
Relief: il podcast.
Relief è il primo servizio di sollievo psicologico rapido dedicato alle emergenze emotive e al benessere quotidiano. Ha sede a Milano e funziona dal vivo in metropolitana (MM5, fermata Isola) e on line su www.reliefpsicologico.it.
Questo podcast racchiude storie di persone, consigli psicologici pratici e tecnici per affrontare meglio la vita di tutti i giorni, letteratura scientifica, consigli di lettura e buone notizie.
Conduce Alessandro Calderoni, psicologo e psicoterapeuta, ideatore del servizio, già voce a RMC e Virgin Radio.
Relief: il podcast.
#4-2 Fai swipe a sinistra sui pensieri inutili - Ospite: Stefania Nobile
In questa puntata Alessandro Calderoni intervista Stefania Nobile, controversa imprenditrice e figlia di Vanna Marchi. Stefania condivide il meglio e il peggio della sua vita: l'ammirazione verso la madre, le difficoltà finanziarie dell'infanzia, la sua esperienza con la giustizia, il carcere, e come ha fronteggiato queste situazioni emotivamente intense.
I trucchi del mestiere di questa puntata sono:
- Mangia in modo consapevole: Notare colore, consistenza, temperatura, e sapore del cibo per aumentare la consapevolezza e godersi il momento.
- L'ospite non invitato: accogliere un pensiero o una situazione sgradevole, metaforicamente come un ospite non invitato a una festa, per due minuti e vedere cosa
- Passa il dito a sinistra sui pensieri che non ti sono utili: metaforicamente "scartare" i pensieri inutili e focalizzarsi su quelli che portano a un'azione significativa.
Con Davide Burchiellaro, founder di Themillennial.it , si discute della crisi dei social e di come sta cambiando l'interazione dei millennials e delle generazioni successive con questi strumenti.
Con Gianluca Riccio, autore di Futuroprossimo.it, ci si addentra nell'uso di scansioni cerebrali per generare fotografie a partire da ricordi, esplorando la potenzialità e le implicazioni di rappresentare e potenzialmente influenzare i ricordi personali con tecnologia avanzata.
Le ricerche scientifiche citate in questa puntata trattano i seguenti temi:
- Il ruolo sorprendente del solletico nel feticismo e nella sessualità adulta.
- Gli effetti della creatina sulle funzioni cognitive in persone con problemi di sonno.
- Come stare nella natura possa alterare il senso del tempo, con benefici per la salute e il benessere.
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il podcast psicologia pratica e gestione delle emozioni con i trucchi, le interviste e i racconti di alessandro calderoni ben ritrovati.
Alessandro Calderoni:Nuova puntata di relief, il podcast collegato al servizio di sollievo psicologico rapido che ha sede a milano, e online su wwwreliefitaliait. L'ospite di questa puntata è stefania noile, personaggio variegato e controverso, figlia di Vanna Marchi, che ha avuto sicuramente un sacco di vicende, tra cui quelle giudiziarie, da cui trarre emozioni forti da regolare. Con lei parleremo del meglio e del peggio della sua vita. Vi proporremo poi i tre esercizi settimanali per la regolazione delle vostre emozioni e poi i due appuntamenti sulle riflessioni generazionali e aventi che fare col futuro, con i social network che pare stiano entrando in crisi o almeno vengano letti e utilizzati in maniera differente a seconda della generazione di riferimento dai millennial, cioè dai trentenni in giù.
Alessandro Calderoni:Con gianluca riccio di futuro prossimo. i t invece parleremo di una ricerca che è poi già diventata prototipo funzionante, che sarebbe in grado di fare scansioni cerebrali, cioè prendere segnali elettrici dal cervello e trasformare i ricordi in vere e proprie fotografie pro e contro. Infine, a proposito di ricerche scientifiche, parleremo del ruolo sorprendente del solletico nel feticismo, degli effetti della creatina sulle funzioni cognitive per chi ha disturbi del sonno e di come stare nella natura possa alterare realmente il senso del tempo. Cominciamo Il caso. In questa puntata ospite di Relief è Stefania, nobile benvenuta e grazie per essere con noi.
