
Relief: il podcast.
Relief è il primo servizio di sollievo psicologico rapido dedicato alle emergenze emotive e al benessere quotidiano. Ha sede a Milano e funziona dal vivo in metropolitana (MM5, fermata Isola) e on line su www.reliefpsicologico.it.
Questo podcast racchiude storie di persone, consigli psicologici pratici e tecnici per affrontare meglio la vita di tutti i giorni, letteratura scientifica, consigli di lettura e buone notizie.
Conduce Alessandro Calderoni, psicologo e psicoterapeuta, ideatore del servizio, già voce a RMC e Virgin Radio.
Relief: il podcast.
#4-12 Trasformare le avversità in missione di vita - Ospite: Gloria Peritore
Hai mai pensato a come trasformare le tue esperienze più difficili in una vera e propria missione di vita? Questo è esattamente ciò che ha fatto Gloria Peritore, pluricampionessa mondiale di kickboxing e imprenditrice che, intervistata da Alessandro Calderoni, condivide con noi il suo viaggio straordinario dal ring al marketing e all'attivismo, raccontandoci come ha trasformato una relazione tossica in un impegno per combattere la violenza con la sua iniziativa "Fight the Violence". Gloria ci parlerà delle sue tecniche di autoregolazione e offrirà consigli pratici su come affrontare la vita con coraggio e determinazione.
I trucchi del mestiere di questa puntata sono:
· Chi sei veramente? Scrivi tutte le etichette che ti definiscono e chiediti chi c'è dietro queste etichette.
· Controlla i tuoi modelli di riferimento. Identifica cinque modelli di ispirazione e scrivi almeno due motivi per cui li ammiri, elencando i valori che incarnano.
· Non aspettare di sentirti pronto. Conta fino a dieci e fai una piccola azione in linea con quello che ti sta a cuore, accetta i pensieri e le emozioni indesiderate senza combatterli.
Con Davide Burchiellaro, founder di Themillennial.it , si discute del ruolo degli animali domestici nelle famiglie moderne, in particolare nel contesto delle nuove generazioni, la dove le strutture relazionali stanno cambiando con maggiore evidenza.
Con Gianluca Riccio, autore di Futuroprossimo.it, scopriamo la chirurgia placebo e la sua efficacia, con esempi storici e recenti che dimostrano come procedure simulate possano avere effetti terapeutici reali sulla base del potere della mente.
Le ricerche scientifiche citate in questa puntata trattano i seguenti temi:
· Differenze di metacognizione nei narcisisti a seconda del tipo di narcisismo.
· Effetti della criminalizzazione della prostituzione
· Il piacere della musica triste
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il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi, le interviste e i racconti di alessandro calderoni
Alessandro Calderoni:benvenuti in questa nuova puntata di relief, il podcast collegato al servizio di sollievo psicologico rapido che si trova a milano fisicamente, in metropolitana, linea lilla, fermata isola, oppure per ovunque siate, online a partire da wwwreliefitaliait. Come sapete, a ogni puntata corrisponde un ospite. Quello di oggi è Gloria Peritore, più volte campionessa del mondo di kickboxing, ma che ha un percorso di vita molto particolare, che spazia dal marketing all'impresa, dalla consulenza all'attivismo, tant'è che si è inventata anche un'iniziativa davvero lodevole che si chiama Fight the Violence e che è volta a combattere la violenza attraverso lo sport. I trucchi del mestiere, cioè i sistemi, le tecniche di autoregolazione di questa puntata, sono chi sei veramente. Controlla i tuoi modelli di riferimento e non aspettare di sentirti pronto Ospiti fissi.
Alessandro Calderoni:Davide Burchiellaro, founder di TheMillennialit. Con lui discuteremo dell'evoluzione e dell'impatto dell'intelligenza artificiale, con specifico riferimento a quello che possiamo chiamare effetto wow, che suscita inizialmente qualunque applicazione di intelligenza artificiale, ma che poi tende un po a svanire rapidamente quando ti accorgi delle imperfezioni che ci sono ancora e poi gianluca riccio, autore di futuro prossimo punto it, con cui scopriamo la chirurgia placebica, cioè in pratica una chirurgia che si basa sugli effetti terapeutici reali del potere della nostra mente.
