Relief: il podcast.

#4-10 Clima, emozioni e autenticità - Ospite: Andrea Giuliacci

Alessandro Calderoni Season 4 Episode 10

Può il cambiamento climatico influenzare le nostre emozioni? In questa puntata Alessandro Calderoni questa affascinante tematica con Andrea Giuliacci, meteorologo e climatologo di fama. Abbiamo approfondito la meteoropatia, esplorando come le variazioni climatiche possano alterare il nostro umore e i comportamenti quotidiani. Dal ruolo della luce solare nella produzione di vitamina D e serotonina, agli effetti della pressione e dell'umidità sui dolori reumatici, Andrea ha condiviso preziose intuizioni scientifiche e umane, spiegando come come il cambiamento del tempo possa influenzare l'umore, i comportamenti e anche il tasso di criminalità.

I trucchi del mestiere  di questa puntata sono:

  • Rilassa il Te: ripensare a un momento difficile, identificare i pensieri e le emozioni indesiderate, trattenerli con leggerezza come oggetti sulla scrivania, osservandoli senza lasciarsene influenzare e ripetere l'esercizio anche con pensieri ed emozioni piacevoli.
  • Valori falsi: riconoscere e valutare l'autenticità dei propri valori  e impegnarsi a sostituire un valore falso con uno autentico.
  • Verso o via da: a ogni decisione, chiedersi se essa porta verso ciò che conta davvero o allontana da ciò che conta.

Con Davide Burchiellaro, founder di Themillennial.it , si discute di professioni del futuro e di come orientarsi nel mondo del lavoro, evidenziando mestieri come Prompt Engineer, Inclusion Manager, Machine Learning Trainer, e altri...

Con Gianluca Riccio, autore di Futuroprossimo.it,  analizziamo il gap di anticipazione tecnologica cioè come la velocità del progresso tecnologico stia superando la capacità umana di adattamento.

Le ricerche scientifiche  citate in questa puntata trattano i seguenti temi:

  • Rabbia e regolazione: meglio sport o respiro?
  • Cannabis ed empatia: su o giù? 

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sigla:

il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi, le interviste e i racconti di alessandro calderoni benvenuti e ben ritrovati.

Alessandro Calderoni:

Nuova puntata di relief, il podcast collegato all'omonimo servizio di sollievo psicologico rapido che ha sede in metropolitana a milano, fisicamente linea lilla, fermata isola, oppure online per tutti a partire da wwwreliefitaliait. In questa puntata l'ospite è Andrea Giuliacci, meteorologo e climatologo. Con lui parleremo della correlazione che esiste tra clima ed emozioni e di come effettivamente il cambiamento del tempo può influenzare sia l'umore che i comportamenti, che anche il tasso di criminalità. Pensate I trucchi del mestiere di questa puntata, cioè le tecniche psicologiche, pratiche di autoregolazione sono rilassa il te, valori falsi e verso o via da Ospiti fissi.

Alessandro Calderoni:

Davide Burchiellaro, founder di TheMillennialit. Con lui discutiamo di professioni del futuro e di come orientarci nel mondo del lavoro, evidenziando mestieri come prompt engineer, inclusion manager, machine learning trainer e altri, insomma divertenti da scoprire. Prossimo punto it. E con lui analizziamo il gap di anticipazione tecnologica, cioè spiegato in altri termini, come la velocità del progresso tecnologico stia superando la capacità umana di adattamento. Le ricerche scientifiche che citeremo in questa puntata trattano questi temi rabbia e regolazione meglio sport o respiro per farsela passare, e cannabis ed empatia, su o giù. Cominciamo Il caso. Ospite di questa puntata di Relief Andrea Giuliacci, meteorologo e climatologo. Benvenuto Andrea.

Andrea Giuliacci:

Ciao, grazie.

Alessandro Calderoni:

La prima domanda che ti rivolgo, visto che noi ci occupiamo di emozioni e di regolazione delle emozioni, ha proprio a che fare con una miscela della mia materia e della tua. Ma come si dice, quando normalmente le persone, l'uomo della strada tipico dice ma sono un po' meteoropatico. Ecco, effettivamente il clima influenza in maniera diretta o indiretta le emozioni e l'umore.

