi difficile identificarle, prova a chiedere a un amico fidato o a un familiare di suggerirtene alcune. Una volta completata la lista, tienila a portata di mano e rileggila ogni volta che ti senti giù. Aggiungi anche un piccolo esercizio extra. Scegli una delle qualità e chiediti come puoi esprimerla maggiormente nella tua vita quotidiana. Questo semplice gesto ti ricorderà chi sei veramente, al di là dei momenti di dubbio. Col tempo noterai come questo esercizio rafforza la tua autostima e ti aiuta a riconoscere il tuo valore unico, illuminando magari aree della tua vita che fin qui hai trascurato. Il secondo esercizio è in linea e si chiama riscopri il tuo valore. Questo esercizio è in linea e si chiama Riscopri il tuo valore. Questo esercizio ti invita a esplorare ciò che rende davvero unica e irripetibile la tua essenza. Prendi un foglio e scrivi tre cose che ritieni importanti su di te, cose che, come prima, definiscono un po' il tuo valore. Per esempio, sono una persona che sa ascoltare. O sono una persona cui vengono in mente molte soluzioni per i problemi o sono un buon amico. Ecco, una volta che le hai scritte, rifletti su come queste qualità si manifestano nella tua vita quotidiana e scrivi un esempio concreto per ciascuna.

Speaker 2:

Poi ogni giorno in una settimana scegli una di queste qualità e cerca intenzionalmente di esprimerla in quella giornata. Potrebbe essere magari ascoltando qualcuno con attenzione o proprio risolvendo un problema con creatività e con un problem solving che propone tante soluzioni alternative da valutare Alla fine della settimana. Rileggi le tue osservazioni e nota come questo esercizio ti ha fatto sentire. Leggi le tue osservazioni e nota come questo esercizio ti ha fatto sentire. Credo che ti accorgerai che riconoscere e valorizzare quello che sei rafforza profondamente la tua autostima. Un altro esercizio, sempre in linea, possiamo intitolarlo riconoscere i propri punti di forza. Spesso ci focalizziamo ormai lo hai capito su quello che manca.

Speaker 2:

Questo ha di solito un significato evoluzionistico, cioè il nostro cervello tende a pensare di più alle sfighe perché tutto sommato intravede nelle cose che non vanno bene, dei potenziali pericoli, e quindi il nostro cervello lo fa anche per tenerci in vita. No, ci vuole bene. Quindi ci fa portare l'attenzione sulle cose che potrebbero costituire un danno, ma tenere l'attenzione soprattutto su quelle, se non solamente su quelle, a volte ci impedisce di riconoscere le nostre qualità. Fai una lista delle tue qualità positive e chiedi a tre persone di aggiungere qualcosa che loro apprezzano di te. Ogni giorno scegli una di queste qualità e trova un modo per metterla in pratica consapevolmente, come nel precedente esercizio, solo che qui utilizziamo anche una specie di inchiesta sociale, cioè ci facciamo suggerire dagli altri le cose positive che gli altri notano su di noi e che magari a noi sfuggono.

Speaker 2:

Dopo una settimana rifletti su come questo esercizio ha influenzato la tua autostima e la tua percezione di te stesso e, per renderla ancora più efficace, ogni sera, prima di addormentarti, ripeti ad alta voce una delle qualità che hai riconosciuto in te stesso durante la giornata. Se possibile, scrivi anche un breve aneddoto, un episodio che dimostri come hai messo in pratica quella qualità. Col tempo questo esercizio rafforzerà la tua fiducia e ti aiuterà a riconoscere il valore che porti nelle vite degli altri. Appuntamento con Davide Burchiellaro di genteit per parlare di intelligence generazionale. Ciao Davide, ben ritrovato.

Speaker 4:

Ciao Alessandro, ben ritrovatovate voi.

Speaker 2:

Ogni generazione utilizza l'intelligenza artificiale in un modo diverso. C'è chi ci copia i compiti in classe o trova le soluzioni per i test. C'è chi ci scrive il curricula, c'è chi ci trova il modo per fare dei colloqui di lavoro, c'è chi si toglie delle castagne dal fuoco durante lo svolgimento del suo di lavoro. Insomma, che cosa se ne fanno le varie generazioni di queste AI?