Alessandro Calderoni:Le ricerche scientifiche che citeremo in questa puntata trattano alcuni temi in particolare, che sono differenze di metacognizione nei narcisisti a seconda del tipo di narcisismo, effetti della criminalizzazione della prostituzione e il piacere della musica triste. Cominciamo Il caso Ospite di questa settimana in relief è Gloria Peritore, più volte campionessa del mondo di kickboxing, ma anche con un percorso di vita davvero interessante, dal mondo del marketing al mondo dell'impresa, quello della consulenza, quello dell'attivismo, poi anche influenza. insomma, ci facciamo raccontare qualcosa in più. Ciao, gloria, benvenuta.
Gloria Peritore:Ciao, eccomi qua.
Alessandro Calderoni:Allora questo percorso singolare, un fil rouge che è e la passione per il ring.
Gloria Peritore:Mi sono trovata a decidere. Ho preso questa decisione a 30 anni, quindi avevo ancora la possibilità di godermi gli ultimi anni di carriera, e così è stato. Ho dovuto decidere, però poi mi sono portata tutte le mie competenze, anche attorno al ring. Portato a tutte le mie competenze anche attorno al ring.
Alessandro Calderoni:In questo momento sei ancora attiva come combattente a livelli mondiali. I tuoi titoli hanno pochissimo tempo, nel senso che, se non ricordo male, l'ultimo lo hai portato a casa un paio di anni fa.
Gloria Peritore:Assolutamente così. Sì, sono ancora in attività. Mi sono spostata alla box proprio per non farmi mancare niente, quindi ho messo un attimo in stand by la carriera da kickboxer, perché ho voglia di conquistare nuove cinture anche in una disciplina che non è la mia. Da quando mi sono licenziata sono passate circa 5 anni. Ho 35 anni, quindi sì, 5. Cinque anni, quindi sì, cinque. E in questi anni mi sono dedicata a tempo pieno allo sport e sono riuscita poi effettivamente a raggiungere dei traguardi molto importanti.
Alessandro Calderoni:Hai tra le varie attività e occupazioni molto interessanti, come per esempio consulenza di impresa, coaching, motivazione e così via. Un progetto che in questo periodo sembra davvero sul pezzo che è Fight the Violence ce lo racconti.
Gloria Peritore:Sì, fight the Violence nasce dalla mia missione personale. Io ho iniziato a fare questo sport a seguito di una relazione tossica che mi ha lasciato degli straccichi pesanti, soprattutto a livello psicologico, e credo che questo sia proprio il podcast giusto, magari per accendere un faro su questo.
Alessandro Calderoni:Mi sentivo molto indebolita da questa situazione del passato e ho cercato uno sport che mi facesse sentire più forte ma quando parli di relazione tossica, in particolare parli di una relazione psicologicamente tossica, o era anche importante la sua tossicità sotto il profilo fisico? ent.
Gloria Peritore:Entrambe le cose, però per mia natura sono sempre stata brava a reagire nel senso fisico della cosa, quindi in realtà le pressioni sono state più psicologiche. Proprio io sono arrivata a chiudermi, a non parlare né con gli amici né con la famiglia, a nascondermi. Anche da tante situazioni la mia persona era stata totalmente annullata e la paura può fare questo. Quindi capisci che quando sei adolescente le cose ti pesano il doppio. Mi sono sentita tanto sola nella mia vita. Quando sono riuscita a uscirne, poi, grazie ai miei familiari, insomma, mi sono ritrovata a vivere nel mondo e a vivere una libertà che mi faceva ancora più paura. Se vuoi.
Alessandro Calderoni:Lo sport è arrivato come antidoto alla paura o è arrivato come veicolo della rabbia? Qual è la sua utilità maggiore su di te?