Stefania Nobile:Salve, grazie a voi.
Alessandro Calderoni:Stefania è personaggio televisivo, imprenditrice e nota nel bene e nel male, naturalmente anche per essere figlia di Vanna Marchi e socia di tutte le sue gesta. La sua vita sembra un po' un ottovolante emotivo ci sono stati i picchi del successo, della ricchezza, della fama e poi il down delle accuse, la condanna, il carcere e tutta quella parte di vicende. Qual è stato il momento migliore e quale invece il momento peggiore?
Stefania Nobile:Il momento migliore della mia vita sicuramente è quando ho riacquistato la libertà nel 2013. Quello rimarrà per sempre il mio momento migliore. Il peggiore. Sul peggiore dovrei riflettere, perché ne ho vari di peggiori.
Stefania Nobile:Vediamone qualcuno tutte le traversie che abbiamo passato, mia madre. Ma ancora prima di quello che è noto alle cronache, io seguo mia mamma fin da bimba. Quindi mia mamma è la persona che io stimo di più al mondo, perché ha cresciuto due figli lavorando da sola, con mille difficoltà, con un padre, mio padre che era tutto fuorché un bravo marito e men che meno un bravo padre. Quindi ha dovuto sopperire lei a tutto e io e mio fratello, fino a piccolini, la seguivamo e lei lavorava fino alle 10 e alle 11 di sera faceva l'estetista.
Alessandro Calderoni:E quindi, insomma, dalle elementari, vederli altri bambini mangiare il panino con la mortadella. Io non l'avevo.
Stefania Nobile:Non è che mi mancasse il mangiare, ma sicuramente non avevo la mortadella, che è una cosa che ancora oggi mi fa emozionare. Quando sento l'odore della mortadella mi vengono le lacrime fino all'arresto.
Alessandro Calderoni:Poi, ne ha mangiata mi vengono le lacrime fino all'arresto, poi ne ha mangiata si, la mangio quasi tutti i giorni.
Stefania Nobile:La amo follemente quindi quello è un momento di tristezza si, ne ho parecchi, anche quando a 30 anni mi diagnosticarono la mia patologia che è l'artrite reumatoide. Quindi si diciamo che non mi sono fatta mancare niente.
Alessandro Calderoni:E ce n'ha messo un po' anche del suo.
Stefania Nobile:Eh sì, la questione del contatto con la giustizia la condanna e avevo paura. certo non immaginavo, non potevo immaginare che mi avrebbero dato nove anni e mezzo, perché è inconcepibile.
Alessandro Calderoni:e quindi l'ho affrontato serenamente, nel senso che sapevo di potermi difendere E quando comunque hanno combinato la condanna e quando poi c'è stato anche il contatto col carcere, lì ha avuto più paura. È stata una questione proprio di tristezza. Cosa si prova in quel momento?
Stefania Nobile:Fra l'altro, io e mia mamma l'abbiamo vissuto anche preventivamente, perché noi, la prima volta che ci hanno arrestato non era nemmeno iniziato, il processo era ancora molto lontano. Dopo un mese e mezzo di servizi televisivi a noi ci hanno arrestato. In quei momenti si prova difficile spiegarlo, detto che quando ti butti dall'aereo ed è vero il cervello per affrontare questo shock è come se la maggior parte del cervello si addormentasse. Lo vivi con un 20 per cento, forse anche meno. Ecco, quando mi hanno arrestato, io ho provato questo, cioè non era come se vedessi un film, non era la mia vita. E poi lo realizzi giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, minuti, realizzi che cos'è realmente la privazione della libertà, il dover chiedere anche solo per fare una doccia. Qualunque cosa è gestita dagli altri non è più gestita da te.
Alessandro Calderoni:Ecco, a lei non mancano di certo disinvolture ed estroversione. diciamola così È facile o è impossibile, o difficile per una donna come lei provare vergogna? È un'emozione che ha provato o è una cosa che non rientra tanto nel suo spettro?