Speaker 4:

Ma allora, guarda, è l'argomento del momento e quindi se ne parla tantissimo. Io immagino di fare un paragone molto semplice. In fin dei conti è un po' come quando hanno inventato l'auto Uno la può usare per andare a fare un viaggio, uno la può usare per andare a fare una rapina. È un po' questo il concetto. Quello che non si capisce come sempre, come spesso avviene con la tecnologia è che si considera la tecnologia un fine e non un mezzo. Come mezzo, ovviamente, è a disposizione di tutti e impatta a seconda della sensibilità di ogni singola generazione, quindi, chiaramente, per fare breccia nel cervello delle persone. Naturalmente l'intelligenza artificiale usa le magie, usa la magia dell'incredibile e quindi questo impatta sempre e diventa, come si dice oggi, virale.

Speaker 4:

L'effetto dura molto poco, come avevamo detto anche forse in un podcast dell'anno scorso, ma esiste. Basta vedere il video virale che ha lanciato su X Emmanuel Macron, presidente francese, dove, anticipando i suoi haters, ha costruito un video virale dove lui si comporta da fan fatal. Questo è molto buffo, però lui lo usa per introdurre il tema dell'intelligenza artificiale al prossimo vertice che è in corso in questi giorni, un vertice europeo sull'intelligenza artificiale. Perché succede questo? succede questo, che l'aspetto tra virgolette magico coinvolge tutte le generazioni.

Speaker 4:

Poi ci sono aspetti invece che coinvolgono e insospettiscono oppure agevolano altre generazioni, generation cioè quella dei più anziani, i nostri grandi anziani, o anche dei dei boomer i boomer veri, però non noi non noi, cioè tutta l'intelligenza artificiale relativa al discorso sanitario, quindi da un lato, la facilità di avere un'assistenza personalizzata, quindi customizzata, su ogni singolo tuo malanno può essere catalogato, categorizzato e anche previsto e questa cosa, che è ovviamente bella da un punto di vista di come noi vivremo i prossimi anni, ma è anche complicata eticamente, perché questi dati, questi algoritmi, che hanno una possibilità di calcolo enorme, riescono davvero un po' a prevedere il futuro del tuo corpo. E questo però spaventa sicuramente. La generazione più spaventata da questo è la generazione dei boomer. La generazione silent probabilmente non lo comprende.

Speaker 2:

E i boomer un po' si toccano perché sanno che non c'è tanto futuro da prevedere lì.

Speaker 4:

Sì, certo è un ambiente, però sai, ovviamente è una generazione che ha vissuto molti cambiamenti. Questo lo sta digerendo un pochino in maniera un po' più difficile. Quindi sicuramente l'impatto sul boomer è forte, proprio lato salute, previsione della propria durata di vita, mentre invece sui millennial probabilmente quello che impatta di più è l'aspetto degli investimenti e della vita quotidiana, cioè l'intelligenza artificiale è in grado, anche in questo caso, con degli algoritmi predittivi, di farti un po' le scarpe su tutto, per cui se tu hai degli investimenti da fare saranno giusti, non saranno giusti. Si prevede che, non si prevede che. E quindi i millennial sono molto tentati dall'intelligenza artificiale, ma vengono anche dalle fregature che hanno preso con l'e-commerce o con le app finanziarie.

Speaker 2:

Ma è un lapsus informatico che tu abbia saltato la nostra generazione X sì, probabilmente è un lapsus informatico.

Speaker 4:

No, sicuramente hai ragione. Purtroppo, vedi, sono anch'io entrato nella logica per cui siamo tutti boomer, anche noi della generazione X. Invece hai fatto benissimo a rimarcare questa cosa. La generazione X è la generazione che va in pensione fra 10 anni più o meno, quindi un orizzonte abbastanza limitato. E l'intelligenza artificiale ancora la guarda con metafisico incanto e un po' di ebetismo, guardando e scambiandosi le cose che fanno ridere solo noi della generazione X, cose strane, video, meme. L'impatto in questo momento che ha su di noi è un po' particolare, perché forse non abbiamo tutto questo interesse ad apprenderne le potenzialità, non abbiamo particolari paure rispetto magari alla generazione dei boomer e in fondo la generazione X, quello che ha fatto, un po' ha fatto, quindi ha davanti un orizzonte relativamente interessante per usare l'intelligenza artificiale.