Gloria Peritore:Per me è stato, diciamo, ciò che mi ha fatto esprimere. Ha fatto esprimere tutto ciò che avevo dentro. Fin da piccola sono sempre stata definita come una persona molto emotiva, molto sensibile, molto, molto, molto molto. Avevo tanto dentro, anche a livello di sensibilità. Però ho trovato la mia valvola di sfogo, in senso positivo. Io sul ring mi sento libera, è come se esprimessi tutta me stessa, dalla mente al cuore proprio. Ed è una cosa assurda, se ci pensi, perché comunque se mi vedi in giro tanti non ci credono quando dico che sono campionessa mondiale, perché comunque 54 kg molto esile non sembra c'è un'altra cosa che le persone normalmente non capiscono se non sono appassionate di sport da combattimento, soprattutto a livello preventivo perché quando entri in una palestra di sport da combattimento, ti alleni tra uomini e donne e impari a rispettare le differenze altrui.
Gloria Peritore:In questo caso immaginate un uomo e una donna che si allenano insieme, magari anche di cesi sociali diversi o di età diverse. Immaginate gli adolescenti. Questo può avere un grande impatto proprio anche a livello educativo, se vogliamo, ma soprattutto di abituare le persone a confrontarsi nel rispetto. E quando lo fai combattendo, questa cosa viene ancora di più fuori. Chi poi inizia a praticare, capisce come la violenza è. Tutt'altro anzi, noi come fighter tendiamo a rispettare molto i nostri compagni di allenamento quando cerchiamo di colpire o quando ci difendiamo, per noi è praticamente soltanto fare un punteggio, è tutto regolamentato. Quindi chi poi esce da queste regole viene pure visto abbastanza male, è segno di debolezza. Fai il colpo scorretto da noi, diventi un po' fuori. E questa cosa se la riporti poi nella vita, capisci come magari nelle scuole oppure tra gli adolescenti, può aiutare a prevenire la violenza. Ma sai, the Violence vuole creare anche dei percorsi per le donne, un po' come è successo a me, per tirare fuori quello che magari è stato oscurato in passato.
Gloria Peritore:Immaginate una donna che subisce violenza fisica. Fa un poch giocata, con maggiore difficoltà rispetto alla paura, rispetto alla rabbia o rispetto alla tristezza nella tua vita qual è stata l'emozione più feticcio, negativo per te? Guarda, la paura ormai l'ho fatta mia, è una mia, veramente amica. Grazie a lei riesco a fare determinate cose su Ring Beat alla direzione. Diciamo che il mio rapporto con la tristezza invece è stato abbastanza difficile negli anni. Anche io seguo e ho seguito un percorso di psicoterapia che mi ha aiutato molto perché, a differenza della paura, che è una di quelle cose che effettivamente ti mette in allarme, ci sono poi varie forme di paura. Basta dare la giusta interpretazione. Quando arriva la tristezza, a volte uno non capisce il perché è più difficile. Tante volte magari non è un campanello d'allarme per nessuna per niente, diciamo però è solamente qualcosa che bisogna imparare a includere nella propria vita e a gestire e magari a volte lasciare andare. Quindi questa è stata la parte più faticosa di me, perché ho provato tanti tipi di tristezza nella mia vita, molte volte motivati.
Alessandro Calderoni:Poi, crescendo magari uno incontra dei momenti nella vita in cui si sente triste e basta, per variati motivi e devi averci a che fare esatto, bisogna guardarla in faccia a volte e quali sono gli strumenti specifici o i trucchi che hai imparato per gestire la tristezza quando ti arriva così, senza che sia reattiva, cioè senza che ci sia un motivo vero e proprio per cui essere tristi?
Gloria Peritore:Per rigentrarmi su di me, cioè quello che ho imparato che alla fine veramente le risposte a tutte le mie domande ce le ho soltanto io. Quindi ho imparato a stoppare tutto ciò che arriva dall'esterno. Quando mi sento così, se ci sono dei momenti in cui mi sveglio triste, posso stare lì e correre e fare. Mi fermo, mi fermo, riprendo con la mia meditazione, con la mia respirazione, con le mie passeggiate da sola, con i miei allenamenti, con un approccio diverso, cerco veramente di guardarmi dentro, ma anche così in silenzio, per dire no. Però adesso so che è il segnale che mi devo fermare. Devo un attimo riconnettermi con me stessa.