Andrea Giuliacci:

Sicuramente sì, soprattutto il tempo, ovvero ciò che troviamo sopra la nostra testa, perché del resto dobbiamo pensare che la nostra vita e quindi anche il nostro umore e la nostra salute sono profondamente influenzati dall'ambiente che ci circonda. E il meteo è una parte importantissima dell'ambiente che ci circonda. E quindi non è poi così strano che tanti di noi avvertano il tempo che cambia, per cui ci sono tante persone che, ad esempio, all'avvicinarsi del temporale sentono, avvertono uno stato d'ansia, diventano nervosi, piuttosto che alcune addir sapete, anche lui è metrologo, lui ha sempre detto un buon metrologo dovrebbe avere almeno una piccola fratturina da ascoltare quando cambia il tempo. Perché del resto è dimostrato che quando cambia il tempo, con le variazioni di pressione e di umidità, ecco che allora il nostro organismo regisce in modo tale che laddove magari ci sono dei nervi infiammati e questi vengono maggiormente stimolati e quindi si avverte del dolore, un po' come quando si dice guarda, chi soffre di dolori reumatici. Sente il tempo che cambia in anticipo perché avverte questo cambiamento. Beh, è dimostrato e in effetti è così.

Alessandro Calderoni:

È noto, per esempio, che la luce stessa, quella solare, se non altro, influenza la produzione di diverse componenti chimiche, di diverse molecole, all'interno del nostro corpo. Per esempio, pensiamo alla vitamina D, pensiamo anche alla serotonina. Quindi, luce uguale sintesi di queste molecole e miglioramento dell'umore buio uguale deficit di queste molecole, come dimostrano tra l'altro, i paesi con minore propagazione di luce durante la giornata e aumento dei tassi di depressione.

Andrea Giuliacci:

Esatto, ma ti dirò di più Anche il cambiamento climatico. Noi siamo abituati a pensarlo come un fenomeno che influenza soprattutto l'ambiente e i fenomeni meteorologici. In realtà oramai sono numerosi gli studi che dimostrano che il clima che cambia, il cambiamento climatico può anche modificare in maniera pesante i nostri comportamenti. E perché lo dico? Perché penso un po' tra i primi a studiare gli effetti del clima, degli agenti meteorologici sui comportamenti criminali sono stati proprio i meteorologi negli Stati Uniti a fine 1800 e lo so proprio perché da meteorologo sono andato a studiarmi queste curiose ricerche.

Alessandro Calderoni:

Sappiamo che le hanno fatte, perché poi sono state pubblicate in un numero del New York Times del 1897, ci fosse un aumento dei comportamenti criminali? e avevano scoperto che sì, c'era questo aumento. Tii parli proprio anche di questa cosa, del clima che influenza il comportamento, a dire il vero con delle previsioni nefaste.

Andrea Giuliacci:

È vero. In effetti, considerando che tra l'altro il clima sta andando verso il caldo in maniera decisa, c'è poco da stare allegri. Però il saperlo ci consente anche di prendere le giuste contromisure, perché spesso la conoscenza aiuta poi ad affrontare anche questi problemi. Tra l'altro, hai detto bene, ne parlo anche nel libro. Uno degli aspetti più curiosi è che anche i cosiddetti leoni da tastiera, gli haters online aumentano, o almeno aumenta l'attività in maniera importante, proprio al crescere delle temperature. E ci sono spiegazioni che sono sia di natura psichica che di natura proprio organica. Ci sono degli ormoni che produciamo quando fa più caldo, che inevitabilmente influenzano anche il nostro comportamento.

Alessandro Calderoni:

Stiamo cercando di attuare. E non stiamo cercando di attuare perché grandissime riunioni sul tema politiche internazionali, però poi di fatto vere decisioni non le sta inducendo. Quindi mi chiedo se le cose vanno veramente così. E questo surriscaldamento globale e le mutazioni che stiamo osservando vanno nella direzione, nei prossimi 10, 20, 30, 40 anni, che ci sembra di poter dolorosamente apprezzare. Che cosa accadrà alle modifiche del comportamento?

Andrea Giuliacci:

Il rischio è che in effetti la società e i rapporti tra di noi subiscono dei grandi cambiamenti, se non staremo anche attenti a cercare di limitare questo cambiamento. E qui, tutto sommato, mi dai il gancio per un altro aspetto che secondo me è fondamentale e che coinvolge proprio quello che è l'aspetto psicologico del cambiamento climatico, nel senso che molto probabilmente il tema del cambiamento climatico, soprattutto fino a qualche anno fa, è stato trattato nella maniera sbagliata. Perché? Perché si è cercato di alzare i toni, quindi si sentiva spesso dire stiamo utilendo il pianeta, scenderemo avanti, così non avremo più un futuro. Ma in questo modo cosa si è scoperto qualche anno fa? Che si è creata una sorta di ansietà nei confronti del cambiamento climatico, per cui la gente oramai trova ansia quando sente parlare di questi temi. E l'ansia non porta all'azione, ma ahimè all'evitamento esatto.