Speaker 4:

Quelli che ce l'hanno invece più forte, che è l'ennesima rivoluzione che vivono sono proprio i millennial, perché i millennial hanno in realtà bisogno di usarla, ne hanno paura, hanno paura di perdere la loro esperienza, che li ha fatti maturare, e nella loro professionalità, hanno paura di essere monitorati in maniera troppo stretta. Quindi, leggi tutto quello che l'intelligenza artificiale fa a livello legale, a livello di riconoscimento facciale, a tutti i livelli sostanzialmente, per cui ci si trova ad essere utilizzati anche il proprio volto, la propria faccia per delle situazioni assolutamente non etiche e soprattutto utilizzate in una chiave di relazione, diventa veramente pericolosa. Tutto questo conglomerato di emozioni che vivono i millennial ovviamente impatta fortemente perché sono loro, in questo momento, che sono quasi al potere o stanno per prenderlo, insomma.

Speaker 2:

Ultimi secondi per la generazione Z?

Speaker 4:

No, la generazione Z è preparata a tutto. Quindi io penso che, salvo una certa rigidità che probabilmente andrà smussandosi nel passato, comunque non abbiano né grandissimo entusiasmo perché capiscono, essendo digitali nativi, quali sono i rischi. Neanche, però forse sono gli unici che la considerano veramente uno strumento.

Speaker 2:

Somministrare placebo senza ingannare i pazienti ha dimostrato di ridurre ansia e depressione, suggerendo un approccio innovativo e a basso costo per migliorare la salute mentale. La trasparenza potrebbe essere un elemento chiave per costruire fiducia e aumentare l'efficacia di interventi simili. Il disturbo da stress post-traumatico altera la connettività cerebrale, in particolare nelle aree legate all'attenzione e alla regolazione emotiva. Comprendere questi cambiamenti neurologici può fornire nuovi spunti per sviluppare terapie più efficaci e mirate. Ai nella diagnosi dell'ADHD un sistema di intelligenza artificiale analizza video con una precisione del 95%, superando i metodi tradizionali. Questo progresso potrebbe rivoluzionare la diagnosi di ADHD, rendendola più accessibile e veloce.

Speaker 2:

Futuro prossimo device e di gadget sicuramente lo smartphone, ma non solo quello, e per un po i tecnomaniaci come me, te ci sono, l'elenco è particolarmente lungo. Naturalmente noi sappiamo che per recuperare benessere dobbiamo anche recuperare isolamento rispetto a questi device e che quindi la nostra vita manuale, concreta, pratica, analogica fa rima con salvezza per i nostri cervelli. Certo è che ormai questi device sono importanti, preponderanti nella nostra esistenza e sarebbe forse anacronistico o semplicemente utopistico pensare di farne a meno. E allora si parla già da tempo e sotto diverse forme, di digital detox, cioè di trov trovare dei modi, degli spazi, dei tempi per disintossicarsi, tanto che adesso anche i device possono avere questa certificazione, che ci fa capire che sono stati creati pensando anche alla nostra salute e non solo al nostro portafogli. Come funziona?

Speaker 1:

solo al nostro portafogli. Come funziona? funziona in modo abbastanza semplice. Finora abbiamo ragionato sempre lo hai detto benissimo in questa introduzione di digital detox, quindi di in qualche modo di bonificare il nostro corpo, la nostra mente, dall'utilizzo eccessivo dei social media, delle notifiche che ci sovrastimolano, dello scrolling infinito sui device ed altro. Ma una bonifica che si rispetti deve partire dai stessi strumenti e quindi forse potremmo iniziare a bonificare i nostri dispositivi. Chi ci ha pensato? Ci ha pensato una ricercatrice che si chiama Amber Case e che ha fondato un istituto che si chiama Calm Tech Institute. Lo dice la parola stessa, cioè la tecnologia tranquilla, la tecnologia calma.

Speaker 1:

Qual è stata la prima attività di questo istituto? L'attività di creare una certificazione per i dispositivi che non stressano. Quali sono le caratteristiche di uno standard che serva a misurare e certificare l'approccio dei dispositivi nei nostri confronti? In altre parole, come distinguiamo un dispositivo calmo da uno che si limita a delle belle promesse e invece continua a sovrastimolarci? Esatto, le categorie di questa certificazione sono sei sostanzialmente, ma tutte si riferiscono ad un elemento, quello dell'attenzione. Un dispositivo calmo, dice la amber, è un dispositivo che richiede la minor quantità possibile di attenzione durante l'utilizzo. Puoi già immaginare che i nostri smartphone, sempre più high tech, c'era tritano l'attenzione ai pesci, completamente.