Alessandro Calderoni:Mi sembra un apprendimento veramente interessante e che sostituisce un po' la cultura dominante che è quella del moltiplicare il fare per avere una soluzione su qualcosa che invece è soltanto emotivo e che non ha una soluzione, ma che invece è un saper gestire, standoci interessante che questo arrivi poi da una persona che non è che fa il monaco buddista nella vita, ma che in realtà fa un sacco di cose. Sono proprio contento che tu sia stato con noi. Ti ringrazio, gloria peritore. Ci risentiamo alla prossima.
Gloria Peritore:Grazie mille.
Alessandro Calderoni:Trucchi del mestiere. Eccoci alle tre tecniche di autoregolazione e di autoesplorazione della puntata di oggi. La prima è un domandone, a dire il vero, perché non è una semplice tecnica, ma è una domanda che tu dici, ma dai, poi ti siedi e stai lì tre anni e mezzo a pensare alla risposta. La domanda è chi sei veramente? perché effettivamente noi abbiamo un miliardo di etichette che possiamo usare per identificarci. Pensa anche soltanto le etichette tradizionali per esempio il tuo nome è già un'etichetta, o la tua età è un'etichetta, il genere è un'etichetta, l'orientamento sessuale è un'altra etichetta, l'etnia, la religione, la cultura, il lavoro, soprattutto il lavoro. Pensa a quante volte rispondiamo alla domanda chi sei? con la risposta che andrebbe data alla domanda cosa fai? Mettiamo sempre davanti il lavoro, anche la condizione relazionale a un'etichetta, o lo stato economico E così via, che caratterizzano le nostre identità digitali.
Alessandro Calderoni:E quindi pensa ai social network, su cui magari sei, agli argomenti che scorri o che guardi tutta roba piena di etichette che viene etichettata da chi posta o etichettata dagli altri. Ok, quindi hai modo di capire cosa intendo per etichetta. Pigliati un foglio e scrivi tutte le etichette che ti vengono in mente per descriverti, per esempio, che ne so 32enne, francese, insegnante, genitore, ateo, introverso e così via Tutte le etichette che ti vengono in mente su un foglio, in modo tale che tu veda quali sono i post-it che in generale tu o a volte anche gli altri, ma noi non sappiamo esattamente quali sono le etichette che gli altri ci danno appiccichi o appiccicano addosso all'idea di te, adesso.
Alessandro Calderoni:Vorrei che ti chiedessi semplicemente chi c'è, chi esiste, chi risiede al di là di tutte queste descrizioni di me, chi c'è dietro agli hashtag, chi c'è sotto tutta quella marea di post-it? Se tu dovessi togliere quei fogliettini, quelli con tutte le etichette che ti descrivono in questo modo sicuramente funzionale, sicuramente parziale, se li togli tutti, chi c'è lì sotto? Nota che sei ancora di più di tutte queste descrizioni, sei sicuramente di più di ciascuna di esse, ma sei di più anche rispetto all'insieme delle descrizioni, perché se togli tutti i post-it, resta comunque ciò su cui quei post-it si appiccicano. E quindi, chi sei veramente al di là e al di fuori di queste etichette? Secondo me è interessante provare a rispondere e sicuramente è difficile. Un'altra cosa che potrebbe essere alla giornata dei domandoni si vede importante vagliare e attraversare è l'argomento dei modelli, controlla i tuoi modelli di riferimento.
Alessandro Calderoni:Prova a pensare a cinque modelli reali o immaginari, che poi non sono altro che i tuoi referenti mentali, i tuoi mentori interni, cioè sono persone, personaggi, entità, cose esistenti, non esistenti, esistenti letterari, reali che ammiri per qualche caratteristica magari ti ispirano proprio, magari in qualche modo li segui, magari in qualche modo li imiti, magari in qualche modo, appunto, li modelli nel senso di un po più inglese del termine, cioè che metti le tue azioni e i tuoi comportamenti un po a ricalco di quello che queste persone o queste entità o questi personaggi che hai nella mente ti sembra che possano suggerirti. E per ciascuno di questi cinque modelli scrivi almeno due motivi per cui li ammiri, cioè perché questi modelli sono i tuoi modelli, cosa hanno fatto, cosa hanno di così particolare, perché ti devono ispirare, perché li consideri dei mentori, che cosa hanno? Almeno due ragioni per cui quei modelli per te sono dei modelli, Almeno due ragioni per cui li ammiri, li segui. Pensa a quello che incarnano per te, pensa a come si esprimono loro, a come parlano, a come comunicano, a come si muovono, pensa alle azioni che compiono nella loro vita o magari sul loro posto di lavoro. Che cos'hanno di inspirational, che cos'hanno di così in grado di spostare il tuo comportamento o di motivarti, o di farti rodere perché non arrivi a quel risultato, o di darti quell'energia per poter compiere delle azioni che magari senza quel modello non ti verrebbero così semplici.