Andrea Giuliacci:

E dall'altra parte c'è un'altra grossa fetta di popolazione che, a forza di sentire alzare i coni, oramai ha perso il pathos per questi argomenti. Ma sì, ho capito, è il solito. Proprio perché si è passati dall'zione, farà caldissimo, farà così caldo che non si potrà più respirare, farà così caldo che brucerà tutto. È chiaro che la gente a quel punto dice vabbè, se allora tanto deve andare così. Mi siedo e aspetto, mentre forse l'atteggiamento corretto sarebbe quello di ribaltare il discorso, ovvero non di far vedere l'aspetto negativo, ma l'aspetto positivo dei giusti comportamenti, delle giuste politiche, ovvero cerchiamo di inquinare di meno e vedrai che tornerà a cadere la neve sulle Alpi. Cerchiamo di inquinare di meno e vedrai che torneremo ad avere delle stati con un caldo sopportabile, umano. E questo forse direi che di recente, insomma ultimamente, si sta cercando di traprendere questa strada.

Alessandro Calderoni:

Quindi una questione di clima, una questione di meteo, ma anche una questione di comunicazione.

Andrea Giuliacci:

Assolutamente, assolutamente È fondamentale. Ormai la comunicazione è fondamentale in tanti settori, ma ha maggior ragione nel contrasto al cambiamento climatico, perché il cambiamento climatico si contrasta efficacemente solo se si coinvolge il maggior numero di persone, non solo per i comportamenti dei singoli, che sono fondamentali quindi più stiamo a comportarci in una maniera corretta, maggiore sarà il risultato ma anche perché ci dimentichiamo che anche le grandi politiche energetiche, quindi come produrre l'energia, tutto sommato è vero che la decidono i governi, ma i governi alla fine tutto sommato fanno quello che gli chiede la cittadinanza. Se tutti noi chiedessimo energia pulita, probabilmente si andrebbe molto più rapidamente verso una transizione energetica.

Alessandro Calderoni:

In chiusura, andrea, tu, non come studioso, ma come persona, rispetto alla tua regolazione di emozioni, come sei messo Nella tua vita, è stata più sfidante l'ansia, più sfidante la rabbia o più sfidante la tristezza?

Andrea Giuliacci:

per te, La parte più sfidante è quella di cercare invece a volte di darsi una scossa, perché devo amm'ansia, ma nel cercare di uscire dalla comfort zone per andare appunto a cercare qualcosa di sfidante ok, invece per la tristezza e la rabbia la tristezza, secondo me, è un momento.

Andrea Giuliacci:

Io l'ho sempre vissuto come un momento, tutto sommato, di crescita, di riflessione, come tutti attraverso i miei momenti tristi. Ma lo vivo sempre come un momento per cercare di capire vabbè, sono triste, ma allora cosa vera motivazione? e più delle volte mi rendo conto che, insomma, tutto sommato si capita un momento triste, ma mi ritengo una persona fortunata, e quindi ecco che torna rapidamente un umore positivo e ricordandoci comunque di concedercela, la tristezza.

Alessandro Calderoni:

Mi sono interrotto. Stavi dicendo per quel che riguarda invece la rabbia.

Andrea Giuliacci:

Non ho mai avuto grossi problemi a gestire la rabbia e, certo, come tutti, anch'io mi arrabbio, è inevitabile. Però anche da quel punto di vista io credo che sia anche liberatorio, cioè, se uno riesce comunque a gestirla, la rabbia ci vuole. Abbiamo bisogno intanto di scaricare in qualche maniera ciò che sentiamo che non va bene, a torto o a ragione, perché giustamente è la nostra valutazione. Insomma, non la vedo come un fatto negativo se appunto si riesce a controllare. Devo dire che, insomma, sarà che poi col passare degli anni, con l'età, insomma mi pare di riuscire a controllarla sempre di più, forse per come un'energia e per arrabbiare, forse per questo, insomma, sei un soggettone flemmatico alla fine.