Stefania Nobile:di emozioni. No, è un sentimento, se vogliamo definirlo così, che non mi appartiene. La vergogna, no, non l'ho provata, soprattutto in questo contesto del quale stiamo parlando, perché purtroppo il carcere è una cosa che può capitare anche alle persone, purtroppo, che non hanno commesso niente, che non è il mio caso, perché sicuramente parte di colpeato e lavato, mai più. Quindi devi imparare, se non vuoi farti soffocare e sopprimere dagli sguardi altrui, devi imparare a guardare tutti dritti negli occhi, senza temere il giudizio di nessuno.
Alessandro Calderoni:Lei è più incline all'ansia, alla tristezza o alla rabbia nei momenti di crisi.
Stefania Nobile:L'ansia, no, non la provo mai. La rabbia ne ho provata tanta, ma ho imparato a non provarla più perché ho capito che a livello fisico mi nuoce molto. Diciamo che non sono nemmeno triste. La malinconia a volte mi prende, ma per poco tempo. Una malinconia però costruttiva, cioè quando io mi sento magari un po' giù di tono, ripenso malinconicamente a quei giorni in cui avrei voluto essere libera e non lo ero, e allora mi torna subito la mia grinta a 110%.
Alessandro Calderoni:Cosa fa per gestire i momenti di crisi in generale?
Stefania Nobile:io diciamo che da quando ho riacquistato la libertà, quindi dal 2013, io ho imparato a annusare l'aria, che prima non era una cosa. Che se qualcuno me l'avesse detto, gli avrei detto sei un'idiota ascoltare i suoni di qualunque cosa, perché è una cosa che si vive in carcere. Si imparano a scandire le ore con il rumore degli eventi, non dell'orologio, perché non ho mai avuto l'orologio. Mi piace se posso. Non ho molto tempo, ma se posso mi piace camminare, mi piace molto guidare, mi piace viaggiare e mi piace contornarmi di persone positive. Le persone negative tendo ad allontanarle.
Alessandro Calderoni:Sei fatta mai aiutare psicologicamente.
Stefania Nobile:No, mai C'è un momento in carcere in cui sei obbligato perché comunque sia, ti devono vedere gli psicologi. Ma poi ho rifiutato di continuare perché non era una cosa che mi faceva bene, mi giovava. Io credo che lo psicologo sia una figura molto importante, importantissima. Se riconoscano nemmeno quando si parla a se stessi.
Alessandro Calderoni:Al tempo dei social network, fare vendite azzardate fino magari alla truffa è secondo lei più facile perché la pressione è maggiore o è più difficile perché ti beccano?
Stefania Nobile:No, oggi è più facile Rispetto a una volta. Oggi è facilissimo, perché c'è una grande differenza. Allora diciamo che una volta per andare in televisione o per fare radio bisognava avere un talento. Qualcosa comunque dovevi saper fare, quantomeno dovevi saper parlare. Diciamo esempio essendo noi che pagavamo gli spazi, come noi gli altri televenditori dell'epoca eravamo in diversi grandi televenditori se eri bravo, rimanevi in tv perché spendevi, se non eri bravo sparivi. Qual è la differenza di oggi? che i social possono essere utilizzati da tutti, anche dal più emerito idiota, e questa cosa gli dà un potere, gli conferisce un potere nel quale credono. Quindi tutti si sentono oggi dei VIP. Cioè, quando io giravo a 15 o 16 anni e avevo pochi soldi, io non mi vergognavo assolutamente di avere pochi soldi, sognavo di farne lavorando, come poi è stato.
Stefania Nobile:Ma i ragazzi di oggi invece si sentono tutti fighi, le donne esibendo culo e quant'altro, gli uomini esibendo macchine orologiche. Non sono i loro e sognano. E tutto questo tempo che dedicano al nulla è un tempo che viene tolto alla loro vita. C'è oggi un imbianchino o un idraulico che guadagna molto di più di un industriale. Ha sicuramente meno responsabilità, però si vergogna a dire che fa l'imbianchino.
Alessandro Calderoni:A proposito di soldi, della infinita quantità di quattrini che lei e sua madre avete fatto. Che ne è oggi?