Alessandro Calderoni:Quindi, cinque modelli, due motivi per cui li ammiri per ciascun modello, e poi scrivi almeno tre valori che ammiri di questi modelli. Quindi quali sono le direzioni, quali sono i valori che questi modelli esprimono e infine quali di questi valori, se ce ne sono, vorresti espandere nella tua vita. Quindi alla fine ti ritrovi con cinque modelli, dieci motivi totali per cui li ammiri e 15 valori alcuni possono anche essere magari gli stessi o sovrapponibili e poi sei lì che guardi tutto questo e ti chiedi quali di questi valori se ce ne sono, se ne hai trovati vuoi espandere nella tua vita, anche grazie all'immagine di questi modelli. Il terzo e ultimo esercizio di oggi, il terzo trucco del mestiere, si chiama non aspettare di sentirti pronto.
Alessandro Calderoni:Sì, perché non è necessario sentirsi ipermotivatissimo fino a traboccare di motivazione per fare le cose che ti interessano. Non devi essere carico a mille. Finché non sono carico a mille, non lo faccio. O come i pazienti, magari con l'umore un po flesso, che mi dicono è dottore, fino a quando non starò bene non riesco a fare niente, oppure quando starò bene, sì che ascolterò i suoi consigli, ma in realtà la macchina va spinta.
Alessandro Calderoni:Quando è ferma, quando è in movimento, tutto sommato sta già andando. No, quindi, la prossima volta che ti senti demotivato a fare qualcosa, prova a fare così. Numero uno conta fino a 10 e fai una piccola azione in linea con quello che ti sta a cuore, con quello che sarebbe per te importante o piacevole fare. Ti metti proprio lì, come se dovessi fare un saltone. Fai 1, 2, 3, bla, bla, bla, 9, 10, puff. Fai un'azione.
Alessandro Calderoni:Poi di nuovo nota quali sono i pensieri, le emozioni, le sensazioni fisiche e anche gli impulsi indesiderati che cercano di distrarti o di fermarti. Traduco che cosa ti dici nella zucca, che cosa provi, cosa ti verrebbe da fare che non è in linea o che rema contro la realizzazione di quelle piccole o grandi azioni che per te sono importanti in quel momento. Terzo scegli di portare con te questo pacchetto di pensieri, emozioni, sensazioni e impulsi e continua comunque a intraprendere la tua azione basata sui tuoi valori, sulla tua direzione. Cosa intendo dire con questo terzo punto? che se aspettiamo che passino i pensieri, le emozioni, le sensazioni, cioè se aspettiamo che tutto vada bene, che ci sia il sole, ma non troppo, il vento a favore, ma non troppo, il mare mosso, ma non troppo.
Alessandro Calderoni:E beh, alla fine finisce che non facciamo niente perché siamo in attesa che si realizzino tutte quelle congiunture che, tutte insieme, rappresentano una probabilità molto bassa, cioè la vita non Non è mare calmo, ma allo stesso tempo con un piacevole venticello, con una piacevole brezzolina che ti rinfresca e che muove anche la barca, con un sole piacevole, ma che ci sono anche le nuvolette, così non ti ostioni. No, non è così. Direi che questi tre punti sono quelli che ti permettono di allenarti a metterti in moto in qualunque momento. Punto 1, conta fino a 10 e poi già fai subito una piccola azione nella direzione che è importante per te. Numero due guarda quali sono pensieri, emozioni, sensazioni e impulsi che ti ostacolerebbero. E, numero tre portateli con te. Non combatterli, non osteggiarli, non respingerli. Mettiteli in tasca, lascia loro uno spazio e portali con te per fare lo stesso.