Andrea Giuliacci:

Tutto sommato direi di sì.

Alessandro Calderoni:

Andrea Giuliacci, grazie mille per essere stato con noi.

Alessandro Calderoni:

Gra Trucchi del mestiere, togliamo spago a tutta quella serie di disturbi che popolano la nostra mente e il nostro corpo quando siamo, per esempio, in un circuito ansioso. Ma rilassare il nostro noi stessi può essere un'operazione differente ed è così che la prima tecnica e il primo esercizio di questa puntata vogliamo chiamarla proprio rilassa il te. Proprio, rilassa il te. Ripensa a un momento difficile che hai trascorso nella tua vita, magari di recente. Comincia, come al solito, con un momento di una difficoltà intermedia non sfidarti subito in maniera estrema. E in relazione a quel momento difficile con cui ti stai confrontando, una volta che lo hai richiamato alla mente, prova a chiederti quali erano i pensieri o le emozioni indesiderate che provavo e che mettevo all'interno della zucca nei miei confronti in quei momenti, cioè proprio in quell'episodio, lì, nel momento in cui stavo versando in difficoltà, cosa stavo pensando su di me e che emozioni provavo verso di me? E una volta che ti sei dato una risposta, prova ad aggiungere un'ulteriore domanda, che è in linea con la prima Quali erano i pensieri e le emozioni non piacevoli o non desiderate che credo che gli altri avessero su di me in quel momento, cioè sempre nel momento particolarmente difficile che hai scelto come base per l'allenamento? cosa credi che gli altri pensassero di te e cosa credi che provassero per te.

Alessandro Calderoni:

Ecco, prova a osservare che cosa succede quando trattieni questi pensieri e questi sentimenti con leggerezza, cioè li richiami alla mente, ce li hai ben presenti come se fossero lì sulla scrivania della mente, ma li tieni lì come oggetti, come esperienze momentanee, come cose che si possono vedere andare e venire, come quando hai la scrivania piena di cose e non sai esattamente nemmeno cosa sono. Perché sono lì. E poi ci fai caso e vedi che sono oggetti. Alcuni ti piacciono, altri ti piacciono di meno, alcuni ti servono, altri sono meno utili, ma sono tutti lì, semplicemente sulla tua scrivania.

Alessandro Calderoni:

Ecco che differenza c'è tra la risposta che hai dato prima a quelle due domande, cioè cosa pensi e cosa provi per te in quei momenti difficili e cosa credi che gli altri pensino e provino per te in quei tuoi momenti difficili. Questa è A. Che differenza c'è tra A e B, in cui invece vedi quei pensieri lì e quelle emozioni come se fossero degli oggetti sulla scrivania che puoi spostare, possono scivolare via, possono cadere, possono anche restare lì? Ecco, prova a rifare questo esercizio la prossima volta che avrai pensieri o sentimenti gradevoli su di te, cioè facciamo la stessa cosa anche la prossima volta che pensi bene di te. Fantastico, sono stato bravissimo.

Alessandro Calderoni:

Come ho fatto io con la torta? nessuno come ho saltato io con l'asticella, nessuno come ho giocato a golf? nessuno. Quella partita di tennis fantastica. Quell'esame meraviglioso, quel problema al lavoro, wow.

Alessandro Calderoni:

Ecco, ogni volta che hai pensieri o emozioni, sentimenti desiderabili, piacevoli su di te, fai lo stesso esercizio di relativizzazione, di rilassamento del te, cioè trattieni con leggerezza quei pensieri e quelle emozioni desiderabili come se fossero oggetti sulla scrivania. A poco a poco, mentre ti alleni a fare questa cosa, scoprirai che sia le emozioni sgradevoli sia quelle gradevoli hanno la graziosa caratteristica di essere passeggeri, impermanenti, momentanee sia quelle brutte, che ci diciamo che di fatto non passeranno più, sia quelle bellissime, che vorremmo trattenere per sempre e che invece, naturalmente, sono passeggeri. Il secondo esercizio di questa puntata si chiama valori falsi. A volte ne adottiamo, adottiamo proprio dei falsi valori, cioè degli orizzont, delle modalità di condotta, delle indicazioni di percorso che in realtà non sono tanto importanti per noi, perché vogliamo pensare a noi stessi in un certo modo, che magari non è autentico, o vogliamo, ancora più spesso, che gli altri pensino a noi in un certo modo, che però non è quello autentico.