Stefania Nobile:Beh, ne abbiamo spesi tanti. Allora diciamo che mia madre, la vita ce la siamo goduta, ce la godiamo ancora, perché comunque io lavoro, faccio tanti lavori e non mi manca niente. Ai tempi ne guadagnavamo talmente tanti che ne spendevamo tanti. Io a mia mamma ho sempre detto, essendo io convinta che non avrei fatto figli, già da ragazzina io sapevo che non ero sicuramente portata a fare la mamma. Quindi a mia mamma ho sempre detto non tenere niente per me, goditeli tutti, perché i soldi che fai tu sono i tuoi, per me ci penserò io. Oggi viviamo bene. Si lavora, si guadagna anche perché se uno vuole oggi lavorare, il lavoro c'è. Quando io sento dire che in italia non c'è lavoro, no, non è così, il lavoro c'è, dipende la gente che lavoro vuole. Poi io sono una persona che sa stare con 5 euro in tasca o con 5.000. Se ne ho cinque, spendo per 5, se ne ho 5.000, spendo per 5.000 stefania nobile, grazie per essere stata con noi grazie a lei trucchi del mestiere.
Alessandro Calderoni:Eccoci alle tre pratiche di questa puntata. La prima si chiama mangia in modo consapevole, per entrare in contatto più facilmente, più profondamente con l'esperienza del momento presente, a un livello, diciamo, più intrigante che ti possa essere più utile. Un buon esercizio è ritrovarsi al cospetto del cibo e quindi una cosa che ci capita almeno due o tre volte al giorno, facendo il contrario di quello che ci viene da fare normalmente. Quindi, disinneschiamo gli automatismi che abbiamo, come guardare la tv piuttosto che chiacchierare con altri, piuttosto che ascoltare musica, piuttosto che, ancora peggio, mangiare mentre lavoriamo, digitiamo, eccetera, eccetera. Ci pigliamo un posto tranquillo in cui possiamo essere seduti e proviamo a notare per 5 minuti almeno 5 minuti dai, se riesci a mangiare estremamente lentamente. Cioè, provi a vedere quanto lentamente riesci a mangiare in quei 5 minuti, mentre mangi proprio lentissimamente.
Alessandro Calderoni:Vorrei che tu notassi il colore, la consistenza, la temperatura di tutte le cose che mangi, il sapore, ma non il sapore in generale. Vorrei che ti accorgessi anche del fatto che all'interno della bocca il sapore viene sentito, percepito in maniera differente a seconda della zona della bocca. Quindi puoi andare a notare queste diversità. Puoi notare anche la consistenza del cibo è morbido, pappettoso piuttosto che più rigido, come fatta quella cosa lì che hai in bocca e stai masticando. A volte mettiamo le cose in bocca, mastichiamo, deglutiamo con una specie di circuito ininterrotto. Magari ci accorgiamo del primo boccone e poi stop, non ci accorgiamo più di nulla. E poi quanto dura quel sapore lì E quanto dura quella consistenza, cioè quanto ci mette quel sapore a distribuirsi e quanto ci mette quella consistenza a sciogliersi, a frantumarsi, a sminuzzarsi, e poi quando deglutisci, come ho appena fatto io, mi sarà venuta l'acquolina in bocca.
Alessandro Calderoni:Che cosa provi? Cosa provi quando il tuo cibo, così diciamo, lavorato, sminuzzato, polpett, hai anche un sensazione totale di sazietà, invece che arrivare alla sensazione di pienezza, che è quando ti sfondi senza nemmeno esserti accorto di cosa hai mangiato. Seconda pratica si chiama l'ospite non invitato. Vorrei che pensassi a un pensiero o a una situazione incasinata che magari ti viene un po' spesso in mente o che vivi un po' spesso e che preferiresti non sperimentare, o non sperimentare almeno così spesso. Cioè una roba che, se tu potessi scegliere, toglieresti dalla zucca o non vivresti.