Alessandro Calderoni:Quell'azione, qual è la cosa che continui a rimandare e che sarebbe davvero importante per te, o quali sono? Scegli ne una e utilizza questi tre passaggi per passare all'azione. Oggi stesso Rieccoci con Davide Burchiellaro di The Millennialit magazine di intelligence generazionale. Ciao, davide, ben ritrovato, ciao. Buongiorno a tutti. Oggi un tema che mi sta assolutamente a cuore, anche perché, da bravo smanettone, è dall'inizio del 2023 che mi diletto a vedere quali ne possono essere le applicazioni. Stiamo parlando naturalmente di intelligenza artificiale, che ha avuto un'evoluzione rapidissima nell'ultimo anno e mezzo.
Davde Burchiellaro:Ha avuto anche un crollo per quanto riguarda i costi applicativi e un'espansione sotto il punto di vista della creatività, e quindi ci lascia un sacco di interrogativi aperti sull'applicabilità sia nell'ambito della comunicazione sia nell'ambito dell'utilità della vita di tutti i giorni che ci dici Sì, dico che hai ragione, che abbiamo avuto un 2023 dove forse si è parlato più di quello che si è fatto in termini di intelligenza artificiale, nel senso che, come tutte le novità, è stata pompata soprattutto a livello tecnologico, è stata molto pompata a livello di comunicazione. Poi sappiamo tutti perché noi poi che creiamo contenuti, quindi siamo creator, come si dice. Adesso abbiamo capito anche una cosa fondamentale che al momento quello che noi riusciamo a ottenere dall'intelligenza artificiale è al massimo un semilavorato, quindi qualcosa che mi crea uno scheletro di qualcosa che devo scrivere o disegnare o fare e poi su quel tipo di base devo muovermi in autonomia umana, di base. Devo muovermi in autonomia umana. Cosa possiamo dire? che cos'è che abbiamo imparato in questo anno almeno? poi magari anche tu puoi dirti che cosa hai imparato.
Davde Burchiellaro:Io ho imparato una cosa che l'intelligenza artificiale amplifica, questa modalità di stupore che riguarda la tecnologia, che è il cosiddetto effetto wow. Noi all'inizio, quando abbiamo cominciato a vivere la rivoluzione tecnologica, abbiamo sempre cercato delle novità e tutte le volte che ci è stato proposto una novità abbiamo reagito con un wow. Proposta una novità, abbiamo reagito con un wow. Pensiamo appunto a questa, anche con distorza al tipo di reazione abbiamo avuto con l'intelligenza artificiale. Questo è avvenuto in maniera immediata e molto forte, ma poi è finito subito quello che si dice anche, come dicono i ricercatori sociologi americani, in questo momento non c'è più l'effetto wow Alla prima foto che vedo, che in qualche modo mi stupisce perché sembra vera, ma non lo è. Poi successivamente il nostro cervello è come se mandasse un messaggio dicendo no, ma è finta, oppure no, ma sembra comunque qualcosa di farlocco, e quindi finisce l'effetto wow.
Alessandro Calderoni:Questa uccisione dello stupore è la cosa che a me preoccupa di più dell'intelligenza artificiale anche se è un'uccisione dello stupore Davide diversa da quella precedente, cioè c'era una fase in cui la tecnologia apparteneva alla fantascienza. I film di fantascienza o le serie che all'epoca si chiamavano telefilm, i film di fantascienza degli anni 70, degli anni 80, cose che ti facevano dire ma dai magari. Poi, con l'arrivo dell'economia digitale e della rivoluzione digitale, l'effetto wow era porca, miseria. Si può fare davvero questa cosa? ed è calato l'effetto wow solo perché tutto ciò che si velocità, con cui ci sono state proposte cose completamente nuove da fare o da poter fare, solo che poi ti decade un po' l'effetto wow quando vedi che i risultati al momento non sono esattamente in linea con le aspettative.