Alessandro Calderoni:

Quanto ci costa mantenere questi falsi valori? Che prezzo ha in termini emotivi, in termini di fatica interna, in termini di disallineamento rispetto a quello che sentiamo davvero o che siamo davvero? Quanto ci costa, anche in termini di occupazione della mente? Ecco, proviamo a rispondere a queste domande. La prima ti allontanano dall'essere autentici quei valori? La seconda quei valori postici sono in concorrenza con valori più autentici? Cioè, ci sono valori che senti più veri, che sono un po' dei competitor, degli antagonisti, rispetto a quelli che metti in scena? Terza e ultima domanda quei valori ti permettono di vivere al meglio la tua vita? Ecco, una volta che ti sei risposto a queste domande, prova a fare un'ulteriore considerazione.

Alessandro Calderoni:

Cosa potrebbe accadere se oggi, proprio oggi, ti impegnassi a sostituire un valore falso? e nessuno potrebbe nemmeno notarlo nel profondo? Sei tu che puoi vedere se le linee guida della tua vita, o ciò che di fatto hai esposto come potenziale linee guida della tua vita, sono in realtà sincere, concretamente autentiche, oppure ti portano da un'altra parte solo perché devi far vedere quella cosa. E cosa potrebbe accadere se, proprio oggi, tu ti impegnassi a sostituire un valore falso con uno che rappresenta ciò che conta davvero per te? prova a individuare quale può essere un tuo valore falso qualcosa che ti dici che è importante per te nella vita o qualcosa che dici ad altri che è importante per te nella vita e prova a sostituirlo. Guarda, non è necessario che tu faccia il buono.

Alessandro Calderoni:

Magari hai messo come valore nella vita che ne so il denaro, e questo non è tanto autentico per te, ma vedi che è importante per le persone che ti stanno intorno o per la società in cui vivi e quindi lo adotti. Non è necessario che tu sia ipervirtuoso e tolga il denaro e tu metta un'altra cosa. Va bene se è questo il tuo valore falso, ma può anche essere che tu stai recitando al contrario Magari, il tuo valore ostentato è la famiglia, e invece non ne puoi proprio assolutamente più di portare avanti questo valore nella tua mente dicendo che tu sì, sei per questi valori tradizionali, eccetera, eccetera. Puoi anche ammettere che magari dentro di te preferisci una vita da solo o da sola, o una vita di coppia senza figli. Sono veramente i tuoi, non te ne devi vergognare, non ne devi aver paura e devi considerare che se vivi in linea con loro, allora sarai probabilmente più felice. Questo ci riporta anche al terzo esercizio di questa puntata, che si intitola verso o via da e, a proposito di valori e di direzioni, questo è proprio il fulcro da considerare.

Alessandro Calderoni:

Immagina che tutte le possibili scelte che puoi fare nella vita siano contenute all'interno di una sola pagina, di un block notice, piuttosto che di un foglio da stampante. Oppure magari in un sacchetto di biglie. Ecco, mettila così. Hai un sacchetto di biglie di vetro, di quelle con cui giocavano i bimbi di una volta.

Alessandro Calderoni:

Ogni biglia rappresenta una direzione verso la quale ti puoi muovere e in ogni momento puoi scegliere con quale biglia ti porterà verso o via da ciò che conta davvero per te. Allora, la prossima volta che devi fare una domanda o una scelta, immagina se giocare con quella biglia, quella domanda lì che stai per fare o quella scelta che stai per prendere, ti porterà verso ciò che ti sta più a cuore in quella situazione o via da ciò che ti sta più a cuore. Cioè, questo terzo esercizio ti aiuta sostanzialmente a scoprire se stai facendo bene nella tua vita. Il secondo esercizio perché ogni volta che sei a un bivio, se ti chiedi ok, sto per tirare questa biglia, ma questa biglia mi porta verso ciò che conta per me o via da ciò che conta per me? Ecco, questo semplice quesito probabilmente ti farà da bussola. Rieccoci con TheMillennial it, il magazine di intelligence generazionale, e con il suo fondatore, davide Burchiellaro.