Alessandro Calderoni:Ora, immagina di organizzare una festa e immagina che questa esperienza, che non vorresti, sia una sorta di ospite non invitato. Nota, quanto vorresti che questo ospite non ci fosse alla tua festa. Ospite non ci fosse alla tua festa, anzi, quanto proprio desidereresti prendere le distanze da lui. Poi metti un timer due minuti bastano. Fai partire il conto alla rovescia e noti invece cosa succede se accogli quell'esperienza non invitata e se la frequenti apposta.
Alessandro Calderoni:Nota dentro di te cosa succede se quella persona che non hai invitato e che non vorresti che venisse alla festa, quindi quell'esperienza sgradevole, invece la accogli e stai con lei volontariamente per due minuti. Nota cosa succede dentro di te e prova a usare questa metafora la prossima volta che ti arrabbi quel qualcosa. Te arrabbi magari proprio per una roba che non puoi controllare, che non vuoi accettare, ma che tanto, anche se non la controlli e proprio perché non la controlli e anche se non l'accetti, e proprio perché non l'accetti, quell'esperienza c'è e non ci possiamo fare niente. Quindi prova a vedere se questa piccola pratica, questo allenamento metaforico ti serve, ti è utile per la prossima volta in cui qualcosa di sgradevole ti si presenta realmente. Terza pratica di questa puntata si chiama passa il dito a sinistra sui pensieri che non ti sono utili, sinistra sui pensieri che non ti sono utili. Cosa vuol dire? fai swipe come in quelle app per incontri dove da un lato accetti e dall'altro scarti, no. Ecco, immaginati che la tua mente sia proprio una dating app, un'app per gli appuntamenti.
Alessandro Calderoni:I protagonisti di questi appuntamenti sono i pensieri. Perciò, a mano a mano che ogni pensiero si affaccia, alcuni si sposano bene con i tuoi valori, altri magari sono interessanti, ma forse non sono adatti a te. Swipeare a sinistra, strisciare a sinistra se il pensiero è inutile, o swipeare a destra, strisciare a destra se invece ti porta a un'azione significativa. Puoi prenderti proprio cinque minuti di orologio, vale a dire un timer fissato a cinque minuti che va a conto alla rovescia, e puoi contare il numero di pensieri su cui swipe a sinististra, cioè, ti accorgi consapevolmente di quanti sono i pensieri che ritieni inutili e che puoi lasciare andare a sinistra. Rieccoci nello spazio dedicato al magazine di intelligence generazionale The Millennial e al suo responsabile, davide Burchiellaro. Ben ritrovato, davide.
Davide Burchiellaro:Ciao a tutti, buongiorno.
Alessandro Calderoni:La crisi dei social. O meglio, alcuni ci ascolteranno o ci avranno anche scoperto attraverso i social. Molti di noi, per quanto non millennial, verso l'alto o verso il basso, avranno ormai inserito e affondato tra le abitudini quotidiane la consultazione di almeno un social. Moltissimi li useranno per lavoro, per marketing o anche soltanto per passione o per riempitivo. Eppure si può parlare di crisi. Come mai? Cosa significa?
Davide Burchiellaro:Ci sono tanti motivi per cui i social sono andati in crisi. Naturalmente noi vediamo i risultati. I primi risultati che abbiamo visto all'inizio di quest'anno sono stati sicuramente il caso Ferragni, ma anche altri casi, come il caso di Kate Middleton, che ha messo in subuglio un po' tutti i millennial. Perché Cos'è successo? Si è generata una crisi dei millennial stessi, che cominciano a compiere 40 anni e forse sono anche un po' stanchi di farsi vedere sempre diversi da come sono e sempre in una situazione perfetta e invidiabile, anche se c'è un altro versante del mostrarsi sempre una situazione perfetta e invidiabile, tra virgolette.
Alessandro Calderoni:Anche se c'è un altro versante del mostrarsi sempre perfetti, cioè che forse non ci si stufa del mostrarsi sempre perfetti. Quindi non si fa vedere un se stesso non autentico, ma ormai è un se stesso talmente tanto pubblicabile che diventa quella lì la verità invece della non autenticità.