Alessandro Calderoni:Cioè, sì, è vero che noi siamo abituati ad aspettarci di tutto, perché sappiamo che tutto è possibile nella nostra mente, mentre prima tutto era tanto creativo e si sente che non è umano. Allora ti decade un po' il wow perché ti viene da dire a cipicchia, ho speso dei quattrini, ci ho messo del tempo che più o meno era simile al tempo che ci avrei messo se l'avessi fatto da solo questo scritto, e devo anche correggerlo, forse c'è ancora un po' di perfettibilità.
Davde Burchiellaro:Sì, c'è un po' di perfettibilità dal nostro punto di vista. Se noi usciamo un attimo, invece, dal nostro punto di vista, diciamo, di professionisti che potrebbero lavorare con l'intelligenza artificiale e mi rendo conto che è difficile, perché tutti quanti, tutte le figure professionali del mondo, avranno a che fare con l'intelligenza artificiale però, se noi usciamo un attimo e andiamo a vedere chi è che consuma questo prodotto finale dell'intelligenza artificiale, abbiamo, per esempio, un caso molto interessante che ha fatto scuola l'anno scorso ed è stata una particolare foto di un fotografo su Instagram che ha fotografato un villaggio della Turquia dove ci sono questi famosi camini delle fate. Sostanzialmente, la sua foto era talmente fiabesca tra virgolette che nessuno ha creduto che fosse vera, al che lui ha dovuto addirittura organizzare dei tour per i turisti per portarli a vedere che era veramente così. Direi che questo è abbastanza significativo come esempio tra un po'.
Alessandro Calderoni:Invece di mettere il bollino sulle foto che arrivano da intelligenza artificiale, dovremmo mettere il bollino sulle foto che arrivano dalla realtà.
Davde Burchiellaro:Esatto, esatto, autentico, verificato.
Alessandro Calderoni:Davide Burchiellaro del Millennialit alla prossima.
Davde Burchiellaro:Alla prossima Futuro prossimo.
Alessandro Calderoni:Diamo come sempre il benvenuto a Gianluca Riccio, inventore di FuturoProssimoit. Ciao e grazie per essere con noi. Grazie a te e buonasera a tutti. Stato ipnotico da realizzare anche delle condizioni organiche che effettivamente realizzino plasticamente l'immagine che è stata creata a parole. Un esempio su tutti è possibile far immaginare a un paziente che ha un problema alimentare, per esempio, un bendaggio gastrico. Gli si fa immaginare, una volta che è in ipnosi, esattamente di essere su un tavolo chirurgico e che ci sia l'installazione di questo bendaggio attorno all'imboccatura dello stomaco, che ovviamente impedisce l'afflusso di tanto cibo e genera sazietà prima del tempo, consentendo così alla persona di perdere peso. ed effettivamente, soprattutto nei soggetti con una maggiore ipnotizzabilità, all'uscita dall'ipnosi il comportamento della persona e la sua sensazione fisica di pienezza e di sazietà aumentano notevolmente e quindi la persona poi dimagrisce. ma adesso tu vuoi parlarci addirittura di chirurgia to cure placebo è vero.
Gianluca Riccio:Se vi dicessero che a volte per curare un disturbo non serve un vero intervento chirurgico, ma ne basta uno finto, potreste pensare naturalmente ad uno scherzo, a una trovata da charlatani. Eppure ci sono alcuni studi scientifici che mostrano che la cosiddetta chirurgia placebo, cioè una chirurgia fatta di procedure minimamente invasive o addirittura, in alcuni casi, simulate, può avere effetti terapeutici paragonabili a quelli degli interventi reali. Che storia è questa? Non mi stupisce che faccia fatica ad affermarsi. Naturalmente a una cosa del genere, però ha delle basi, e ha delle basi anche antiche.
Gianluca Riccio:Il primo a dimostrare l'efficacia di questa chirurgia placebo fu il dottor Bruce Mosley, negli anni 90 e in uno studio che oramai è diventato classico, perché lui reclutò 180 pazienti con dolore al ginocchio e li divise in due gruppi. Alcuni ricevettero una vera artroscopia, altri una finta artroscopia, in cui veniva fatta solo un'incisione sulla pelle senza inserire strumenti. Il risultato dopo due anni i pazienti dei due gruppi avevano avuto miglioramenti simili nel dolore e nella funzionalità, anche quelli non operati. Naturalmente, quelli operati per finta avevano ricevuto, avevano corso meno rischi, diciamo di infezioni, certamente, anche se le operazioni sono placebo, ma i risultati sono veri.