Davide Burchiellaro:

Ciao, davide, ben ritrovato buongiorno a tutti quali sono domandona tipica che magari si possono fare, sia quelli della generazione Z, quando sono alla scelta dell'università, sia quelli che magari più avanti stanno finendo l'università sia quelli che hanno iniziato a orientarsi nel mondo del 66% delle persone non si aspetta di ottenere una formazione adeguata all'università, bensì aspetta che questa arrivi sul posto di lavoro. Ed è obiettivamente difficile dargli torto, nel senso che ci sono così tante nuove figure che stanno nascendo, alcune già presenti nelle aziende e che sono molto difficili da spiegare poi ai genitori e ai nonni. Però esistono già, per esempio l'inclusion manager. L'inclusion manager è quella persona che si occupa del fatto che tutti siano rispettati, che si eviti di fare il famoso greenwashing o genderwashing nelle aziende e soprattutto che siano come dire che questo non porti, queste azioni non portino ad avere un'immagine negativa verso l'esterno.

Alessandro Calderoni:

Io ho incontrato anche dei peace manager, cioè dei quadri che si occupano veramente di mantenere un buon ambiente, rasserenante o almeno un po' sereno all'interano. I famosi profili, comunque, andiamo a vedere le professioni variano.

Davide Burchiellaro:

Variano sia a livello manageriale che anche a livello tecnico molto basico. Per esempio, mentre una volta c'era il vecchio vetrinista tutti sappiamo che Giorgio Armani ha iniziato facendo il vetrinista oggi, per esempio, esistono dei disegnatori di vetrine con competenze di virtual reality e augmented reality.

Davide Burchiellaro:

Quindi, in realtà, se non hanno queste caratteristiche, oggi nessuno viene assunto per fare il vetrinista cioè ti fanno vedere prima il risultato con un rendering, come gli architetti diciamo di sì, ma un rendering molto particolare, dove tu ovviamente avrai questi visori che ormai hanno raggiunto dei livelli altissimi e con le loro mani nel vuoto disegneranno le vetrine della rinascente del futuro. Poi abbiamo i prompt engineer, che ne abbiamo già parlato di te ed è una figura essenziale. È quello che dà gli ordini all'intelligenza artificiale, quindi, come questi ordini sono dati, va a definire la tua capacità professionale di lavorare con l'intelligenza artificiale E questo infatti è chiamato prompt engineer proprio perché engineer non vuol dire proprio ingegnere in inglese. Però insomma, è un tecnico molto evoluto, così come il machine learning trainer, l'insegnante dell'intelligenza artificiale cosa darle in pasto esatto, bravissimo.

Davide Burchiellaro:

Poi abbiamo altre figure che hanno a che fare con il cambio climatico, per esempio come l'assicuratore ambientale. Abbiamo un sacco di problemi dovuti al cambio climatico che portano catastrofi, eccetera, e quindi serviranno sempre più persone preparate scientificamente per poter assicurare alle compagnie di ass articolazione una clientela che ha effettivamente dei bisogni specifici da questo punto di vista, quindi magari una casa in un posto un po' a rischio. Poi abbiamo l'antropologo digitale, un'altra figura assurda, secondo me però interessante nel senso che, essendo comunque quello che avviene su internet un processo culturale, allo stesso modo l'antropologo lo può studiare. Per cui uno studio, lo studio delle community, lo studio delle caratteristiche che si sviluppano, delle dinamiche, delle risposte che si danno alle problematiche della vita attraverso le piattaforme online. Abbiamo detto l'inclusion manager, il sustainability manager non lo stiamo a definire, perché mai? sustainability è una di quelle parole che ha saturato, però esiste, va detto. Poi c'è un altro molto interessante, molto nuovo, che è l'AI ethicist. Questo è interessante. Perché l'AI ethicist che cosa fa? Punto interrogativo. L'ai ethicist è una specie di di abate della casa dell'internet.

Davide Burchiellaro:

È quello che vorrebbe, dovrebbe insegnare l'educazione l'etichetta l'etichetta, no, forse più dell'etichetta, in realtà è proprio un discorso etico, cioè andare a capire che cosa laddove ci sono delle criticità cioè tipo se chiedi all'intelligenza artificiale di confezionarti un'arma di distruzione di massa, ti deve dire no buono esatto, ti deve rispondere.

Davide Burchiellaro:

Non me la sento di affrontare questo argomento o cose di questo tipo. Ma oppure, molto banalmente, riguarda tutte quelle aziende che lavorano sul riconoscimento facciale, per cui sappiamo che, per esempio, negli anni scorsi era un far west questa situazione e abbiamo avuto aziende che hanno raccolto circa 4 miliardi di immagini dei nostri volti. No, questo significa che l'uso che se ne farà se ne fa perché è un database ancora esistente, ha già dato, ha già fatto vedere che sono terrificanti, cioè nel senso che vengono utilizzate, sono state utilizzate proprio per eseguire degli arresti negli Stati Uniti e poi con persone che sono poi state scagionate. Quindi, in realtà, questo del riconoscimento facciale è una dei task più importanti dell'AI Ethicist. Ma poi abbiamo il designer di wearable.