Davide Burchiellaro:E quindi poi magari è faticoso, perché è come se la nostra vita quindi in realtà è diventato social anche la riunione che si fa di lavoro la mattina via Zoom, per cui ci si deve mostrare in un certo modo e ci sono addirittura delle regole nuove anche da questo punto di vista, quindi per presentarsi. La stessa cosa viene per i nuovi social, che sono quelli magari relativi alla musica, come Spotify, oppure che non sono nuovi, però sono sicuramente hanno preso una piega sempre più da social oppure anche attraverso LinkedIn, che una volta era la bacchecca del lavoro e adesso si usa anche per trovare fidanzati e fidanzate.
Alessandro Calderoni:La nostra vita è sempre più social, ma allo stesso tempo il medium social sta entrando in crisi o sta mutando.
Davide Burchiellaro:Sì, sta mutando, sta diventando qualcos'altro. C'è l'esigenza di maggiore trasparenza, autenticità, come dimostra il caso Ferragni, che però il vero cambiamento lo vedremo con il cambiamento generazionale che sta succedendo. Quindi, fondamentalmente, oggi abbiamo dei millennial tipo Chiara Ferragni, che si inganna quando parla della sua vicenda e quando parla di se stessa, dicendo che lei sognava di diventare come le modelle degli anni 90, ma sognava di diventare il loro successo, non il loro talento, e questo denuncia una serie di difficoltà tipiche dei millenni. E la stessa cosa avviene invece. Non la stessa cosa, anzi il contrario. Viene con la generazione z, generazione z invece ribella questa, questa forma di esibizione e la butta un po' sull'apparire e ripeto, apparire sull'apparire impegnati da un punto di vista sociale, ambientale, anche se poi anche lì, come vedremo in un'altra puntata, ci sono delle incongruenze.
Alessandro Calderoni:Un'ultima osservazione vorrei farla a proposito dei contenuti. Per esempio, tu e anche io abbiamo fatto un po' i giornalisti per tutta la vita e quindi il nostro dilemma era la ricerca dei contenuti. Conto di altri o chi lavora sui social per conto di se stesso? in termini di marketing fa appunto il content creator. Ma questa stessa cosa che tu dicevi, cioè l'apparire o il puntare al successo piuttosto che a quello che ti fa arrivare al successo, è un controsenso rispetto ai contenuti stessi, cioè sono contenuti senza contenuti.
Davide Burchiellaro:Molto spesso se noi andiamo ad analizzare come hanno fatto in molti usiamo sempre questo simbolo che è la Ferragni se noi andiamo ad analizzare il successo della Ferragni appunto il successo e non talento, come ha sottolineato lei andiamo a vedere che c'è un problema sulla base del suo contenuto, del suo conten, proprio come storia e crescita anche lavorativa. Il suo contenuto è che lei nasce già così, a differenza magari di Fedez, che ha avuto un pochino più di traversie di infanzia, eccetera. Nel caso di Anna Ferrani, invece, la lotta è sempre contro qualcun altro, è sempre stata. Quelli della vecchia guardia della moda mi davano addosso il mio ex mi dava addosso.
Davide Burchiellaro:Quindi non c'è mai, in realtà, una vera emancipazione da una storia, anche se, vuoi, difficile, come può essere magari per altre situazioni che hanno evidenziato il talento. Questo è un po' il limite, che però è anche un limite di molti millennial che sono cresciuti, come sappiamo, delle famiglie che li hanno molto spinti ad essere, ad avere fiducia in loro stessi e anche a coltivare in qualche modo il loro narcisismo senza limiti. Da un punto di vista, poi, dei risultati, Davide Burchiellaro di Millennialit.
Alessandro Calderoni:Alla prossima, futuro prossimo. Diamo il benvenuto a Gianluca Riccio di futuro prossima.
sigla:Che si producano in fotografie mi piace questa inversione che hai operato, perché è proprio quello che è successo qualcuno, in un laboratorio, è riuscito a ricavare dalle scansioni cerebrali dei volontari delle vere e proprie fotografie, che quindi sono riuscite in qualche modo a recuperare qualcosa che non sempre noi riusciamo a recuperare. Quante volte ci sfugge qualcosa o cerchiamo di afferrare un momento di nostalgia, ma non riusciamo a capire tutti i particolari Magari. Domani ci riusciremo.