Speaker 1:

E quindi queste sei categorie hanno premiato dei primi oggetti, ad esempio dei dispositivi come dei tablet fatti in carta elettronica, quindi un display e-ink, non con uno schermo che ci massacra la vista.

Speaker 2:

Oppure degli elementi come dispositivi di domotica integrati all'interno di barre di legno, che quindi restano anonimi con il resto della casa, non lampeggiano, non ci mettono delle gif animate tutte colorate, insomma, ci sono tecnologie più consapevoli che limitano la nostra attenzione, non ci disturbano costantemente con l'attenzione questa è interessante perché noi abbiamo fatto crescere una generazione e mezza di nativi digitali, spappolando la loro capacità di attenzione, di concentrazione, perché già da piccolissimi, per ipnotizzare, li mettiamo davanti a questi schermi che ovviamente hanno una quantità di stimoli contemporanei che farebbe addormentare o distrarre un cinghiale rispetto ai giochetti di una volta completamente analogici. Alzi la mano chi, in un momento di disperazione in quanto genitori, non ha piazzato un tablet davanti al faccino del proprio pupo. C'è da dire che poi loro naturalmente, come ci dicono già le ricerche longitudinali, crescono e hanno uno span attentivo minimo, cioè in adolescenza non riescono a leggere più di dieci righe, non riescono a tollerare la frustrazione.

Speaker 2:

Poi ci sono un sacco di altre caratteristiche positive, però proprio l'attenzione la denotano spappolata. L'attenzione la denotano spappolata. Allora mi viene da chiedere chissà se il processo è reversibile, perché queste cose che tu mi stai dicendo sono interessantissime, tendenzialmente per forse dai millennials in su, che però erano già nati con un'attenzione istruita e allevata in maniera diversa. Chissà se ci sarà reversibilità, o noia, o incazzatura totale rispetto ai device di questo tipo da parte di chi invece l'attenzione la vuole sovrastimolata e qui potremmo parlare di dipendenze.

Speaker 1:

L'abbandono da quelle dipendenze è sempre graduale, credo, e quindi i dispositivi stessi, le stesse piattaforme sono venute incontro a questo ridotto tasso di attenzione riducendo ulteriormente i formati, così che ci sono dei contenuti da 30 secondi, da 15 secondi. Forse, piano piano, avverrà un grande rigetto o forse piano piano, con l'aiuto di dispositivi calmi come questi di cui abbiamo parlato stasera, ci allontaneremo piano piano da questi vampiri dell'attenzione.

Speaker 2:

Intanto noi abbiamo prodotto una chiacchierata da circa sei minuti. Chissà se per la nostra utenza è troppo o troppo poco. Fatecelo sapere. Gianluca Riccio. Futuro prossimo punto it.

Speaker 1:

Grazie.

Speaker 4:

Belle notizie.

Speaker 2:

Cura rivoluzionaria per l'asma. In Gran Bretagna è stato testato il primo nuovo trattamento in 50 anni per le crisi asmatiche Un'iniezione a base di Benralizumab, che è un anticorpo monoclonale, somministrata durante un attacco si è mostrata più efficace dei tradizionali steroidi, riducendo del 30% la necessità di ulteriori terapie. I ricercatori la definiscono un potenziale game changer per milioni di pazienti, dato che il farmaco, già disponibile per l'asma grave, ha quadruplicato il tasso di successo rispetto ai soli steroidi. Case in 3D in Irlanda. In Irlanda è stato completato il primo progetto europeo di edilizia sociale realizzato con stampa in 3D. Tre case a schiera sono infatti state costruite in soli 132 giorni, con un tempo di realizzazione ridotto del 35% rispetto ai metodi tradizionali. Questa iniziativa, resa possibile da una stampante industriale di nuova generazione, mostra come la stampa 3D possa accelerare e rendere più economica la costruzione di alloggi popolari.

Speaker 2:

Energia solare da record a New York. Lo Stato di New York ha raggiunto con un anno di anticipo l'obiettivo di installare 6 gigawatt di energia solare, che sono pensate sufficienti ad alimentare circa un milione di abitazioni. Il traguardo, previsto inizialmente proprio per il 2025, evidenzia il ruolo trainante di New York nelle rinnovabili distribuite e ha portato alla creazione di più di 14.000 posti di lavoro nel settore solare locale Di slancio. il governo statale ha già alzato il target a 10 gigawatt.

Speaker 1:

Era Relief il podcast.

Speaker 2:

Relief è il primo servizio di sollievo psicologico rapido.