Davide Burchiellaro:

Quindi wearable cosa sono? sono tutti quei device che noi indossiamo, quindi dall'orologio, ma anche tutto ciò che ha un sensore e che ci connette a internet attraverso diverse modalità e via dicendo. Poi il gestore di blockchain non ne parliamo perché è veramente più una noia mortale. Però un altro è invece l'ultimo è l'ingegnere telemetrico, cioè quegli ingegneri che si occupano proprio di avere un, di lavorare su quelle forme di comunicazione, come per esempio la telemedicina, eccetera, specifiche che riguardano la risoluzione dei problemi da remoto.

Alessandro Calderoni:

Davide Brucchellaro, the Millennialit. Grazie per essere stato con noi e alla prossima. Futuro prossimo con Gianluca Riccio, di futuro prossimoit. Di nuovo, ben ritrovato.

Alessandro Calderoni:

Ciao, gianluca

Gianluca Riccio:

ciao, alessandro, e ciao a tutti allora noi facciamo una faticaccia, nasciamo e non lo abbiamo chiesto, però già che siamo qua, cerchiamo di arredare la nostra permanenza, studiamo, poi studiamo, poi studiamo, cerchiamo di studiare, poi cerchiamo di lavorare, poi cerchiamo di impratichirci, poi cerchiamo di migliorare, poi cerchiamo to improve, to improve, to improve, sempre più improve, e a un certo punto ah finalmente il progresso, la modernità e il futuro e veniamo superati dai nostri stessi prodotti.

Gianluca Riccio:

Che detta così sembra un pochino ironica. No, più di lui. E poi andava a giocare a ping pong e giocava contro una macchina che lo stracciava completamente, ed è una cosa che mi risuona parecchio, perché l'ho ritrovata molto nella notizia che sto per darti. Per sintetizzare, la rivoluzione industriale, come tu sai, ha lasciato indietro molti artigiani qualificati e l'ascesa dell'intelligenza artificiale sta replicando gli stessi meccanismi, ma ad una velocità e ad un ritmo senza precedenti. E allora che cosa introduco questa sera? Una cosa che si chiama gap di anticipazione tecnologica. Che cos'è? È la discrepanza tra le nostre aspettative sul futuro e sulle tecnologie e le loro effettive capacità. In sintesi, di che si tratta? Cioè, il modello di accelerazione tecnologica a cui stiamo assistendo ha una curva troppo ripida per noi umani.

Alessandro Calderoni:

È un po' quello che si diceva prima soltanto dei processori, alla fine, cioè che la modernità ci sta surclassando in velocità. Non abbiamo gli strumenti per star dietro a ciò che noi stessi abbiamo inventato.

Gianluca Riccio:

Sì, in tutti gli anni, nei decenni, nei secoli in cui ci sono state delle innovazioni, dalla ruota in poi, c'è sempre stato un alternarsi di periodi, quindi di crescita verticale e poi di plateau, cioè di periodi nei quali noi ci adattavamo a quel cambiamento, lo perfezionavamo e lo rendevamo un po più umano vicino a noi. Prendevamo un'automobile, la facciamo diventare la bianchina di fantozzi, in qualche modo un elemento familiare nella nostra vita. Sono spariti plateau, alessandro, in questa curva verticale, sono spariti i momenti in cui possiamo rifiatare. I cambiamenti si susseguono in una continua evoluzione che in qualche modo rende anche i nostri sforzi obsoleti, anche quelli di formarci, di imparare nuovi lavori. Questo sta rendendo le persone sempre più a suoi fatti, alla tristezza, se vogliamo.

Alessandro Calderoni:

Una volta, quando guardavi una sopopera, se ti perdevi anche quattro puntate, tanto erano sempre fermi lì alla stessa scena. Adesso, qua, se non ti aggiorni e ti perdi una puntata, stai fuori un pochino dal gioco per qualche mese già devi recuperare un mondo.