Alessandro Calderoni:Non mi azzarderei, diciamo, a farmi un placebo al cuore o un placebo un'operazione placebo più rischiosa, trattandosi di una seduta di ipnosi ma di un medico che ti dice che ti opera, mi chiedo se ti devono comunque anestetizzare e fin dove arrivi l'azione che ti deve convincere che sei stato operato probabilmente fino all'anestesia.
Gianluca Riccio:È probabile, anche se per operazioni di questo tipo, quelle testate, diciamo, in questo campo non ci sono stati degli interventi estremamente invasivi e quindi manca la controprova. Immagino però che più la finzione sia spinta e più il potere di autoguarigione del corpo si inneschi, come per esempio per il nuovo tessuto, la formazione di nuovo tessuto, le cicatrici, tutte cose che continuano a riparare il problema del nostro corpo anche senza bisturi. Confermo comunque le operazioni di questo genere includono anche degli antidolorifici.
Alessandro Calderoni:Bisogna ricordarsi, gianluca, che il placebo è scientificamente provato, tant'è che, quando noi facciamo il computo del peso dell'efficacia di un trattamento o anche di un farmaco, viene calcolato che il placebo conti addirittura fino al 20-25% sull'efficacia del trattamento del farmaco. Pensa che se un farmaco viene prescritto in maniera particolarmente convincente o in modo tale che il paziente si immagini già in maniera del tutto efficace gli effetti che avrà grazie all'assunzione di quel farmaco, l'efficacia stessa della molecola aumenta. Quindi non dobbiamo sottovalutare l'effetto placebo solo perché si chiama effetto placebo, dobbiamo anzi implementarlo, come è vero che aumenta di una vasta percentuale l'efficacia di qualunque trattamento. Allora la domanda è cosa devo dire o fare a quel paziente affinché il placebo si aggiunga all'efficacia del trattamento?
Gianluca Riccio:È vero, e dico di più, la semantica potrà rendere in inganno C'è una vasta componente scientifica che chiede di non chiamare questa chirurgia chirurgia placebo, perché forse il termine placebo rischia di alimentare uno scetticismo. Si tratta di veri e propri interventi, anche se non sono interventi tradizionali in qualche modo, per cui è un futuro da scrivere anche da questo punto di vista. Parafraserò Platone non sarà certo un placebo a curare ogni male, ma ci aiuterà a ripensare ciò che noi intendiamo per cura, e cura non è semplicemente invadere il nostro corpo con qualche pratica, ma anche stimolare il nostro potere di autoguarigione.
Alessandro Calderoni:Gianluca Riccio, futuro prossimo punto it.
Alessandro Calderoni:Grazie per essere stato con noi grazie a te la letteratura scientifica un nuovo studio svela le interessanti differenze metacognitive tra narcisisti grandiosi, o overt, e narcisisti vulnerabili, o covert. Queste scoperte evidenziano distinti tratti tra loro I primi, cioè quelli grandiosi, mostrano una marcata eccessiva fiducia, mentre i secondi mostrano invece prestazioni cognitive peggiori senza questa fiducia evidentemente eccessiva. Andiamo a parlare invece di criminalizzazione della prostituzione perché, stando a una ricerca specifica che arriva dal nord Europa, criminalizzare la prostituzione porta a un aumento dei casi di stupro. Il divieto della Svezia di acquistare sesso ha aumentato significativamente i reati di stupro segnalati di circa il 44% in più, raggiungendo il 62% tra il 1997 e il 2014, suggerendo dunque conseguenze negative indesiderate per quanto riguarda, ovviamente, quel tipo di intervento legislativo. Parliamo di musica, e specificamente di musica triste, perché una nuova ricerca fornisce la prova che la tristezza nella musica può essere direttamente piacevole, sfidando le visioni tradizionali secondo cui il piacere della musica triste viene solo attraverso effetti indiretti, come per esempio attraverso la commozione.