Alessandro Calderoni:Elaborazione anche una parte di finzione, quindi magari ci toccherà confrontarci con delle immagini che sono distanti dalla realtà o da come le avevamo inserite nel nostro archivio.
sigla:Mi viene da pensare perché in effetti il sistema che hanno adottato la startup si chiama proprio synthetic memories, quindi memorie sintetiche ci presenta quello che in realtà non è un ricordo, ma è il surrogato di un ricordo, cioè è l'effetto del passaggio della realtà su di noi e di come questa sia stata elaborata dal nostro cervello. Molto spesso, tu mi insegni, si parla addirittura di falsi ricordi, quando noi abbiamo l'impressione di aver vissuto qualche cosa, ma in realtà questa non c'è stata. Ora, no-transcript, scansione e le immagini elaborate poi da un'intelligenza artificiale, da una oramai immancabile intelligenza artificiale che sentiamo ovunque. Ha tirato fuori l'immagine di lei, bambina, con sua sorella, mentre attendeva suo padre al balcone.
Alessandro Calderoni:È una cosa straordinaria un piccolo video di 7 secondi anche se mi viene da pensare a chiunque si sia un po' avventurato, tantissimi, nella generazione di immagini, come dire text to picture, come si fa adesso, cioè tu scrivi una cosa, intelligenza artificiale ti elaboro un'immagine si è scontrato con le difficoltà di traduzione da linguaggio, da prompt a immagine. Pensa come sarà da signal to picture, cioè da partire da un segnale elettrico cerebrale ad arrivare all'immagine Magari. uno rischia di avere un bel ricordo e di vederlo tradotto in un'immagine o in un microfilmato deludente rispetto a quello che aveva nella zucca.
sigla:È talmente vero che questa startup ha deciso di bypassare il problema. perché senti che cosa ha fatto? è partita dal problema opposto, cioè ha utilizzato un modello di intelligenza artificiale più vecchio dell'ultimo proprio per generare ricordi o immagini non perfette. questo per in qualche modo emulare i ricordi che nella nostra mente a volte si affacciano, non proprio chiarissimi. Ed il problema è quello opposto La startup teme che le aziende big tech eliminino i modelli più vecchi per portare dei modelli troppo patinati, che rischierebbero di alterare ancora di più il ricordo originario.
Alessandro Calderoni:Quindi, arrivando al problema che rilevavi, Quindi, a un certo punto, l'immagine che vedo realizzata dall'intelligenza artificiale è talmente perfetta che va a sostituire il mio ricordo, che era un po' farraginoso e un po' sfocato. Sì, triste, sarebbe triste, perfetto, lo sovrascrive e diventa un po' tutto plastificato. come male ci dobbiamo pensare. Grazie a Gianluca Riccio di FuturoProssimoit.
sigla:Grazie a te.
Alessandro Calderoni:La letteratura scientifica sul suo ruolo sorprendente nella sessualità adulta. È una ricerca pubblicata su Frontiers in Psychology ed esplora come il solletico possa evocare piacere e soddisfazione, evidenziando il suo potenziale come stimolo primario tra coloro che hanno appunto un feticio di solletico. I sorprendenti effetti cognitivi della creatina sui cervelli con problemi di sonno Questa volta i ricercatori hanno scoperto che una singola dose di creatina può migliorare temporaneamente le funzioni cognitive compromesse dalla privazione del sonno. Questo studio ci suggerisce che la creatina è una potenziale alternativa non stimolante per migliorare le prestazioni cerebrali quando il sonno è un po' stazioni cerebrali, quando il sonno è un po' disturbato o addirittura compromesso. Stare in natura può alterare il senso del tempo. Ricerche recenti indicano che stare in mezzo alla natura cambia il modo in cui viviamo il tempo, dandoci un senso di tempo espanso rispetto agli ambienti urbani. Questo senso del tempo alterato aiuta a spostare l'attenzione dallo stress immediato agli obiettivi a lungo termine e riduce l'impulsività, contribuendo a una migliore salute e a un miglior benessere.