Gianluca Riccio:

Eh sì, per farti la metafora, per farti capire che siamo, basta stare fuori qualche ora. Con la velocità che notiamo adesso. Questo processo rischia di lasciare indietro una parte sempre maggiore di popolazione, creando disoccupazione, disuguaglianza e soprattutto una cosa terribile che il disagio sociale. Perché l'intelligenza artificiale fondamentalmente non punta semplicemente a diventare una replica delle nostre abilità, quindi ad un semplice strumento. Se non viene regolata nel modo giusto, quindi nel modo più etico possibile, punta a sfidare tutti i paradigmi tradizionali della nostra vita. Può andare oltre quello che oggi siamo in grado di aspettarci, per dirti sai che cosa stavo pensando mentre parlavi?

Alessandro Calderoni:

che a volte la velocità è vera. Per esempio lo vediamo proprio con l'intelligenza artificiale. A volte la velocità è solo marketing. Pensiamo al nostro modello di telefonino che ogni anno puntualmente, nello stesso mese esce con numero successivo, che sia da un lato o dall'altro. Ma non è che poi tutti gli anni ci siano queste grandissime novità colto nel segno.

Gianluca Riccio:

Ti faccio notare una cosa, anzi, credo proprio che tu l'abbia già notata. La faccio notare agli ascoltatori ci sono sempre più titolari di grandi aziende che si occupano di intelligenza artificiale, che producono qualche cosa che ogni tanto amano definire pericolosissima. Ci sono delle interviste nelle quali Elon Musk, per esempio, dice bisogna fermare l'intelligenza artificiale per poi crearne una lui. La stessa cosa ci viene da Antropic, da Dario Amodei o da OpenAI, quella di ChatGPT. Perché ci sono queste interviste nelle quali i grandi titolari di un'azienda sembrano svalutare il loro prodotto, addirittura renderlo spaventoso. Io ti creo il problema, ti spavento per farti poi capire che in realtà io forse un falso problema, perché, come per il telefonino, funziona quello che funziona per noi.

Gianluca Riccio:

Tante persone comprano l'ultimo modello, ma lo usano per chattare, per fare le cose che fa qualcun altro con un modello da 50 euro, da 100. Per cui non dobbiamo spaventarci troppo. Dobbiamo costruire un futuro in cui l'intelligenza artificiale, le nuove tecnologie siano al nostro servizio, naturalmente, e non viceversa. Cioè, dobbiamo trovare un equilibrio tra noi e quello che vogliamo dalla tecnologia, ridurre questo gap di aspettativa, perché noi stiamo sognando qualche cosa che ci regali l'eternità, in qualche modo, ma rischiamo in realtà di programmare la nostra obsolescenza.

Alessandro Calderoni:

Gianluca Riccio, futuro prossimo punto it. Grazie per essere stato con noi.

Gianluca Riccio:

Grazie a te.

Alessandro Calderoni:

La letteratura scientifica rabbia come emozione e anche alle tecniche di regolazione della rabbia, per tentare di non trasformare questa emozione in impulso ad agire e poi in azione vera e propria. Stando a una revisione completa di 154 studi, alcune tecniche efficaci di riduzione della rabbia sarebbero meno intuitive di quelle utilizzate storicamente, anche nelle psicoterapie di carattere comportamentista. Infatti, questa revisione della letteratura rivela che le più diffuse tattiche di gestione, come fare jogging o colpire i sacchi da box, possono in realtà aumentare la rabbia, invece attività come la respirazione profonda e lo yoga riducono efficacemente la rabbia, abbassando il livello di attivazione fisiologica e offrendo un percorso scientificamente supportato per un migliore controllo di questa emozione. Non sempre, diciamo socialmente condivisibile. L'uso di cannabis è legato a una maggiore capacità di comprendere le emozioni altrui.

Alessandro Calderoni:

Che la cannabis dia problemini nella gestione delle emozioni, questo è ben noto. Per esempio, è noto che aumenta l'ansia rispetto di quanto si crede, soprattutto nei soggetti di sesso maschile. Ed è noto anche che disregola i centri di controllo delle emozioni, dando spesso un senso di tranquillità nell'immediato, ma anche un aumento della probabilità di panico nel medio termine. Eppure, questo recente studio suggerisce che i consumatori abituali di cannabis possono avere una maggiore empatia, legata a una maggiore connettività in regioni cerebrali come la corteccia cingolata anteriore. Questo mette in discussione l'idea tipica che la cannabis abbia soltanto effetti cognitivi negativi.